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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
MONDO AMARANTO
Samuele e Marco al Vicente Calderon di Madrid
NEWS

I grandi meriti di adesso, i cambiamenti per il futuro. Riflessioni sul calcio di Capuano

Di aspetti tecnici, negli ultimi giorni, si è parlato pochissimo. L'ambiente intero è concentrato su altre questioni e il calo di tensione ha coinvolto anche la squadra, battuta sabato scorso dalla Cremonese. Puntuali sono tornate in auge le critiche tattiche all'allenatore, che però in questa stagione ha svolto un lavoro esemplare su cui non si può non convenire. E' chiaro che per l'anno prossimo bisognerà impostare un gioco differente. Ma solo allora potremo vedere e giudicare



Ezio Capuano, 50 anni compiuti a gennaioA forza di parlare de “la Nave” e di Ponte a Buriano a mollo c'è finita la squadra. Per quasi due settimane si è parlato di tutto meno che di calcio giocato e il calo di tensione nell'ambiente si è riverberato in maniera eclatante sul campo con una partita moscia, persa per un episodio ma che ha mostrato un calo di concentrazione e di voglia piuttosto evidente.

L'analisi delle ragioni e le giustificazioni psicologiche le abbiamo lette tutte in questi giorni, compreso il fatto che giocatori ancora senza contratto per l'anno prossimo si preoccupino di più, di questi tempi, di capitalizzare la buona annata cercandosi una sistemazione piuttosto che dannarsi l'anima per fare altri punti. Tutto vero e tutto ampiamente comprensibile, come è vero che tutti i presenti in quella serata di inizio settembre con la Torres avrebbero sottoscritto ad occhi chiusi una stagione come questa, incluso finale in calando...

Quel che dà un po fastidio è che ogni volta che flettono risultati e rendimento ci si affretti a mettere sotto accusa il sistema di gioco e la presunta incapacità dell'allenatore di impostare tatticamente in maniera differente le partite. Due premesse. La prima: non risultano in Lega Pro (anche per quanto visto in tv negli altri gironi) molte squadre che giocano in maniera arrembante e vanno ad imporre gioco in casa e fuori. Fanno eccezione forse il Pavia nel nostro gruppo, il Teramo nel girone B, Salernitana e Foggia in quello meridionale. Ascoli, Benevento, il Novara e l'Alessandria viste anche al Comunale si difendono e spesso segnano di rimessa e si parla di organici largamente superiori al nostro, costruiti per vincere. La seconda premessa è che l'anno prossimo, se la rosa a disposizione sarà quella qualitativa annunciata e promessa, il mister dovrà saper impostare anche un gioco diverso dalla feroce applicazione tattica e agonistica. Lo vedremo e lo giudicheremo.

Per quest'anno esaminando l'aspetto tecnico non si può non convenire che Capuano ha condotto la squadra in maniera esemplare, sfruttando le caratteristiche dei giocatori ed applicando lo schema che, solo, poteva condurci ad ottenere il risultato della salvezza.

 

Yaisien in azione nella partitella di ieri contro il Santa FirminaI fatti parlano chiaro: ogni volta che l'Arezzo ha modificato impostazione per cercare maggiore peso offensivo o diversa modalità di giro palla è andato in sofferenza, ha perso i riferimenti e si è consegnato all'avversario, oppure ha concesso spazi al gioco altrui. Pordenone, Cremonese all'andata, Venezia in casa, Cremonese sabato scorso; tutte circostanze nelle quali dalla panchina si è cercato di dare più forza all'azione offensiva finendo però in mezzo al palleggio avversario oppure andando solo ad intasare senza costrutto l'area di rigore avversaria.

Per dirne una: se la squadra avesse tenuto il baricentro alto (tipo Cremona all'andata) avremmo visto più gioco ma lasciato il reparto arretrato con 40 metri da coprire sulle ripartenze avversarie e dato che i nostri, forti sull'uomo, non sono invece fulmini di guerra, avremmo corso rischi enormi. In mezzo al campo, calato Carcione con le sue aperture, manca un giocatore che abbia la visione di gioco e prenda in mano le redini della manovra; manca anche qualcuno con il fisico adatto a reggere l'urto in fase di copertura. In ogni partita abbiamo perso una quantità di palle a centrocampo sui contrasti poi magari ovviando in recuperi grintosi, ma palle perse spesso per appoggi imprecisi.

Sui limiti degli attaccanti poi sono stati scritti fiumi d'inchiostro... A chi dice che i giocatori li ha scelti l'allenatore vorrei ricordare le condizioni in cui la stagione è nata. Nella nostra rosa abbiamo atleti che erano stati scelti per fare la serie D e che hanno buttato l'anima e il cuore nella categoria superiore risultando spesso tra i più positivi. Penso a Panariello e Gambadori oltre che allo stesso Bonvissuto. Se cala la tensione agonistica i limiti tecnici emergono inevitabilmente. Il resto della squadra è composta dal meglio o quasi che si poteva reclutare ad inizio settembre, nel rispetto dei rigidi parametri economici dettati dalla proprietà, tra tutti coloro che erano stati messi fuori rosa o ai margini delle squadre in cui avevano o stavano militando. Poi tutti hanno dato il 110% ma anche in virtù di come sono stati utilizzati e motivati.

Insomma mi pare ingeneroso e anche ingiusto, fino a prova contraria, rispolverare critiche aprioristiche. Dobbiamo invece tutti un ringraziamento ad Ezio Capuano ed ai suoi ragazzi, ma vorremmo magari anche un ultimo sforzo per un finale dignitoso e magari per quella “ciliegina” della Coppa Italia.

 

scritto da: Paolo Galletti, 16/04/2015





Arezzo-Santa Firmina 10-1
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