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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

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Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
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Doveva partire, invece resterà. Pregi e difetti di Grossi, il numero 10 croce e delizia

Motivi fisici, motivi tattici, motivi psicologici: il fantasista ha fallito la scorsa stagione, penalizzato dagli infortuni, da una incerta collocazione in campo e da un approccio sbagliato alla categoria dopo anni di serie B. L'Arezzo però è intenzionato a puntare ancora su di lui, che ha un curriculum di livello e qualità tecniche sopra la media. Dal tridente over 30 con Moscardelli e Cutolo alla nuova maglia da portare sulle spalle: ecco cosa dobbiamo aspettarci da un giocatore di fantasia, tra punti interrogativi e qualche certezza



Paolo Grossi, 32 anni compiuti lo scorso 29 maggioPaolo Grossi doveva partire, invece resterà. Il mercato è imprevedibile per definizione ma la linea della società, specie dopo la cessione di Arcidiacono e quella in cantiere di De Feudis, sta prendendo forma. L'ex ternano ha appena compiuto 32 anni, ha un altro anno di contratto e rappresenta uno degli investimenti più importanti dell'ultimo periodo, sia sul piano tecnico che economico: per questo può disfare la valigia e darci dentro senza retropensieri.

Il nuovo Arezzo, dopo due giorni di ritiro, è veramente un cantiere aperto, però si sa già che Grossi dovrà spostare gli equilibri. Bisognerà vedere se riuscirà a farlo in positivo o se, prigioniero degli equivoci di un anno fa, resterà ancora ai margini della squadra nonostante qualità tecniche sopra la media.

 

Innanzitutto. Perché Grossi ha fallito la stagione scorsa, al punto di non essere certo della conferma fino a pochi giorni addietro? Motivi fisici: ha pagato dazio più volte durante il campionato, con l'infortunio di Casal del Marmo che lo ha tenuto fuori nel momento cruciale dell'annata e lo ha restituito alle gare decisive in condizioni non ottimali. Motivi tattici: è un elemento che può giocare ovunque dalla metà campo in su ma proprio per questo di collocazione incerta. Sottili poi ha variato spesso modulo e l'alternanza si è rivelata, a conti fatti, più uno svantaggio che una risorsa. Motivi psicologici: non è un mistero che Grossi l'estate passata volesse restare in B, perché il piede è oggettivamente da B, e che la C è una categoria subdola, in cui muovere palla non basta e serve pure la testa giusta, che il fantasista non ha avuto.

 

 

Sulla bilancia, oltre a tutto ciò, c'è pure un ingaggio cospicuo, un'anagrafe non proprio verde e le incognite di una stagione in cui l'Arezzo parte da -1. Però esistono letture di segno opposto, perché Paolo Grossi da Milano, dall'andatura caracollante e con quel fare che trasuda indolenza anche se non è, ha un cv di livello e un sinistro che canta. Grossi tirato a lucido sul piano atletico, saprebbe sempre cosa fare. Grossi resettato e reimpostato sulla mentalità da C, può essere decisivo. Grossi messo in condizione di incidere, ha le doti per valorizzare se stesso e chi gli sta intorno.

Di base c'è un tridente over 30 nella testa di Bellucci, con Moscardelli davanti e il tandem Cutolo-Grossi alle spalle o ai lati, un po' seconde punte e un po' trequartisti, un po' 4-3-1-2 e un po' albero di Natale, con l'opzione del 4-3-3. E' ovvio che serviranno rincalzi validi, sia per variare struttura dal primo minuto che per i cambi in corsa. Diciamo però che oggi si parte da qui, con i punti interrogativi legati alla carta d'identità e le solide certezze di tre mancini di classe.

 

Paolo Grossi sarà da subito sotto la luce dei riflettori. O nel mirino di tifosi e critica. Dipende dai punti di vista. Bellucci non potrà chiedergli una fase difensiva a oltranza e nemmeno un apporto realizzativo da doppia cifra, visto che in carriera non ci è mai arrivato. Dovrà invece pretendere l'assist, la palla verticale, il movimento tra le linee, il calcio piazzato risolutore. Magari anche l'uno contro uno, che per un elemento di offesa è pane quotidiano e che Grossi aveva nel dna, sperando l'abbia ancora. 

Le storie di riscatto dopo annate di magra sono l'essenza del calcio e sono piuttosto ricorrenti. Grossi può scriverne un'altra, a patto che ritrovi la porzione di terreno a lui più congeniale e un rendimento il più possibile costante, senza altalene. Per adesso, in attesa della numerazione ufficiale, si allena con la numero 10. Una maglia che può essere pesante come una zavorra o leggera da metterti le ali. Il campo dirà.

 

scritto da: Andrea Avato, 18/07/2017





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