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La morte di iron lady, gli hooligans, il modello inglese, il derby dei coltelli, settori vip

La scomparsa di Margaret Thatcher ha riacceso il dibattito sul suo modello aggressivo nei confronti delle frange violente del tifo inglese: per qualcuno ha reso sicuri gli stadi, per altri è stata solo repressione. In Italia intanto la panacea di molti mali potrebbero essere gli stadi di proprietà, anche se gli incidenti di Roma, l'atmosfera pesante in certe tribune d'onore e l'aggressione in autogrill a ragazzini di 16 anni disegnano una realtà molto controversa



uno striscione inglese dedicato alla ThatcherLa morte di Margaret Thatcher, 87 anni, è stata salutata con un bel po’ di sana violenza sparpagliata qua e là. Lei, “iron lady”, era passata alla storia anche per la lotta senza quartiere contro gli hooligans, che un tempo devastavano gli stadi inglesi e adesso non più. Ma su questo tema ci sono due scuole di pensiero diametralmente opposte: c’è chi considera l’ex primo ministro una vera benefattrice del football anglosassone, perché ha fatto piazza pulita di ubriaconi e picchiatori sistemati in tribuna, e chi invece ne disconosce il ruolo, limitandolo a una semplice operazione repressiva che ha creato più danni che vantaggi.

John Foot, per esempio, storico d’Oltremanica esperto anche di cose italiane, ha scritto che “la signora Thatcher in realtà non ha avuto nulla a che fare con la sconfitta degli hooligans in Inghilterra. Odiava il calcio e non ne capiva granché. Lei era parte del problema, non della sua soluzione. Subito dopo la tragedia dell’Heysel, la signora Thatcher si affidò alla repressione. Tutti i tifosi iniziarono ad essere trattati come dei criminali. Negli stadi, alcuni già vecchi e pericolosi di loro, furono erette barriere di metallo. Qui, in spazi strettissimi, venivano relegati i tifosi. Seguire la propria squadra in trasferta era diventato come stare in uno zoo. L’esperimento non ebbe successo. E fu purtroppo una tragedia a sancirne il fallimento. Il 15 aprile 1989 era in programma la semifinale della FA Cup tra Liverpool e Nottingham Forest. Si disputava in campo neutro, a Hillsborough (Sheffield). I tifosi del Liverpool arrivarono in ritardo e furono concentrati su una di queste gradinate strette e recintate. Quella volta non si trattò né di scontri né di violenza, ma 96 persone, tra cui molti giovani, rimasero schiacciate contro le barriere di metallo. Lo spazio era troppo stretto. Fu una cosa orribile. Una grande tragedia che segnò per sempre la vita di migliaia di persone”.

Su questa drammatica storia, tra l’altro, il velo di menzogna si è squarciato solo di recente, quando sono stati portati alla luce i vergognosi insabbiamenti della polizia inglese dell’epoca, che depistò le indagini per nascondere le proprie responsabilità nel non aver saputo gestire l’ordine pubblico.

 

Galliani contestato in tribuna a FirenzeComunque, John Foot ha aggiunto pure che “In Inghilterra gli stadi sono oramai tutti di proprietà dei club. Con la fine delle curve «tradizionali», le mitiche terraces come il North Bank di Highbury, gli stadi sono cambiati e il prezzo dei biglietti è aumentato. E’ cambiata l’atmosfera, più sicura ma anche più noiosa. I bambini hanno ricominciato ad andare alle partite e con loro donne, famiglie e anziani. I cori razzisti sono stati proibiti. Se tiri qualcosa in campo, vieni bandito per sempre. Negli ultimi 20 anni, il calcio inglese – e il modo di guardare il calcio in Inghilterra – è cambiato per sempre. I nuovi tifosi sono antropologicamente diversi dagli hooligans dell’Heysel. Sono abituati a stare seduti, vedere la partita, parlarne con chi gli sta accanto. La violenza è stata cancellata dentro gli stadi e sebbene si sia in parte trasferita all’esterno, resta comunque a livelli molto bassi. Puoi presentarti allo stadio 5 minuti prima del fischio d’inizio, entrare col tuo biglietto elettronico, andare al tuo posto in ascensore, avere una visuale perfetta e poi tornartene a casa. Molto è andato perso – compresa la cultura del tifo – ma molto si è anche guadagnato”.

Tutto ciò per dire che in Italia il decantato modello inglese continua ad essere invocato, magari anche edulcorato dei suoi aspetti meno positivi e raccontato più entusiasticamente del dovuto, ma mai seguito. Un’inversione di tendenza l’ha avviata la Juventus, costruendosi il suo stadio di proprietà, quasi un miracolo considerando le proverbiali pastoie burocratiche del sistema italico. E adesso tanti club vogliono cavalcare l’onda: l’Inter, il Napoli ma anche l’Udinese, perché un impianto privato è visto come uno spartiacque salvifico sia in termini economici che gestionali.

Per adesso, a salutare la dipartita della Thatcher, si sono registrati incidenti a Roma prima del derby (6 accoltellati, 8 feriti) e perfino in un autogrill dell’A1, domenica scorsa, quando i tifosi del Perugia di ritorno da Frosinone hanno aggredito verbalmente e non alcuni giovani atleti della “Ternana ciclismo”, fermi pure loro nell’area di sosta, oltre a un paio di dirigenti. Non solo, la tribuna vip di Firenze si è guadagnata l’onore della ribalta per le urla e gli schiamazzi contro un famoso dirigente avversario, costretto ad abbandonare la poltroncina di lusso per non finire sommerso di monetine, sputi e chissà cos’altro.

Come a ribadire che gli stadi di proprietà, confortevoli e attaccati al campo, sono una panacea che non risolve tutti i mali. Se poi uno esce di casa con sciarpa, berretto e coltello, o se alza le mani in faccia a un ragazzino di 16 anni, o se dalle tasche piene di carte di credito tira fuori gli spiccioli per lanciarli contro chicchessia, diventa impossibile progettare un calcio migliore.

 

scritto da: Andrea Avato, 09/04/2013





La scomparsa di Margaret Thatcher

COMMENTI degli utenti

Commento 1 - Inviato da: il ferro, il 09/04/2013 alle 16:34

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nel dubbio io meno....

Commento 2 - Inviato da: Andrea Avato, il 09/04/2013 alle 16:42

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Quattro tifosi della Fiorentina sono stati colpiti dal divieto di accedere alle manifestazioni sportive, dopo le contestazione nei confronti dell'amministratore delegato del Milan, Adriano Galliani, avvenuta domenica scorsa nella tribuna autorità dello stadio Franchi di Firenze, in occasione di Fiorentina-Milan. Due dei quattro tifosi sono stati anche denunciati. Per due dei supporters viola la misura del Daspo è stabilita in 3 anni, mentre per gli altri due il divieto di accesso allo stadio varrà per un anno.

72 ANNI — I destinatari dei daspo a tre anni sono due uomini fiorentini di 50 e 52 anni. Entrambi sono stati denunciati anche per violazione delle legge sulla violenza negli stadi: il primo per aver lanciato oggetti verso Galliani mentre abbandonava la tribuna delle autorità, il secondo per aver scavalcato il muretto che divide la tribuna dal palco autorità. Gli altri due identificati dalla digos e sottoposti a daspo per un anno sono un uomo di 44 anni, anch'egli fiorentino, e un 72enne, sempre di Firenze, che ha cercato di raggiungere il dirigente rossonero ed è stato fermato dall'intervento di un poliziotto. Uno dei quattro provvedimenti non è ancora stato notificato poiché il destinatario si trova all'estero.

AMMENDA — Oltre ai tifosi, a pagare è anche il club. La Fiorentina, infatti, ha ricevuto un'ammenda di 20 mila euro perché - come si legge sul comunicato ufficiale della Lega - "suoi sostenitori, al 19' e al 21' del secondo tempo, hanno indirizzato a due calciatori della squadra avversaria grida e cori costituenti espressione di discriminazione razziale; inoltre un suo collaboratore, allo stato non identificato, al termine del primo tempo, nel sottopassaggio che adduce agli spogliatoi, ha rivolto all'Arbitro un'espressione ingiuriosa". L'entità della sanzione è stata attenuata "per avere la società concretamente operato con le forze dell'ordine a fini preventivi e di vigilanza".

 

www.gazzetta.it 

Commento 3 - Inviato da: chiana, il 09/04/2013 alle 16:53

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Per i disrdini ed i morti di Sheffield dopo oltre 20 anni di processi sommari e polemiche si è scoperto che la colpa era delle forze dell'ordine con tanto di scuse da parte del governo attuale... a volte sarebbe il caso di sentire tutte le campane prima di giudicare.

Per quanto mi stanno sul cazzo i fiorentini ci vorrebbe un'altra piena dell'Arno ma se davano due ciabardoni a galliani non è che facessero poi così male... dice che il settantaduenne daspato è stato rintracciato dalle impronte digitali trovate sulla dentiera che aveva perso per divincolarsi Cool

Commento 4 - Inviato da: Gnicchelibero, il 09/04/2013 alle 17:43

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Bravo Chiana,io i fiorentini li detesto più di ogni altra razza però a sto giro sto con loro:di una mezza baruffa in tribuna hanno fatto un caso di stato, il daspo ad un 72enne poi è una barzelletta dai...

Commento 5 - Inviato da: il ferro, il 09/04/2013 alle 18:54

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ogni aretino degno di tal nome non può e non deve avere simpatie fiorentine. stop.

 

mi pare peggio che un affricano coi capelli ossigenati(!!), frustrato dal fatto che il suo squadrone di miliardari stava pareggiando con la Pro PATRIA, ha interrotto una partita e fatto DENUNCIARE E DASPARE 5 tifosi perchè gli facaveno "bu"......

 

boateng la tua velina l'han trombata anche in cina e più nel culo che nella vagina.....

ossigenati il cervello bastardo!!!

Commento 6 - Inviato da: ciabu, il 10/04/2013 alle 01:06

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E adesso tanti club vogliono cavalcare l’onda: l’Inter, il Napoli ma anche l’Udinese, perché un impianto privato è visto come uno spartiacque salvifico sia in termini economici che gestionali.

 

e poi al Cagliari rompono le balle per mesi