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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

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Scelto l'allenatore, individuato il Dg: prende forma l'Arezzo di Zavaglia. Diomede in bilico

Mauro Ferretti sarà anche accentratore e decisionista ma l'esperienza insegna. E così, dopo un anno di delusioni, è tornato a Canossa per affidarsi al consulente di fiducia che gli ha indicato Chiappini al posto di Mezzanotti e che adesso ha suggerito il 39enne Danilo Pagni come nuovo capo dell'area tecnica. Il lavoro, considerando che la parte calcistica della società va ricostruita da zero, non mancherà di sicuro. Incerto il futuro dell'attuale direttore generale



Franco Zavaglia con Daniele Diomede al Comunale‘’L’esperienza insegna’’ dice un vecchio adagio. E così, dopo un’annata di speranze disattese dai risultati, anche Mauro Ferretti ha compreso che di ottime intenzioni è lastricata la strada che porta all’inferno. Tradotto: porsi obiettivi ambiziosi e tentare di raggiungerli in buona fede non basta. Se non c’è organizzazione e conoscenza, nove su dieci va tutto in malora. L’Arezzo lo ha imparato a proprie spese e adesso, siccome il mondo non finisce il 4 maggio, c’è da programmare il domani.

Il lavoro è improbo e non può essere impostato senza un uomo di calcio, senza un direttore sportivo, con un allenatore che fa il mercato e un direttore generale che ha la terz’ultima parola sulle questioni basilari. Imperfezioni gravi che quest’anno sono costate carissime. E allora, siccome Ferretti sarà pure un decisionista e un accentratore, ma di buttare soldi al vento non ne ha troppa voglia, è tornato a Canossa, riallacciando un rapporto molto stretto con Franco Zavaglia, il procuratore che già l’estate scorsa era stato interpellato all’alba della stagione e che poi, visto che i suoi consigli non venivano recepiti, si era defilato in disparte.

Stavolta no, stavolta si fa come dice Zavaglia e non c’è un Bonafede né un De Martino che tenga. E’ un cambio di rotta obbligato che ha già portato novità tangibili: Chiappini in panchina è una scelta di Zavaglia, che a precisa richiesta di Ferretti si è messo a spulciare l’elenco di quelli in grado di mettersi a capo dell’area tecnica. E alla fine, dopo giorni di colloqui, la pallina si è fermata sulla casella di Danilo Pagni. 39 anni compiuti ieri, nato a Castrovillari, con esperienze a Taranto, Gallipoli e Salerno, Pagni è il candidato numero uno a costruire l’Arezzo che verrà, anche se ancora la sua investitura non ha i crismi dell’ufficialità.

 

Danilo Pagni, 39 anniE’ evidente che, stando così le cose, il vero marchio di fabbrica sul futuro amaranto sarà proprio quello di Zavaglia, anche se poi, dopo aver riempito le voci dell’organigramma, tutti gli attori dovranno recitare la propria parte. Pagni per esempio avrebbe un incarico delicatissimo e stimolante: rifondare la parte squisitamente calcistica della società, che ad oggi non dispone di un diesse e non ha nemmeno un team di osservatori né un coordinatore dello scouting. Tutta roba che invece Pagni conosce a menadito, al punto che nel suo cv c’è perfino la redazione di un vademecum per disciplinare l’attività di chi va in giro a visionare giocatori.

Se Pagni, che a Zavaglia piace molto perché è giovane anagraficamente ma esperto managerialmente, accetterà l’incarico, il cerchio disegnato dall’ex agente di Totti si allungherà di un bel po’. Per chiudere la circonferenza bisognerà comunque aspettare ancora: le questioni aperte sono la conferma o meno di Chiappini, che potrebbe tenersi il posto in caso di finale play-off, e poi la campagna acquisti e cessioni, da impostare prendendo gente forte a prescindere dal fatto che il procuratore sia Zavaglia (su questo anche Pagni si giocherebbe molto). Un dato è certo: un ripescaggio nella Lega Pro riformata, al di là delle fidejussioni da diverse centinaia di migliaia di euro che dovrebbe mettere in tavola Ferretti, faciliterebbe il mercato amaranto, con Zavaglia e Pagni in grado di attingere da svariati serbatoi italiani.

Tutto ciò, concludendo, prelude a un rinnovamento di una certa vastità dentro l’Us Arezzo. E’ difficile pensare a una convivenza tra il nuovo Dg e il vecchio Dg, per esempio. A meno che Daniele Diomede, quest’anno mandato allo sbaraglio e a prendersi i vaffa della gente per non aver deciso un esonero (quello di Mezzanotti) che non gli facevano decidere, non acconsenta a ritagliarsi un ruolo più defilato. Ipotesi che non è da escludere ma sulla quale non scommetteremmo cifre alte. Più probabile che Zavaglia e Pagni, se il suo arrivo verrà confermato, lavorino a 360 gradi con la massima autonomia. Le cose da fare, ivi compreso il recupero di un rapporto positivo con tifoseria e stampa, non mancheranno di certo.

 

scritto da: Andrea Avato, 04/04/2014





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