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Macalli apre la strada all'Arezzo, Ferretti temporeggia. Fidejussione ultimo ostacolo

Il presidente della Lega Pro ha ribadito stamani in un'intervista a La Nazione che non verranno concesse deroghe per il ripescaggio ai club senza stadi in regola, il che mette la società amaranto al primo posto per il salto in serie C. Ma il presidente in queste ultime ore si trova alle prese con il problema dei 600mila euro da tenere congelati fino a ottobre 2015. E lunedì scadono i termini per presentare la domanda



il presidente amaranto Mauro FerrettiMario Macalli sarà anche un burocrate del calcio attaccato alla poltrona e insofferente al cambiamento, uno di quelli legati al carrozzone di Tavecchio, ma le cose le ha sempre dette come le pensava.

E stamani, intervistato da La Nazione, ha confermato la sua schiettezza. A pochi giorni dal Consiglio Federale del primo agosto, in cui bisognerà scegliere le tre società da ripescare in serie C, il presidente della Lega Pro non si è crogiolato nella diplomazia ma ha ribadito quello che ormai sembra sempre più chiaro. E cioè che deroghe per stadi non a norma non verranno concesse: ''per essere ripescati dalla D, al momento della domanda e non dopo, serve un impianto con determinate caratteristiche, altrimenti niente''. Con la chiosa che lui, se la questione s'incancrenisse, sarebbe disposto ad arrivare fino in tribunale per far rispettare le regole stabilite dalla Figc.

Altro capoverso. ''Se lunedì 28 i nostri tecnici ci dicono che lo stadio non ha i requisiti previsti, la società è fuori dal ripescaggio. Punto e fine''.

In pratica, un assist al bacio per l'Arezzo, l'unico club di serie D tra i primi dieci in graduatoria ad avere l'impianto con tutti i crismi: non ci sono Correggese, Akragas o Pomigliano che tengano. Dopo il Comunale semmai c'è lo Iacovone di Taranto, con il club pugliese posizionato però all'undicesimo posto nella lista.

 

Mario Macalli, presidente della Lega ProQuella che sembrerebbe una strada spianata verso un inatteso e salvifico salto tra i professionisti, in realtà ha ancora qualche curva pericolosa da oltrepassare. Oltre alla conformità della struttura, come noto, la domanda di ripescaggio va corredata con la tassa d'iscrizione di 46mila euro più una fidejussione di 600mila euro, vincolata fino al 31 ottobre 2015, a garanzia degli oneri da sostenere durante il campionato. E su questo punto nelle ultime ore sarebbero venute a galla alcune perplessità in casa amaranto. Una cifra del genere da congelare su un conto corrente per i prossimi quindici mesi non è uno scherzo (proprio Ferretti lo disse nell'intervista video del 13 giugno scorso) e in un periodo di crisi generalizzata, con la liquidità che per molte aziende è diventata un problema, i conti vanno fatti per bene. Il presidente, in altre parole, starebbe valutando il da farsi senza preclusione per nessuna ipotesi, con la documentazione necessaria non ancora recapitata a Firenze e la scadenza che incombe (ore 19 di lunedì).

Potrebbe ad ogni modo trattarsi di un semplice e giustificato atto di cautela da parte della società, visto che nel caso in cui il ripescaggio si concretizzasse, comporterebbe anche l'obbligo di rimettere mano a tutta la contrattualistica riguardante staff tecnico, calciatori e dipendenti. Il 28 luglio comunque è dietro l'angolo. E per tanti aspetti sarà veramente il D-Day per l'Arezzo.

 

P.S. La Commissione accordi economici della Lnd ha condannato l'Arezzo al pagamento di 1.200 euro in favore di Simone Mastromattei.

L'antefatto - Il calciatore, acquistato dall'allora Ds De Nicola nel dicembre 2012 e ceduto a luglio 2013 dalla gestione Ferretti, aveva stipulato un accordo economico che prevedeva la corresponsione lorda di 6mila euro ma poi ne aveva percepiti solo 4.800. Di qui il reclamo presentato in Lega, contro cui l'Arezzo, come si legge nella sentenza, non aveva fatto pervenire alcuna memoria difensiva.

Il retroscena - La società amaranto aveva comunque saldato tutte le pendenze arretrate prima del pronunciamento della Commissione, arrivato solo oggi (e sorpassato dagli eventi) per le lungaggini burocratiche della giustizia sportiva.

 

scritto da: Andrea Avato, 25/07/2014





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