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La chiesa di Sant'Antonio da Padova a Saione

La chiesa di Sant'Antonio da Padova a Saione si trova su via Vittorio Veneto, antica direttrice viaria ricalcante quella che in epoca romana era la Cassia Vetus



La facciata neogotica della chiesa di SaioneLa chiesa di Sant'Antonio da Padova a Saione si trova su via Vittorio Veneto, antica direttrice viaria ricalcante quella che in epoca romana era la Cassia Vetus.

Lungo di essa, in uscita dalla città e fino all’insellatura di Olmo, gli aretini del tempo usavano seppellire personaggi importanti. Non a caso, in passato, nella zona sono state ritrovate numerose tombe, urne cinerarie e iscrizioni funebri. Sempre nel periodo romano qui si trovavano gli stabili dei saiones, ovvero gli impiegati imperiali addetti a incassare i pedaggi e le imposte.

Nei primi decenni del XIII secolo Saione era caratterizzata da tre edifici religiosi: il convento delle Clarisse e le chiesette di Santo Spirito e di Sant’Antonio Abate. I primi due furono abbattuti nel 1261 e ricostruiti in prossimità delle mura cittadine, nei pressi degli attuali Bastioni. Il terzo è
ancora al suo posto, gradevole nel suo aspetto romanico.

Agli inizi del Novecento il quartiere era in espansione e la mancanza di una chiesa parrocchiale si faceva sentire. Gli stessi frati francescani, che dal dicembre 1900 avevano aperto lì un ospizio, fecero pressioni per avere un luogo di culto.

Nel novembre 1926 si decise, finalmente, di creare una nuova parrocchia dedicata a San
Francesco Stimmatizzato, ma di fatto mancava ancora la chiesa. La prima pietra dell’edificio intitolato a Sant’Antonio da Padova fu posata nell’agosto del 1927. Fino a quando non venne terminata la struttura, la sede parrocchiale provvisoria fu la limitrofa chiesina di Sant’Antonio Abate, allora di proprietà della famiglia Centeni-Romani.

Il nuovo plesso religioso in stile neogotico, progettato dall’architetto Raffaello Franci ed eretto grazie al contribuito economico della popolazione, venne consacrato il 4 dicembre 1932.

Nel 1940 lo scultore fiorentino Umberto Bartoli eseguì per la facciata un enorme fregio di terracotta riportante San Francesco patrono d’Italia.

La scultura di Venturino Venturi qui trasferita nel 2007Il solenne interno, al quale si accede tramite una scalinata a doppia rampa, è a navata unica con una grande abside provvista di due cappelle laterali. Le suggestive vetrate sono opera delle botteghe fiorentine dei Masini e dei Fanfani.

Nel 2007 la piazzetta di fronte alla chiesa è stata risistemata, eliminando il vecchio parcheggio per auto e sostituendolo con un’area verde. Quest’ultima è stata arricchita, nel dicembre dello stesso anno, con un capolavoro della scultura aretina del Novecento, il gruppo bronzeo raffigurante San Francesco e la lupa, qui trasferito dai giardini del Praticino restaurati e prima ancora collocato all’esterno della scuola elementare Pio Borri di via Sansovino.

Si tratta di una bellissima opera di Venturino Venturi, risalente al 1972/73, quando il grande artista di Loro Ciuffenna partecipò a un prestigioso concorso bandito dal Comune di Gubbio.

scritto da: Marco Botti, 17/04/2009