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Nell'Arezzo chi decide cosa? Ossimori concettuali, i poteri di Diomede, i diritti di Mezzanotti

Sono passati quattro giorni dalla sconfitta al Borgo e sono successe alcune cose che tradiscono una certa impreparazione della società di fronte alla prima, vera situazione complicata della stagione. Dal comunicato di un rigo e mezzo del presidente alla conferenza stampa del direttore generale, passando per un allenatore il cui lavoro deve essere giudicato solo da chi ha le competenze per farlo. Ecco il quadro della situazione a 72 ore dalla partita molto delicata contro il Deruta al Comunale



il presidente Ferretti e il vicepresidente De MartinoSono passati quattro giorni dalla sconfitta al Borgo e sono successe alcune cose che, leggendo fra le righe, testimoniano una certa impreparazione dell’Arezzo di fronte alla prima, vera situazione complicata della stagione. Non si nasce imparati né rodati né conoscitori di calcio, quindi lo scotto dell’inesperienza prima o poi si paga ed è normale che sia così. Ma prevenire sarebbe meglio che curare, come dice pure la pubblicità. E la dirigenza, da Ferretti in giù, ha sempre trascurato la necessità di mettere su una struttura dove competenza, preparazione tecnica e distinzione dei ruoli fossero i requisiti primari. Così ora accade che non si sa chi deve decidere cosa e la speranza è che col Deruta vada tutto liscio come l’olio, altrimenti si rischia l’implosione.

Dunque. Domenica l’Arezzo perde a Sansepolcro. E’ la prima sconfitta tra amichevoli, Coppa e campionato ma marchia a fuoco un mese di settembre con meno soddisfazioni del previsto. La piazza si agita e il presidente Mauro Ferretti in persona si sente in dovere di vergare un rigo e mezzo di comunicato stampa (praticamente un tweet) con cui “la società conferma piena fiducia all’allenatore e alla squadra tutta, fiducia peraltro mai venuta meno”. Un ossimoro concettuale bello e buono, perché se la fiducia è salda e intatta, non c’è bisogno di ribadirlo al mondo, tantopiù che al Buitoni era arrivato solo il primo ko stagionale. Anzi, siccome nel calcio certe reazioni sono automatiche, tutti hanno immediatamente pensato che quei 123 caratteri potevano essere il preludio all’epilogo opposto. La famosa “excusatio non petita, accusatio manifesta”.

Oltretutto, l’uscita pubblica di Ferretti è giunta con ventiquattr’ore di anticipo rispetto alla conferenza stampa già fissata di Daniele Diomede, che non è il giardiniere dell’antistadio ma il direttore generale, quello che sovrintende all’area tecnica e che dovrebbe dirimere con cognizione di causa le questioni di tale fattispecie. Così facendo Diomede, come accade dal giorno della sua nomina, si è trovato tra le mani un potere dimezzato. E alle domande dei cronisti non ha potuto far altro che offrire risposte allineate all’opinione presidenziale.

 

Davide Mezzanotti, prima sconfitta della stagione al BorgoIl che, anche nei confronti della squadra e dell’allenatore, non è esattamente il massimo della vita. Perché se Diomede va negli spogliatoi per tirare le orecchie a qualche giocatore oppure per confrontarsi a muso duro con Mezzanotti, deve avere le spalle coperte e l’autorevolezza necessaria. Ma se la linea la traccia Ferretti (o De Martino), allora di un direttore generale non si capisce quale bisogno ce ne sia, se non quello di avere un uomo della società presente ogni giorno su piazza. Che poi, usando un po’ di malizia, è in effetti il vero motivo per cui così venne deciso a metà giugno. Altro che area tecnica.

Non per caso Diomede, sul punto dolente, ha spiegato che “con quel comunicato il presidente ha voluto dimostrare che c’è e vede tutto”. Tutto tranne che la partita di Sansepolcro. E in questo momento invece, per prendere decisioni vitali per il futuro dell’Arezzo, bisognerebbe padroneggiare ogni dettaglio, anche quello apparentemente più insignificante: allenamenti, partitelle, occhiate, gesti, partite, reazioni emotive, relazioni interpersonali tra compagni e tra squadra e tecnico. Questo, si badi bene, è soprattutto un diritto di Mezzanotti. Perché parliamoci chiaro: si può discutere di non gioco, di moduli sbagliati, di gestione dei cambi, ma l’allenatore e il suo lavoro devono valutarli chi ha un minimo di basi. Sennò viene il sospetto che scegliere l’esonero sia solo un ragionamento di pancia per assecondare i bollori dell’ambiente, mentre scegliere la conferma sia solo una scusa per non darsi la zappa sui piedi e ammettere implicitamente che in estate si è sbagliato strada. Non è così che si dovrebbe fare, serve sostanza.

E quindi Diomede, promosso in fretta e furia da team manager a diggì per i motivi di cui sopra, e tenuto costantemente sotto tutela da vicepresidente e presidente, sarebbe l’unico, per presenza e ruolo, che dovrebbe gestire la patata bollente oggi o il carro dei vincitori magari domani. Ma non è così. Difatti proprio lui, in conferenza, ha detto: “ogni decisione presa è collegiale, da quella logistica e organizzativa a quella tecnica”. E quindi il futuro di Mezzanotti, o il prossimo acquisto di mercato, saranno trattati pari pari alla rizollatura del Comunale o all’arredamento della sede. Collegialmente. Sperando che De Martino si scopra un dirigente illuminato e che il fiuto di Ferretti nel calcio porti gli stessi risultati che ha portato negli affari. E che domenica Mezzanotti batta il Deruta.

 

scritto da: Andrea Avato, 03/10/2013





COMMENTI degli utenti

Commento 1 - Inviato da: Giotto, il 03/10/2013 alle 13:01

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E qui finalmente (oopure una volta di più) si capisce chi è il nostro Presidente. Un imprenditore che a una certa età e dopo molti successi aziendali si è voluto togliere lo sfizio di giocarsi nel bel gioco del calcio. Come si sta giocando? Decide tutto lui. Nel bene o nel male. Certamente sembra avere più raziocinio di altri Presidenti chiacchieroni, qua almeno ha portato basi solide e coinvolgimento dell'ambiente. Peccato che la ciccia sia il calcio e li bisognava si facesse consigliare bene da qualcuno. Tanto te tocca, è un passaggio obbligato, anche in serie D. Diciamo anche che è il nostro Presidente da neanche un anno e quindi ha molti margini di miglioramento. Peccato che c'è un picolo problema che cova sotto la cenere, anzi ha già ripreso foco: la gente non ne pol più della serie D e sono state creata enormi aspettative. Se era arrivato con massetti 4 anni fa, magari s'aveva un po' di pazienza, ma oggi...... APPELLO FINALE: Presidente le premsse sono buone, il pubblico segue la squadra (guardi che non è facile trovare 600 persone che vanno in trasferta e che oggi hanno 40 di febbre, sa che danno lei ha fatto alla Usl 8?), aggiusti la rotta, è in tempo.

Commento 2 - Inviato da: contedimontecrisco, il 03/10/2013 alle 13:37

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Bell'articolo,se Domenica giocano Pecorari Scarpelli e Idromela le decisioni  le prende Amaranto Magazine e sono dell'avviso che non serviva giustificare al mondo le difese al Mister dopo la prima sconfitta.Avere timore del Deruta mi pare eccessivo.

Commento 3 - Inviato da: Ale75, il 03/10/2013 alle 13:45

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Io l'operato di questa dirigenza lo giudicherò solo a maggio, per un semplice motivo: quando Ferretti è diventato presidente disse che se ci fosse stata la possibilità di ripescaggio i soldi (fidejussione e quant'altro) non sarebbero state un problema. Dato che non ci è MAI stato spiegato come mai al verificarsi di questa ipotesi la scelta è stata VINCERE IL CAMPIONATO SUL CAMPO, io dico DI DUE UNA. Ecco perchè rimando ogni critica a fine campionato senza nessun processo alle intenzioni.

Commento 4 - Inviato da: il ferro, il 03/10/2013 alle 14:49

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e qui scatta il 10 e lode per l'unico serio e vero giornalista sportivo amaranto (pur gobbo e mezzumbro).

 

unica constatazione:

l'operato di un mister si giudica in base ai risultati e al gioco. si, perchè chi paga vorrebbe anche avere la fortuna di vedere un po' di gioco o almeno qualche tiro verso una porta difesa da riccardino come quella di ssepolcro...... 

PER QUESTO lo giudichiamo tutti e per primi noi tifosi, che dopo 30 anni (ma tanti anche di più) ININTERROTTI di Arezzo calcio in casa e fuori mi sento di dire che di pallone ne capiamo più di altri ce comandano.......

Commento 5 - Inviato da: il ferro, il 03/10/2013 alle 14:54

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ale 75:

bonaaaaa ugoooo

è 3 anni che se fa così.....e 3 anni che s'acciuffa nel cacapranzi.

a sto giro sarà meglio cambiare e farsi sentire in corsa, no?????

 

avato:

allora di un direttore generale non si capisce quale bisogno ce ne sia, se non quello di avere un uomo della società presente ogni giorno su piazza. Che poi, usando un po’ di malizia, è in effetti il vero motivo per cui così venne deciso a metà giugno. Altro che area tecnica.

il che di per sè è un'ottima cosa. diomede dove vai lo trovi. e questo è un gran bene. temo però che un mussolini mai sopporterà un collaboratore che ne sappia più di lui, valido,capace e tosto.....la storia insegna che i grandi condottieri come il duce amano circondarsi di gente come achille starace.....(andate a vedervi il soprannome se non lo sapete....)

 

Commento 6 - Inviato da: spiblo, il 03/10/2013 alle 16:00

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tutto giusto e sacrosanto compresa l'affermazione del Ferro sui capi carismatici che raramente hanno intorno altro che cortigiani...anche se per essere precisi, i cortigiani di solito arrivano a successo acquisito, nella fase di ascesa qualche buon "consigliori" c'è sempre ....e comunque il capo carismatico oltre ad essere un accentratore è un decisionista che si assume il rischio della scelta e delle svolte  nel bene e nel male. Vediamo .....

Commento 7 - Inviato da: Giotto, il 03/10/2013 alle 16:41

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Si però ragazzi facciamo anche un discorso più articolato. Un buon capo o imprenditore che sia si circonda anche di persone esperte e competenti. Poi  magari è un decisionista, ma non può essere tuttologo. Quindi un imprenditore che entra nel calcio o si fa consigliare o ha giocato a pallone in serie A (e non è detto che gli riesca bene come far il Presidente). E dato che il calcio non è solo un gioco, anche se noi vorremmo che fosse così, dato che girano motli guadrini e interessi, tipo l'interesse di 10.000 tifosi aretini che vogliono almeno la serie B, è bene fare le cose seriamente e rendersi conto che un aiutino da un ds esperto non fa male, anzi......

Commento 8 - Inviato da: baicol, il 03/10/2013 alle 18:02

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Speriamo che a forza di dirglielo che ci vuole un DS il presidentissimo lo capisca e tappi questa falla.

Le case si costruiscono partendo dalle fondamenta e su fino al tetto senza tralasciare niente, altrimenti rischi che ti casca tutto in capo.

Senza scomodare personaggi storici, anche il Mancini ogni tanto si faceva prendere dalla smania di fare tutto da se, poi capiva che stava sbagliando e cercava di porre rimedio, ma le annate buone sono sempre state quelle in cui siamo partiti e arrivati con un ds bravo, in una piazza come Arezzo questa regola vale anche in serie d

Commento 9 - Inviato da: RICK57, il 03/10/2013 alle 20:32

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Giotto, e' vero, un buon imprenditore si circonda di persone competenti...... Ma chi ha un bel giocattolo tra le mani, ci vuole giocare da sollo..........

Commento 10 - Inviato da: il ferro, il 03/10/2013 alle 21:23

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senza diesse vero e cazzuto si finisce come arezzocaputmundi a chiedere l'elemosina di un portiere.....

Commento 11 - Inviato da: chiana, il 03/10/2013 alle 22:34

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Occorre un ds vero che abbiamo conoscenze nel calcio vero... 

Commento 12 - Inviato da: Giotto, il 04/10/2013 alle 09:09

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Si RICK ma il calcio è una cosa tremendamente seria che coinvolge ad Arezzo quando va male 1.000 malati, quando va bene (ma parecchio bene) almeno 5.000 persone. Quindi se ti compri la Ferrari per girarci in strada la guidi da solo, ma se compri la Ferrari per vincere i Gran Premi ci devi mettere il pilota giusto e anche un direttore del reparto corse. Poi te interviste e la gloria te le godi te che ci hai messo i soldi, ma il giocattolino va creato bene, non che compri dei pezz, lo monti a caso e non sai come usarlo........

Commento 13 - Inviato da: RICK57, il 04/10/2013 alle 13:10

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Ecco Giotto, con l'ultima frase hai fotografato perfettamente quello che sta accadendo.....