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''Come una mano che saluta da un treno''. I racconti di una vita con un po' d'amaranto

In libreria una raccolta dedicata all'amore, alla musica, all'amicizia, alle passioni, alla famiglia e anche allo sport, con uno sguardo indietro al 1997, quando Corrado Pilleddu arrivò ad Arezzo. L'autore Roberto Gennari firma una serie di testi scritti in periodi diversi e che riportano al mondo degli anni '80 e '90



L'amore, la musica, l'amicizia, lo sport, le passioni, la storia, la famiglia... C'è tutto questo e molto di più dentro “Come una mano che saluta da un treno”. La raccolta di racconti di Roberto Gennari avrebbe dovuto in origine chiamarsi “Racconti a 8 bit” ed in effetti pur non trattando di informatica mi ha riportato con la mente indietro nel tempo, quando iPod e smartphone non c'erano ancora, io viaggiavo in autobus o in treno con il mio walkman e cominciavo a vivere.

 

È uno sguardo indietro, quello di Roberto Gennari. Fino al 1997, quando Corrado Pilleddu arrivò a vestire la maglia amaranto dell'Arezzo.

O al 1919, anno di nascita del Campionissimo con la maiuscola Fausto Coppi, vincitore del Giro del Casentino del 1939.

Fino al 1913, quando Dino Campana consegnò a Giovanni Papini e Ardengo Soffici il primo manoscritto dei Canti Orfici, che allora si chiamava Il mio più lungo giorno, su cui Roberto Gennari imbastisce una curiosa vicenda in bilico tra ricostruzione storica e spy-story.

Ma anche uno sguardo avanti. Al futuro di Bambini, scritto a partire da un incipit di Nicoletta Vallorani, ma anche e soprattutto al futuro sicuramente più vicino e luminoso di Alessandro, figlio dell'autore al quale sono dedicati gli Scritti da padre a figlio finali.

 

“Come una mano che saluta da un treno – racconti a bassa definizione” raccoglie testi scritti in anni diversi, per occasioni diverse, ma magicamente come un puzzle ben riuscito va a comporre il quadro di una storia, una crescita personale. Un ragazzo (quello di Caramel o Neil Rossi) che diventa un uomo, e riesce a coniugare animo romantico e concretezza.

Lo stile sciolto e il linguaggio colloquiale di Gennari mi hanno aiutato ad entrare nel suo mondo, ad immergermici finché non è diventato anche il mio. Tutti coloro che come me e lui sono cresciuti tra gli anni '80 e gli anni '90 dovrebbero provare a leggere questa raccolta, riconosceranno sicuramente qualcosa di loro che proveranno piacere a ricordare.

 

(Michele Borgogni - www.cumbrugliume.it)

 

scritto da: La Redazione, 22/12/2017





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