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Ferretti si dimette dal Direttivo di Lega Pro. Fidejussioni più leggere, la Figc le boccia

Il presidente dell'Arezzo ha fatto un passo indietro dalla governance della Lega. Un gesto che dovrebbe servire a riportare un po' di chiarezza in vista dell'ormai certo commissariamento. Il presidente federale Tavecchio, difatti, è infuriato con Macalli, peraltro sfiduciato dalla maggioranza dei club: l'ultimo scontro si è consumato sulla riduzione dell'importo delle fidejussioni. Una strana operazione contabile che adesso diventa un rebus



Lega Pro, in arrivo il commissarioMauro Ferretti si è dimesso dalla carica di membro del Consiglio Direttivo di Lega Pro, dove era stato eletto lo scorso 24 febbraio. Un gesto che, nelle intenzioni del presidente dell'Arezzo, dovrebbe servire a fare un po' di chiarezza in vista dell'ormai certo commissariamento. Il presidente Mario Macalli è stato sfiduciato pochi giorni fa per la seconda volta nel giro di sei mesi e l'approvazione del bilancio della stagione 2013/14 è saltata. La maggioranza dell'assemblea dei club è contro l'attuale governance e a nulla sono serviti gli sforzi del consigliere federale Claudio Lotito, che ha lavorato a lungo per sostenere Macalli, coagulando intorno a sé diversi club tra cui l'Arezzo. Ma anche lui, adesso, si è dovuto arrendere.

Non solo. C'è un'altra bomba pronta a esplodere in Lega Pro. Quest'anno l'importo della fidejussione per l'iscrizione al campionato è stato ridotto da 600mila a 400mila euro. I 200mila euro di differenza li avrebbe garantiti la Lega e la decisione, ovviamente, ha fatto tirare un sospiro di sollievo grosso così a tutte le società. Ma la Figc ha bocciato la fattibilità della cosa e adesso c'è il rischio che i club debbano di nuovo frugarsi in tasca.

A tal proposito riportiamo qua sotto una parte dell'esaustivo articolo di Alessandro Catapano, pubblicato stamani sulla Gazzetta dello Sport.

 

Ventiquattr'ore dopo i componenti del Consiglio Direttivo di Lega Pro ancora non schiodano. Giurano di aver firmato la lettera di dimissioni, tutti. Ma la tengono nel cassetto finché la Figc non gli autorizza quella strana operazione contabile con cui volevano garantire parte della quota di iscrizione (200mila euro) di tutte e sessanta le società: un gruzzoletto di 12 milioni finanziato dal Credito Sportivo e utilizzato dalla governance della Lega per agevolare l'iscrizione dei club alla stessa... Lega. Incredibile, no? Operazione elettorale (inutile) o finanza creativa, comunque ''irricevibile'' per la Figc, che reclama normalissime fidejussioni bancarie anche per quei 200mila euro.

 

Tavecchio non ne vuole sapere, è furibondo. Prima i suoi appelli a Macalli e compagni per un ''sussulto di dignità'' sono caduti nel vuoto (a parte i passi indietro di Lombardi e Ferretti), ora il Consiglio Direttivo di Lega Pro, di fatto esautorato dalla bocciatura del bilancio, si permette perfino di ricattarlo, lui che lo ha tenuto in vita per mesi, ricordandogli in una lettera inviata in Figc ''di aver condiviso questo sistema di garanzie con alcune componenti federali'', mentre qualche altro membro del Consiglio starebbe valutando addirittura di citare la Figc per danni. Troppo poco per spaventarlo. Tavecchio va dritto verso il Consiglio Federale di martedì, che a questo punto, oltre a risolvere la questione fidejussioni, voterà la decadenza del governo della Lega Pro (e contestualmente la decadenza di Mario Macalli da vicepresidente e consigliere federale) e nominerà un commissario (e due vice) fino a nuove elezioni, da celebrarsi a griglie complete (non prima di fine agosto).

 

scritto da: Andrea Avato, 03/07/2015





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