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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
MONDO AMARANTO
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NEWS

I processi di Mancini e un periodo ingiallito dal tempo

L'ex presidente dell'Arezzo ha diversi procedimenti giudiziari a cui fare fronte, molti dei quali riguardano l'attività di massimo dirigente amaranto. Un periodo, quello della sua gestione, in cui non ci siamo gustati fino in fondo tanti grandi eventi sportivi, impegnati nelle risse calcistiche originate dal modo manciniano di fare calcio



la maratona piena e uno striscione pro-ManciniUn processo al giorno leva il medico di torno. O forse era una mela? All'ex presidente dell'Arezzo Piero Mancini conviene pensare che il detto giusto sia il primo, perché non passa giorno che il suo nome non finisca nelle cronache giudiziarie per le vicende più svariate, molte delle quali però legate al suo periodo di dirigente calcistico. A lui, allora, dedico la riflessione di oggi, con la colonna sonora di “Un giudice” di Fabrizio De Andrè (e ogni riferimento alla statura è puramente casuale). Così tanti processi in Italia, forse, ce li ha solo Berlusconi, al quale l'industriale della Rassinata si era paragonato senza sentirsi da meno in un memorabile dopo partita in una notte di Cesena. Proprio ieri sera nel suo Tg, Enrico Mentana ha presentato un servizio sui processi di Berlusconi, ex Presidente del Consiglio, notando come il clamore sia nettamente scemato adesso che non è più alla guida del governo. In qualche modo anche i processi di Mancini che investono il calcio ci sembrano molto meno interessanti, come se riguardassero un'altra vita nella quale personaggi come Ceravolo, Fioretti o Chianese diventano nebulosi, ingialliti dal tempo e dagli eventi. Le questioni di soldi, in effetti, diventano essenzialmente personali, e riguardano oggi una società chiamata Ardesia alla quale i riferimenti calcistici sono stati opportunamente tolti anche nel nome. In questi giorni la stessa Ardesia è comparsa anche durante la trattativa tra Severini ed i proprietari dei campini dell'antistadio, ma è un accostamento improprio tra due vicende che non possono e non devono essere confuse. Una delle vicende giudiziarie di queste settimane ha riguardato invece le eccessive presenze allo stadio in occasione della gara di coppa contro il Milan, e questo mi ha indotto ad alcune riflessioni che, con il senno di poi, ritengo sia giusto fare. La prima, più ovvia, è che fa sorridere oggi sentir parlare di troppe presenze in Maratona, settore la cui desolante fatiscenza ci mette ogni domenica tristezza, ma quella più profonda è che in quegli anni contro il Milan ci abbiamo giocato, e sul serio, in diretta tv e senza neanche demeritare, tanto che alla fine un gol regolarissimo annullato a Terra a San Siro avrebbe potuto anche portare ad esiti ancora più clamorosi. Quel modo di fare calcio così rissoso, in costante guerra con il mondo, i cui effetti si vedono appunto oggi nelle aule di tribunale, ci ha comunque portato a vivere eventi storici, e forse il torto di Mancini è proprio quello di non averceli fatti gustare fino in fondo perché di quella guerra eravamo, magari su diversi fronti nell'arco di dieci anni, protagonisti attivi. Resta quindi un po' di amarezza, e anche la sensazione di grande ingiustizia con la conclusione del processo di Napoli per Calciopoli dove anche un tribunale che (è evidente) nel dubbio ha condannato, ha dovuto riconoscere che l'Arezzo non c'entrava proprio niente. Quel danno, che non è di solo di Mancini ma di tutti noi, chi lo risarcisce?

scritto da: Luca Caneschi, 23/11/2011





COMMENTI degli utenti

Commento 1 - Inviato da: il ferro, il 24/11/2011 alle 15:18

Foto Commenti

lo risarcisce quel babbeo che ha fatto lo striscione a mancini.