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Pistoia, 14 giugno 1998 - foto ricordo per la promozione in C1
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Blog - Ranocchia indagato, giustizia sempre peggio, Abete non risponde, il tifo nei processi

Anche l'ex difensore amaranto dovrà presentarsi davanti ai magistrati di Bari per difendersi dall'accusa di frode sportiva. Lo ha tirato di mezzo Andrea Masiello, suo vecchio compagno di squadra, oggi pentito e testimone credibile secondo gli inquirenti. Ma i processi sportivi, rispetto a quelli farseschi del 2006, sono addirittura peggiorati. Dal caso-Arezzo ai patteggiamenti e agli sconti di pena, la cura è peggiore del male. E la gente si divide a seconda della fede calcistica



Ranocchia in azione con la maglia del BariTra gli indagati per frode sportiva adesso c'è pure Andrea Ranocchia. Ha ricevuto un avviso di garanzia dalla Procura di Bari in relazione a una partita del 2009, quando giocava in Puglia, e dovrà presentarsi davanti ai magistrati dopo aver già deposto presso la Procura Federale di Roma. Ora, è vero che in questo pazzo, pazzo mondo, sempre più marcio, la mano sul fuoco non va messa mai per nessuno. Né per le mogli, né per le fidanzate, né per gli amici e figurarsi per i calciatori. Campasse in questi giorni, verrebbe qualche dubbio perfino su San Francesco. Ma insomma, Ranocchia è uno di quelli che per accroccare le partite proprio non ha l'inclinazione, né la testa né il carattere. Siccome è stato ad Arezzo due anni e l'abbiamo tutti conosciuto un po', non ce lo vediamo proprio incontrarsi con uno zingaro dell'est, mettere in saccoccia degli euro al nero e poi andare in campo e perdere di proposito. Queste sono cose che possono fare un Gervasoni o un Carobbio qualsiasi, oppure un Micolucci e un Masiello, guarda caso proprio i due che, dopo essersi pentiti, l'hanno tirato in mezzo.
Senza rischiare di bruciarsi il metacarpo, si può dire che da Ranocchia è impossibile aspettarsi tradimenti di questo genere. Suona un po' come quelle dichiarazioni che rilasciano i vicini di casa dell'omicida in preda al raptus (“era una persona a modo, salutava sempre”), ma è la verità. Purtroppo per Ranocchia, al quale auguriamo di cuore di tirarsi fuori da questa spiacevole situazione, il tritacarne si è messo in funzione e qualche brandello di pelle glielo staccherà di dosso. Intanto ha dovuto saltare il preliminare di Europa League a Spalato. Il resto si vedrà, ma con questi chiari di luna i 5 euro li punteremmo su un suo coinvolgimento in qualche specie di processo, perché quelli della giustizia sportiva sono spesso, quasi sempre, farse autentiche con una spolverata di pseudo diritto. Basta ricordarsi il 2006 e, tanto per rimanere in casa nostra, il famigerato illecito presunto costato 6 punti di default all'Arezzo. Poi a Napoli, anni e anni dopo, a retrocessione e fallimento consumati, è venuto fuori che di rilevante in realtà non c'era nulla e che addirittura l'intercettazione di Titomanlio era stata trascritta male. Quello al telefono con Meani non aveva detto “ho fatto la partita”, frase che venne interpretata come una confessione dell'illecito, ma “ho fatto una buona partita”. Il significato delle parole era completamente diverso, ma i plotoni d'esecuzione di calciopoli avevano già mirato e fatto fuoco senza indugi.
Da quei giorni strampalati, la situazione se possibile è peggiorata ancora. Con la riforma dello statuto federale, il codice di giustizia sportiva ha subito alcune modifiche, classico esempio della cura che si dimostra peggiore del male. Adesso per i deferiti è possibile patteggiare anche senza ammissione di colpa, ma soltanto per sfilarsi dai carboni ardenti del processo dove il giudicando è presunto colpevole e, salvo casi rari, prende batoste grosse così. Accordandosi con la Procura si ottiene lo sconto di un terzo della pena e spesso si deve pagare pure un'ammenda salata, che ovviamente va a ingrassare i capoccioni della Federcalcio. Soltanto con i patteggiamenti di ieri, per esempio, nelle casse di via Allegri sono entrati 300mila euro. Chissà ma contento Abete, l'uomo per tutte le stagioni, quello che alla petizione nostra, di Orgoglio Amaranto, firmata pure dal sindaco e da tutto il Consiglio Comunale, ancora non ha risposto (e tra un po' è passato un anno).

 

Masiello segna l'autogol volontario contro il LecceMa il guaio è che, dopo il 2006, adesso chi si pente e collabora con gli inquirenti, evita la radiazione e la mano pesante e conquista il diritto a condanne alleggerite. Ma non alleggerite di un po', proprio dimezzate come in periodo di saldi nei negozi. Carobbio, per citare uno molto chiacchierato in queste ore, dopo aver confessato di aver venduto partite una in fila all'altra e essersi goduto i soldi ricevuti da criminali scommettitori stranieri, nel primo filone di scommessopoli si è beccato venti mesi. Cioè niente. Però ha scoperchiato il vaso e Palazzi gli sarà riconoscente a vita. Non solo, generalmente lo considera pure credibile al pari di Gervasoni, Micolucci e Masiello, gente che a quest'ora avrebbe dovuto già essere cancellata dal calcio. Invece no, per lavarsi la coscienza e limitare i danni, questi tizi che guadagnavano un botto ma arrotondavano con gli accrocchi, straparlano e mettono di mezzo un esercito di persone. Ma non lo fanno con prove provate, bensì con dichiarazioni che possono essere veritiere come no. Il problema, nella giungla della giustizia sportiva, è che non è Masiello a dover dimostrare la veridicità delle sue accuse, ma il Ranocchia di turno a doversi scagionare. Solo che il pentito è attendibile perché ha ammesso i suoi rapporti con la mala, l'accusato è reticente e i tribunali lo infilano come un tordo. E' il discutibile principio con il quale fu giustiziato l'Arezzo e che oggi minaccia Conte, Ranocchia, Criscito ma anche Paolo Cannavaro e Grava. E' il vulnus che ha costretto la Sampdoria a pagare 50mila euro di multa per aver tesserato Bertani, sospettato (e non ancora giudicato) di aver commesso illeciti quando giocava a Novara. Oppure che è costato 6 punti di penalità al Siena da scontare nel prossimo torneo (per la gioia di Cosmi): Carobbio due anni fa si biscottava le partite e la società, dopo quel danno subito, ne subisce pure un altro, molto pesante, per la responsabilità oggettiva.
L'unica cosa più triste di tutto ciò che sta accadendo nei tribunali sportivi, è il tifo da stadio della gente che segue i processi. Gli interisti sperano nella condanna di Conte, gli juventini spingeranno per quella di Ranocchia, i romanisti per quella di Mauri e i doriani per quella di Criscito. Poi magari un pentito di questo par di zeri farà qualche altro nome e le parti si rovesceranno. Di sicuro c'è che Carobbio pilotava i risultati, Gervasoni fece fallo da rigore apposta e Masiello si è segnato un autogol volontario, mentre i tifosi del Bari avevano scommesso pure loro sulla sconfitta della propria squadra, scegliendo un po' di business al posto della fede. Per non parlare delle omesse denunce, reato del quale tutti, dirigenti, allenatori, calciatori, giornalisti e sportivi ci siamo macchiati almeno una volta nella vita.
In ogni caso, in bocca al lupo a Ranocchia.

 

scritto da: Andrea Avato, 02/08/2012





L'autogol volontario di Masiello contro il Lecce

COMMENTI degli utenti

Commento 1 - Inviato da: andrea_amaranto, il 02/08/2012 alle 14:58

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Andrea come sempre chapeau!

Commento 2 - Inviato da: Libanese , il 02/08/2012 alle 16:15

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La  cosa più triste ,  è il tifo da stadio   fuori dai  tribunali sportivi,...

 

ma poi x chi ?? 

Commento 3 - Inviato da: Sava, il 02/08/2012 alle 17:32

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Commento 2 - Inviato da: Libanese :

La  cosa più triste ,  è il tifo da stadio   fuori dai  tribunali sportivi,...

Sicuramente io non sarei fra quelli che tifano in quei luoghi, cionondimeno di cose tristi in questa vicenda ce ne vedo ben altre. Poi capisco che l'utilizzo di frasi come la tua hanno come scopo di abbellire e dar consistenza a concetti tutto sommato "leggerini", rimane il fatto che risulta piuttosto vuoto come concetto.

Commento 2 - Inviato da: Libanese :

ma poi x chi ?? 


Magari sono li per protestare contro quella che, a torto o a ragione, ritengono un ingiustizia nei confronti della propria squadra, non credi?

Te la butto la... non vorrei che ti ci fasciassi troppo il capo con quella domanda...

Commento 4 - Inviato da: Sava, il 02/08/2012 alle 17:32

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Comunque, ripeto, io li a fare quel tifo al 99% non ci andrei. Su questo concordo con te.

Commento 5 - Inviato da: ale 65, il 02/08/2012 alle 17:50

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Domanda stupida sicuramente ma provo a farla lo stesso .

Ma come fà una società di calcio ad accettare nel proprio organico un giocatore o un allenatore che vengono condannati dalla giustizia sportiva e che magari patteggiano per ottenere uno sconto della pena, come fà una società ad accettare tutto questo ?

Come fà un tifoso ad applaudire un giocatore o allenatore che hanno scontato una condanna per illecito , che garanzia possono dare tali persone.

E per me è colpevole sia quello che vende le partite sia quello che sà che le partite sono vendute..... e tace.

Commento 6 - Inviato da: Andrea Avato, il 02/08/2012 alle 18:09

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Io cmq mi riferivo al tifo da stadio di chi spera in una condanna o in un'assoluzione a seconda di chi c'è di mezzo e della squadra che rappresenta.

ALE65 (5)

Se è per questo ci sono anche società che hanno patteggiato. Il Torino è solo l'ultimo caso, ma c'è pure il Siena. Dirò di più: fosse stato possibile nel 2006, avrebbe dovuto patteggiare pure l'Arezzo. Con soli 3 o 4 punti di penalità, invece che 6, probabilmente sarebbe stata salvezza e sarebbe cambiata la storia. Quello che ci mette un po' fuori strada, secondo me, è pensare che uno sicuro della sua innocenza debba difenderla a ogni costo dentro il processo sportivo. E' una battaglia persa in partenza nove volte su dieci, perché l'onere della prova invertito mette un imputato con le spalle al muro. Per questo, pragmaticamente, molti scelgono il male minore. E onestamente non mi sento di dar loro torto.

Poi, per rispondere alla tua domanda, concordo sul fatto che uno condannato per illecito (ma con prove certe) debba essere radiato. Tifarlo o applaudirlo sarebbe impossibile.

Commento 7 - Inviato da: ale 65, il 02/08/2012 alle 18:24

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X Andrea

Per quanto riguarda le società coinvolte è evidente che qualcosa nella giustizia sportiva non funziona e chi tiene il potere detta le regole....

Commento 8 - Inviato da: Sava, il 02/08/2012 alle 18:25

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Commento 5 - Inviato da: ale 65:

E per me è colpevole sia quello che vende le partite sia quello che sà che le partite sono vendute..... e tace.

Concettualmente è vero, la gravità dei due illeciti non è nemmeno paragonabile, però di concetto dici il vero.

Il punto è che qui ci sfugge dove questo avviene: siamo in Italia.

Vedere gli l'italiano medio che si indigna per le partite truccate lanciando anatemi sulla legalità solo quando si parla di calcio (e sto parlando in astratto, non mi riferisco a te ale65... ho preso solo spunto dal tuo intervento) quando poi per 20 anni hanno eletto a presidente del consiglio un mafioso puttaniere al motto "al suo posto l'avrei fatto anche io", onestamente mi fa ridere... come mi fa ridere quelli che si stupiscono dell'omertosità in situazioni come questa quando alla base della quasi totalità dell'evasione fiscale italiana c'è proprio l'accondiscendenza di tanti nei confronti di chi evade...

Per rispondere alla tua domanda, io credo che una società preferisca avere fra le sue fila un dipendente il più possibile fidato piuttosto che uno con il quale corrano il rischio di vedersi coinvolti in qualche bega a causa di una sua denuncia alle autorità.

Commento 9 - Inviato da: ale 65, il 02/08/2012 alle 18:35

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Sono daccordo su quanto dici , ma non è solo negli ultimi 20 anni ,ricordati la storia Coppi e Bartali in che situazione era l 'Italia .

Noi italiani siamo un popolo di pecoroni , quando c'è un problema politico si cerca di far venire a galla altri problemi magari sportivi , e l'italiano si concentra su quelli e lascia da parte per un pò i problemi reali .

 

Commento 10 - Inviato da: Andrea Avato, il 02/08/2012 alle 18:43

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Io non voglio buttarla in politica. Ma la cosa che mi colpisce, da osservatore abbastanza distaccato (disilluso) in questo momento, è la diversità dei giudizi a seconda di chi c'è in ballo. Per esemplificare, ci sono quattro presidenti di regione sotto scoppola per motivi diversi (o simili, dipende dai punti di vista) che abbracciano praticamente tutto l'arco costituzionale. Mi riferisco a Formigoni, Errani, Vendola e Lombardo. Parecchi (quasi tutti) si scandalizzano o minimizzano in base all'area di appartenenza. Nel calcio succede la stessa cosa.

Commento 11 - Inviato da: Libanese , il 02/08/2012 alle 21:27

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Magari sono li per protestare contro quella che, a torto o a ragione, ritengono un ingiustizia nei confronti della propria squadra, non credi?

 

e che  torto  subirà  la juve...  , gli tolgono dei  punti x che  ha  3 tesserati coinvolti ?  No...,  Conte sà  cosa rischia  quindi sà che  decisioni prendere.., non potrà scendere in panchina, ma puo'  allenare.

 

Commento 12 - Inviato da: Libanese , il 02/08/2012 alle 21:33

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TANTO  nel calcio  come  disse  Weha  è  un mangia mangia  generale ,  e come dicono altri il piu'  pulito ha la rogna..., quindi x che avvelenarsi il sangue  x  uno  che nemmeno si conosce..,  x me  è colpevole l 50  %, o innocente al 50 %...,  faranno loro..., e  cazzi loro..  :)    tanto con me  non ci mangiano  :)

Commento 13 - Inviato da: ciabu, il 03/08/2012 alle 13:20

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perchè, a noi non è appena successo con Locatelli, che ha preferito patteggiare due anni piuttosto che intraprendere una battaglia lunga e forse inutile per dimostrare la sua innocenza?

porannoi... 

Commento 14 - Inviato da: baicol, il 03/08/2012 alle 14:25

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Lo schifo maggiore di tutta questa vicenda e' che rei confessi pentiti a chiacchiere rischiano di prendere punizioni piu' leggere di presunti innocenti tirati in ballo per avere sconti di pena.

Prima gli dai comunque la radiazione, poi se hanno voglia possono anche fare i pentiti.

Commento 15 - Inviato da: Amaranta, il 03/08/2012 alle 22:23

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rei confessi pentiti a chiacchiere rischiano di prendere punizioni piu' leggere di presunti innocenti tirati in ballo per avere sconti di pena.

Esatto, e cito Conte, che molti di voi non sopportano, ma a cui io sono rimasta molto legata dopo la salvezza sul campo ottenuta con noi. Per essere stato a conoscenza e non aver denunciato, rischia di farsi piu' squalifica di coloro che hanno alterato decine di partite. Che assurdita'! Ma da quando l'omerta' è un reato?

Commento 16 - Inviato da: baicol, il 03/08/2012 alle 23:51

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Secondo me anche l'omerta' va punita se si vuole cominciare a fare pulizia vera, quello che non sopporto e' che gente che ha realmente taroccato le partite non venga radiato immediatamente, ma anzi si dia credito a quello che dice per avere uno sconto di pena