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AMARANTO TV

SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
MONDO AMARANTO
Silvia e Jacopo ad Alberobello
NEWS

Gli amaranto vanno sempre più lontano. In trasferta e (forse) anche nei play-off

Alla faccia della vicinorietà geografica: dopo i 705 chilometri di distanza da Taranto, adesso vanno percorsi i 1147 da Agrigento. Gli stessi che separano Arezzo da Barcellona e da Monaco di Baviera. Quel che conta comunque è che la squadra ha dato segnali di vitalità importanti. E che Cardinali, umile e modesto, sembra aver trovato la quadratura del cerchio



il lungo viaggio da Arezzo ad AgrigentoE così, dopo gli ottavi di finale disputati a Taranto (705 km circa), per i quarti di questi playoff nazionali l'Arezzo dovrà andare ad Agrigento (1147 km circa): alla faccia della vicinorietà geografica. Tanto per dare un'idea, è più o meno la stessa distanza che c'è tra Arezzo e Barcellona, così come quella tra Arezzo e Taranto era più o meno uguale a quella che che c'è per arrivare a Monaco di Baviera.

Ma lasciamo perdere le note di colore e torniamo in serie D, ai playoff nazionali. L'Akragas, che esattamente trent'anni fa raggiungeva le sue massime vette calcistiche quando disputava la serie C1 e aveva in panchina il "Professore" Franco Scoglio, è un'altra delle squadre che rientrano nel novero delle "ambiziose ma deluse" di questa stagione. Proprio come l'Arezzo, i biancazzurri hanno pagato il peggior rendimento in casa rispetto all'avversaria diretta: il percorso del Savoia, primo con 84 punti, è stato netto, con 17 vittorie in altrettante partite interne. Gli agrigentini, invece, hanno perso per due volte in casa: la prima per 3-2 contro la Cavese, poi settima a fine campionato e fuori dai playoff per una penalizzazione ricevuta; la seconda il 17 aprile per 1-0 contro il Rende, squadra che ha lottato fino all'ultimo per salvarsi.

 

Federico Bellavigna in azione a TarantoL'Arezzo comunque c'è ed è vivo, questo è il messaggio che ci è giunto di ritorno dalla splendida cornice dello Iacovone di Taranto. La prestazione sfoderata contro i rossoblù è stata positiva sotto numerosi punti di vista, e ci dice - o meglio, ci conferma - alcune cose che essenzialmente sapevamo, ma delle quali non abbiamo mai avuto la riprova. La prima è che le potenzialità della rosa, per la maggior parte della stagione, non sono state quasi mai espresse appieno. La seconda è che il 4-4-2 per l'Arezzo sarebbe stata una strada percorribile, come durante il campionato abbiamo visto solo una volta, nel 4-0 casalingo contro la Narnese che vide giocare insieme Essoussi ed Invernizzi (e andare entrambi a segno). Poi, misteriosamente, il modulo venne accantonato, per venire poi rispolverato da Cardinali.

Cardinali su cui è bene spendere un paio di parole. Innanzitutto perché, coi playoff alle porte, la scelta di promuovere l'allenatore in seconda si è rivelata corretta, in quanto era l'unico ad aver visto la squadra per tutto l'anno e quindi non aveva bisogno di tempo per valutare gli elementi a disposizione. In secondo luogo, dopo la vittoria col Taranto il mister ha dimostrato un'umiltà e una modestia che forse sono apparse perfino eccessive, ma che testimoniano della serietà della persona.

Nel frattempo Arezzo e l'Arezzo aspettano, alla finestra, che venga fatta chiarezza sulla questione dei ripescaggi. La sensazione è che da quello che succederà in estate dipendono diversi scenari di mercato, a partire dalla scelta dell'allenatore alla conferma o non conferma di alcuni elementi della rosa. Insomma, nonostante manchi meno di un mese alla Giostra di giugno, per l'aretino non è ancora l'ora di pensare al Saracino. Speriamo di poter dire lo stesso anche domenica sera.

 

Video - Guarda l'intervista con Federico Bellavigna


scritto da: Roberto Gennari, 22/05/2014





L'intervista con Davide Carteri

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