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Un anno fa Massetti cedeva a Severini. Assegni, immagine, la vera sfida per il futuro

Nel novembre 2010 si consumò il passaggio del testimone al vertice della società, dopo una trattativa saltata con l'imprenditore Massimo Paoloni. A distanza di dodici mesi la dirigenza ha investito molto sia dal punto di vista economico che dei rapporti, ma la città ancora non risponde. Ed è su questo terreno che si gioca la partita per il domani dell'Arezzo



il tavolo della prima conferenza stampa di SeveriniUn anno fa di questi tempi l’Arezzo passava di mano. Marco Massetti cedette la maggioranza a Gino Severini, dopo aver aperto, chiuso bruscamente, riaperto e richiuso un’altra trattativa con Massimo Paoloni. Fu quella una storia di assegni esibiti a favore di telecamera, firmati e rifiutati. E tutti, anche i più inesperti, compresero la differenza fra un bancario e un circolare. Paoloni, comunque, fu davvero sul punto di acquistare la società, ma poi gli vennero i dubbi, tergiversò e Massetti prese un’altra strada. Aveva fretta di chiudere, il presidente di allora, e non si poteva dargli torto. Era stato l’unico a presentarsi da Fanfani coi soldi veri, in estate, e con l’avvertenza che avrebbe fatto il meglio possibile, che ce l’avrebbe messa tutta, ma che bisognava aspettarsi mesi di sofferenze sportive, perché il budget era quello che era. Difatti Massetti si era sempre definito un traghettatore, ma bastarono poche settimane e qualche applauso dalla curva per sollevare un’ondata di polemiche spropositate. Il signor Comas venne letteralmente massacrato da una parte dell’opinione pubblica, con una cattiveria che a ripensarci oggi mette ancora più tristezza.
Comunque, dodici mesi fa tondi tondi, dopo una negoziazione complessa ma celere, Massetti annunciò il passaggio del testimone. E in sala stampa, il 23 novembre 2010, si materializzarono Severini e tutto il futuro organigramma, con Balbo, Martucci, Felletti e Anzalone. In diretta telefonica intervenne pure Zingaretti e il commissario Montalbano, bontà sua, ebbe il potere taumaturgico di svelenire il clima. Vennero riposti i fucili e l’Arezzo, con innesti mirati e un po’ di tranquillità in più, vinse subito a Deruta, rivinse con lo Scandicci, zoppicò fino a gennaio ma poi mise la quarta, chiudendo la stagione con sedici risultati utili di fila. Fu salvezza tranquilla, il massimo che ci si poteva aspettare.
gli assegni bancari di Paoloni, rifiutati da MassettiLa gestione Severini, in questo primo anno di attività, si è caratterizzata per la conferma di Orgoglio Amaranto dentro il capitale sociale. La breccia l’aveva aperta Massetti, ma non era così scontato che gente di Roma si muovesse sulla stessa linea. La società si è data da fare il giusto sul piano dell’immagine, organizzando il triangolare di beneficenza lo scorso 30 aprile, promuovendo una campagna abbonamenti a prezzi stracciati, inviando tessere omaggio per lo stadio a tutti gli ex presidenti. Premure che a queste latitudini non erano state mai viste ma nemmeno pensate. Sotto il profilo sportivo, la proprietà ha investito cifre cospicue. In organico ci sono calciatori che costano quasi come professionisti (anzi, senza il quasi) e la previsione di spesa per questa stagione (un milione e spiccioli) è in linea con le ambizioni della piazza. Nell’anno solare, a fronte di 28 partite di campionato disputate, la squadra ha perso solo due volte. E adesso sta lottando per la promozione. Potrà e dovrà essere migliorata, ma le fondamenta sono state costruite sulla roccia e non sull’argilla. Più in generale, il progetto che sta portando avanti Severini, e che è sopravvissuto anche all’addio di Abel Balbo, è interessante. La ristrutturazione del settore giovanile ne è il cardine, il fulcro attorno a cui ruota tutto il piano di rilancio dell’Arezzo.
Il vivaio, però, è anche il trait d’union con i mille problemi incontrati in questi mesi. La logistica è un tasto dolente e i rapporti con la città pure. Quando Severini acquistò l’Arezzo, come lui stesso ha ripetuto più volte, si aspettava di entrare in un ambiente collaborativo, in un contesto economico e istituzionale attento. Nulla di tutto ciò. Le associazioni di categoria sono rinchiuse nel loro guscio, per non parlare degli imprenditori nostrani, quelli che una sponsorizzazione la faranno, ci mancherebbe, ma quando saremo di nuovo in B. C’è la crisi e questa è una zavorra pesantissima, ma a volte la sensazione è che sia anche la scusa più comoda per restarsene nel limbo. E poi c’è un’amministrazione comunale che, alle prese con la recessione, sta facendo quel che può. Cioè poco e solo grazie, bontà sua, allo sbattimento di un assessore che perlomeno allo stadio ci viene sempre.
L’Arezzo è sempre stato ospite dentro la città. Ma prima, con Mancini, lo era per scelta. Adesso no. Il vero nodo da sciogliere in chiave futura, per la gestione Severini, è proprio questo. Un anno dopo il loro arrivo, questi dirigenti possono vincere il campionato ma rischiano di ritrovarsi ancora più soli. Sta qua la vera sfida da giocare nei prossimi mesi. In ballo c’è il domani dell’Arezzo.

scritto da: Andrea Avato, 26/11/2011





COMMENTI degli utenti

Commento 1 - Inviato da: Andrea Avato, il 26/11/2011 alle 15:02

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Ecco i convocati da Mister Bacis per la partita di domenica a Todi: Bucchi, Dolci, Galasso, Macellari, Mencarelli, Pecorari, Pucci, Sensi, Bozzoni, Crescenzo, Idromela, Marino, Nofri, Rubechini, Cissè, Martinez, Pozzebon, Raso.

www.atleticoarezzo.it 

Commento 2 - Inviato da: il ferro, il 26/11/2011 alle 15:11

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pozzebon???? ma come??? o non era quasi deceduto....forza!!sei forte ce la farai...dai è dura ma te sei un omone grande e grosso.... andate a rileggere gli auguri di qualche commento....pareva avesse un malaccio!!!invcece 20 giorni e è già convocato!

intanto MARTINEZ rischia di finire fuori rosa perchè non sa a memoria le poesie di trilussa e gli stornelli,in particolare"fatece largo che passamo noi..."   martucci per sostituirlo sta trattando gigi proietti e antonello venditti.

Commento 3 - Inviato da: RICK57, il 26/11/2011 alle 17:52

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ciao Ferro,

leggo tutti i tuoi commenti ed ho sempre trovato in  essi espressioni di una persona che ha l'Arezzo nel cuore... un amore... ahimè, di vecchia data...come il mio che dura da circa 48 anni.

Ultimamente mi sembri un po' prevenuto contro questa Società, non mancando di sottolieare la loro romanità.

Il mio sogno è quello di vedere un Arezzo in categorie alte (A o B) ..guidata da imprenditori aretini uniti nei loro intenti ed appoggiati da una giunta comunale che creda nel progetto calcio come una dei punti di sviluppo e valorizzazione della città.

Ad oggi tutto è pura utopia e tu lo sai meglio di me...sicuramente.

Questa è la realtà Ferro, che ci piaccia o no, non possiamo fare che accettarla nella speranza di tempi migliori...

Opinione per opinione.....  Ferro   Wink