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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
MONDO AMARANTO
Filippo degli Arezzo Ovunque
NEWS

Treno e macchine, domani partono in più di trecento. La gente ha voglia di tifare Arezzo

Un salto indietro è giusto farlo, perché qualche settimana fa c'è stato il rischio di fare la fine del Modena e chiudere tutto. Matteoni ha rimesso le cose a posto e ha dato modo a una tifoseria intera di continuare a seguire la propria squadra. Come domani a Pistoia, quando decine e decine di persone si metteranno in viaggio per sostenere i colori amaranto



molti tifosi amaranto domani viaggeranno in trenoScusate, ma prima di parlare del presente, vorrei fare un salto indietro, anche se Matteoni ha detto che del passato non dobbiamo parlarne più. Facciamolo comunque un salto indietro perché potremmo apprezzare di più quello che abbiamo ora: anche se forse non è molto entusiasmante, anche se non è particolarmente accattivante, il fatto è che ce lo abbiamo, tangibile, tra le nostre mani, e tanto basta.

In breve, poco prima di Natale e al momento di una nuova importante scadenza da rispettare, la Neos Solution manda una bella letterina raccomandata, chissà quanto legalmente vincolante, con la quale si tira fuori. E ora? Gli stipendi non sono stati pagati, non si sa a chi spetti la gestione della società, i calciatori partono per Olbia ma minacciano lo sciopero per la partita successiva contro la Giana. Prima sconfitta a tavolino e la fine del Modena dietro l’angolo: era questa la nostra prospettiva prima del santo Natale.

Invece, il 30 dicembre l’Arezzo gioca e vince, Matteoni ci mette la faccia e il portafoglio, rileva le quote societarie, salda gli stipendi arretrati ai calciatori, si becca i debiti e in qualche modo manda avanti la baracca. E così oggi, invece di affondare sul divano o di fare una girata svogliata in centro tanto per dire di essere usciti di casa, possiamo andare a Pistoia a cantare il nostro amore, a tenere alto l’orgoglio e la fierezza di una città intera e a vedere undici giocatori vestiti di amaranto che scendono su un campo di calcio.

 

settore ospiti a Pistoia l'anno scorsoNon dimentichiamocelo tutto questo. Non significa chiudere un occhio, o anche tutti e due, oppure tapparsi il naso. È ovvio che questo fuggi-fuggi non ci piaccia, che vedere arrivare quasi solo gente ex Latina possa far pensare male (ma magari sono tutti forti eh), che sapere di dover lottare per la salvezza sperando di evitare i playout perché qualcuno che doveva entrare in società non ha messo quanto dovuto ci faccia imbestialire… Però dobbiamo capire che almeno fino a giugno ci sarà da fare qualche sacrificio per far tornare i conti.

Non credo che Matteoni ci abbia preso per farci vivacchiare in terza serie, ma a oggi tanto oltre a questo non si può andare e appare difficile anche sviluppare quella programmazione tanto auspicata. Dobbiamo, per ora, fare lo sforzo di pensare che abbiamo la fortuna di poter ancora tifare la nostra squadra del cuore domenica dopo domenica, che possiamo prendere il treno e vivere una trasferta dal sapore antico, partecipare a un’altra battaglia, vedere il nostro Arezzo che gioca. Anche andare a fare il biglietto per la partita di Pistoia ha assunto una dimensione diversa, più profonda, così come prendere le contromarche per il posto sul treno, che non sarà speciale nel vero senso del termine ma lo è per noi che temevamo di non farne più di trasferte in questa scellerata stagione. Invece no, siamo ancora vivi e abbiamo una voglia matta di andare là, lottare, tifare, urlare, esultare, vincere.

Domani potremo finalmente mettere in un angolo il recente passato, potremo fare a meno di leggere commenti, sentire chiacchiere e voci, scervellarci su cosa accadrà poi, su chi andrà via e chi prenderemo. C’è la partita, punto. L’Arezzo non si discute, si ama. Si tifa, si torna senza voce, domani è un altro giorno e si vedrà. ''Non importa se soffrirò per te”, l’importante è esserci, è respirare ancora. E' come essere venuti al mondo un’altra volta, è un nuovo inizio. Saremo più di trecento e quindi buon anno Arezzo e bentornato tra noi!

 

scritto da: Luca Amorosi, 20/01/2018





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