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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
MONDO AMARANTO
Simone ed Emanuele, fedelissimi della Minghelli
NEWS

Il Ciclo dei Mesi della pieve di Santa Maria Assunta

La Pieve di Santa Maria Assunta ad Arezzo, meraviglia romanica del XII secolo, nasconde una miriade di capolavori artistici. Intorno al quarto decennio del Duecento, durante i lavori di arricchimento della facciata, fu addossato al portale maggiore un archivolto dove inserire un complesso scultoreo raffigurante il Ciclo dei Mesi, collegati principalmente alle attività agricole che scandivano il calendario. 



Il tema della rappresentazione dei mesi durante il Medioevo si sviluppò in Francia La Pieve di Santa Maria Assunta ad Arezzo, meraviglia romanica del XII secolo, nasconde una miriade di capolavori artistici.

Intorno al quarto decennio del Duecento, durante i lavori di arricchimento della facciata, fu addossato al portale maggiore un archivolto dove inserire un complesso scultoreo raffigurante il Ciclo dei Mesi, collegati principalmente alle attività agricole che scandivano il calendario.

Il tema della rappresentazione dei mesi, che si trovava già nei mosaici romani e paleocristiani, durante il Medioevo si sviluppò in Francia, in particolar modo nel binomio “tempo che scorre/lavoro agricolo”.

In Italia tale influenza artistica attecchì soprattutto in area padana e celebri esempi si trovano a Ferrara, Parma, Modena, Cremona e Verona. Forse, proprio in questa zona fu commissionato anche il ciclo aretino, successivamente dipinto da maestranze locali.

Tutte queste opere rappresentano oggi delle fondamentali testimonianze della vita dell’epoca, dall’abbigliamento all’alimentazione. Il lavoro umano veniva esaltato nei suo aspetti più umili ma indispensabili per il mantenimento e ogni volta che il fedele entrava in chiesa poteva riconoscersi, anche con un pizzico d’orgoglio, in quelle immagini. Senza dimenticare che nella simbologia cristiana il peccato originale poteva essere espiato tramite il duro lavoro.

Il Ciclo della pieve è suddiviso in quattro scompartiPer leggere in maniera ordinata il ciclo della Pieve, che è suddiviso in quattro scomparti contenenti ciascuno tre mesi, bisogna partire da quello esterno di destra, quindi saltare a quello esteriore di sinistra, proseguire con quello sinistro interno e quindi terminare con quello destro interiore.

Gennaio è rappresentato con una figura classica, Giano Bifronte. Mentre una delle sue due facce guarda al passato l’altra volge al futuro. Il personaggio si scalda davanti al focolare, gustandosi un bicchiere di vino nuovo.

Febbraio vede un giovane che dopo aver potato un ramo lo sta lavorando per realizzare un arnese da lavoro.

A Marzo un uomo soffia dentro il corno, allegoria dei bizzosi venti di stagione.

Aprile è un giovane con la ghirlanda in testa e un rametto fiorito in mano, a simboleggiare l’arrivo della primavera.

Maggio è un cavaliere vestito da parata, perché il giungere della bella stagione segna anche la ripresa delle campagne militari.

Giugno è raffigurato come un contadino intento a mietere il grano con la falce.

Quello stesso raccolto a Luglio viene battuto.

Ad Agosto il bottaio controlla con il mazzuolo che i recipienti abbiano i cerchioni apposto, in previsione di Settembre, mese di vendemmia, rappresentato da un giovane che raccoglie l’uva.

In Ottobre l’agricoltore semina il grano, usando il mantello come sacca.

A Novembre c’è la raccolta delle rape e infine, a Dicembre, si ammazza il maiale.

Il restauro del ciclo è durato quasi dieci anniDa notare, nel punto dove il suino viene squartato, la colorazione bianca. Si tratta di un animale definito oggi “di cinta senese”, ma che era copiosamente allevato nel Medioevo nel territorio aretino, soprattutto in Valdichiana.

Il restauro del ciclo è iniziato nel 1993 ed è durato quasi dieci anni, nel corso dei quali è stato fatto un lavoro che ha avuto eco a livello internazionale.

Lo stato di degrado in cui versavano le policromie originali, a causa degli agenti atmosferici, delle sostanze inquinanti e dello sporco, non ha impedito di recuperarle per il loro 90%. Grazie a questa ristrutturazione, che ha dato esiti clamorosi, il Ciclo dei Mesi della Pieve si è inserito a pieno diritto tra i capolavori assoluti della scultura medievale europea.

Per approfondire: Un mestiere per ciascuno. Il ciclo dei mesi nel portale maggiore della pieve di S. Maria Assunta ad Arezzo (Pierangelo Mazzeschi, Società Editrice Fiorentina 2010)



scritto da: Marco Botti, 26/09/2008