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Addio a Corrado Viciani. Con lui il calcio cambiò per sempre. Fino al tiqui-taca di oggi

All'età di 84 anni si è spento l'allenatore che rivoluzionò la tattica in Italia, utilizzando con la Ternana e il Palermo quel gioco corto con cui mise in difficoltà gli squadroni dell'epoca. Nato a Bengasi, in Libia, ha vissuto gran parte della sua vita a Castiglion Fiorentino



Corrado Viciani, inventore del gioco cortoProvate ad immaginare il Barcellona senza il tiqui-taca, un Barça senza i passaggi continui e il pressing alto. Ebbene, un simile schema di gioco non sarebbe stato immaginabile prima delle intuizioni di Corrado Viciani, scomparso a Castiglion Fiorentino due giorni fa.
Allenatore visionario, Viciani va annoverato tra i più illustri esponenti del calcio aretino. Nacque a Bengasi (Libia), figlio di un'Italia ancora coloniale, il 3 dicembre del '29, lo stesso giorno in cui il Presidente Roosevelt annunciava al popolo americano che la terapia d'urto contro la Recessione aveva avuto successo. Se n'è andato, neanche a dirlo, in una situazione speculare, con una crisi che ancora non lascia intravedere spiragli.
Dopo una modesta carriera da calciatore come mediano con le maglie di Fiorentina, Como e Genoa, intraprese la carriera da allenatore. Le massime soddisfazioni le ebbe alla guida della Ternana, che riuscì a portare in serie A nel 1972, prima volta per una squadra umbra (ed è degno di nota che fu proprio Viciani a "scoprire" Ilario Castagner, allenatore che avrebbe portato la rivale Perugia in A e a conquistare persino il primato dell'imbattibilità in campionato, con un incredibile secondo posto nel 1979). Negli anni a Terni, Viciani sviluppò l'idea di calcio che lo rese famoso, il gioco corto: uno schema basato sul marcato possesso palla, sul pressing alto, su veloci sovrapposizioni e sul lungo fraseggio tra tutti i componenti della squadra... in pratica il predecessore del tiqui-taca catalano. Il gioco corto non nacque per snobismo, ma allo scopo di sopperire alle carenze tecniche di una squadra di provincia.
Dopo le vicende umbre, Viciani scese a Palermo su richiesta del celebre presidente Renzo Barbera. Pur guidando una squadra di serie B, arrivò (1974) a un passo dalla vittoria della Coppa Italia, persa solo ai rigori contro il Bologna.
Sarebbe bello ricordare il profeta (come veniva chiamato) anche qui, nella sua terra d'adozione, con un premio o un torneo giovanile; a quanto pare i tifosi ternani sono intenzionati a dedicargli la curva est - cuore del tifo rossoverde - dello stadio Libero Liberati. Chiudiamo con una sua massima, oggi più che un monito: fai quello che sai fare, fallo bene e fallo in fretta.

 

articolo pubblicato su www.valdichianaoggi.it

 

scritto da: Daniele e Alessandro Ferri, 14/02/2014