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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
MONDO AMARANTO
Fabio in trasferta a Gallipoli
NEWS

Il monumento ai Caduti del Risorgimento

Il 17 marzo 1861 era promulgata la legge n. 4671 del Regno di Sardegna, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 68 del giorno seguente. Il testo recitava così: Il Senato e la Camera dei Deputati hanno approvato; noi abbiamo sanzionato e promulghiamo quanto segue: Articolo unico: Il Re Vittorio Emanuele II assume per sé e suoi Successori il titolo di Re d'Italia. Ordiniamo che la presente, munita del Sigillo dello Stato, sia inserita nella raccolta degli atti del Governo, mandando a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato. Di fatto veniva proclamato il Regno d'Italia.



Il logo per i 150 anni dell'Unità d'ItaliaIl 17 marzo 1861 era promulgata la legge n. 4671 del Regno di Sardegna, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 68 del giorno seguente. Il testo recitava così: Il Senato e la Camera dei Deputati hanno approvato; noi abbiamo sanzionato e promulghiamo quanto segue: Articolo unico: Il Re Vittorio Emanuele II assume per sé e suoi Successori il titolo di Re d'Italia. Ordiniamo che la presente, munita del Sigillo dello Stato, sia inserita nella raccolta degli atti del Governo, mandando a chiunque spetti di osservarla e di farla osservare come legge dello Stato. Di fatto veniva proclamato il Regno d'Italia.

Nel giro di due anni, da 1859 al 1861, da una penisola divisa in vari Stati era nato un nuovo Paese. Nel Granducato di Toscana era stato votato il plebiscito per l’annessione l’11 e il 12 marzo 1860. I risultati ufficializzati il 15 marzo dicevano che su 386.455 votanti, ben 366.571 si erano schierati a favore dell’unione con la monarchia costituzionale dei Savoia.

Negli anni a seguire, con l’Italia unita geograficamente, bisognava formare un insieme di valori, simboli, personaggi, vicende in grado di instillare negli italiani il sentimento nazionale. L’omaggio a tutti quei valorosi che erano morti “per fare l’Italia” poteva essere già una buona base di partenza.

Il monumento ai Caduti del RisorgimentoAd Arezzo nel 1876 sorse un comitato provinciale, che si sarebbe dovuto occupare di reperire i fondi per la realizzazione di un monumento a ricordo dei caduti nelle “patrie battaglie”. Una commissione artistica, nel novembre di quell’anno, selezionò come opera vincitrice il progetto dell’ingegner Giuseppe Aretini. La location, piazza del Popolo, venne decisa nel gennaio 1877, e la presentazione del bozzetto ligneo ci fu il 27 febbraio dello stesso anno. I lavori partirono nel 1879 sotto la direzione dello stesso Aretini e terminarono con l’inaugurazione del 20 settembre 1880, decimo anniversario della Breccia di Porta Pia.

Il risultato finale fu il monumento che ammiriamo ancora oggi: una possente colonna dorica, con piedistallo sorretto da un basamento posto su di una gradinata.

La colonna è avvolta da un anello adornato da quattro corone, entro le quali stanno le date delle guerre per liberare la penisola. Al vertice della scultura è posta una sfera, su cui è infissa la stella d’Italia in bronzo con doratura in superficie.

Nel piedistallo si trovano quattro formelle. Due riportano i busti in bassorilievo di Vittorio Emanuele II e Giuseppe Garibaldi con le relative epigrafi, le altre due i nomi dei caduti “per fare l’Italia” e un’iscrizione dedicatoria. Nel basamento sono visibili le riproduzioni degli stemmi di Arezzo e di alcuni comuni della sua provincia.

Nel 1924 piazza del Popolo fu ridotta nella parte orientale, per fare posto al nuovo Palazzo delle Poste. Ciò provocò l’abbattimento dei grandi platani che avvolgevano la stele e il conseguente “soffocamento” del monumento da parte del nuovo edificio.

Il 20 settembre 2005, dopo la ristrutturazione della piazza e la realizzazione del parcheggio sotterraneo, venne posata sull’opera una targa nel ricordo del bicentenario della nascita di Giuseppe Mazzini.

Nel marzo 2010, per festeggiare i 150 anni dell’Unità d’Italia, il Comune di Arezzo si è impegnato a trasferire la stele in piazza della Repubblica (la piazza antistante la stazione). La colonna sarà collocata nei prossimi anni al centro della futura rotonda, che sorgerà al posto dell’attuale impianto semaforico. Un doveroso gesto per valorizzare il monumento ottocentesco e il suo profondo significato, ma che servirà anche a riqualificare una delle zone limitrofe al centro storico più scialbe, a causa di terribili scelte urbanistiche del passato.



scritto da: Marco Botti, 18/03/2011