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Pino Iodice al posto di Buratti in segreteria. L'ultimo nome di uno spoils system infinito

Sotto la gestione Ferretti il tourbillon di volti e incarichi è stato pressoché costante: dal congedo di De Nicola agli esoneri di Bacis e Mezzanotti, dalla mancata conferma di Nofri alle dimissioni di Chiappini, dagli addii di Dioguardi e Bonafede all'esclusione di Orgoglio Amaranto dal cda. Un anno e mezzo di work in progress infinito



Pino Iodice prenderà il posto di Andrea BurattiC'è un filo rosso che collega Nello De Nicola ad Andrea Buratti, segretario dimissionario dell'Us Arezzo. Nell'anno e mezzo della gestione Ferretti, tra gente sollevata dall'incarico e gente che ha fatto un passo indietro, il tourbillon di volti e incarichi è stato pressoché costante.

Il primo a saltare fu, per l'appunto, De Nicola. Ingaggiato a fine 2012 dalla gestione Severini, restò in carica un paio di mesi. Poi ci fu il cambio di proprietà e il responsabile dell'area tecnica venne congedato. Lui salutò spiegando con una punta di veleno che ''c'è chi fa calcio e chi fa pallone''. Di lì a poco stessa sorte toccò a Michele Bacis, allenatore in calo di popolarità e risultati. Poi, a sorpresa, Ferretti arrivò ai ferri corti con Fabrizio Dioguardi, direttore generale in carica nonché uomo di fiducia del presidente. Ma la fiducia va e viene e pure Dioguardi finì nella lista degli ex.

A quel punto erano diventati operativi Federico Nofri in panchina e Massimo Bonafede nella stanza dei bottoni, quest'ultimo con la qualifica di direttore tecnico e sportivo. Nessuno dei due scollinò la ristrutturazione di fine campionato: non confermato il primo, depotenziato e poi dimissionato il secondo, che come Dioguardi era entrato in società grazie agli ottimi rapporti con Ferretti, rapporti guastati cammin facendo.

Ufficializzata la separazione dallo sponsor Gecom e consumatasi una divergenza di vedute nemmeno troppo velata con il consulente Franco Zavaglia, l'Arezzo puntò sull'asse Diomede-Mezzanotti. Uno diggì, l'altro allenatore. E nonostante le intemperie calcistiche, il binomio ha resistito fin quasi al termine dell'inverno. Quando il distacco dalla Pistoiese si è fatto abissale, Mezzanotti è stato esonerato. Al suo posto Zavaglia, nel frattempo riavvicinatosi alla dirigenza amaranto, consigliò Andrea Chiappini, il quale chiese e ottenne l'epurazione di Daniele Quadrini, trequartista ingaggiato con notevole sforzo economico e però mai decisivo. 

 

Chiappini in sala stampa annuncia le dimissioniIn continuo divenire, come una galassia in espansione, l'organigramma dell'Arezzo è stato ampliato con l'ingresso di Danilo Pagni, nuovo direttore generale, anch'egli indicato da Zavaglia. Retrocesso a collaboratore dell'area tecnica e discesi i gradini della scala gerarchica interna, Diomede è finito alla porta un paio di settimane più tardi. Alla viglia dell'ultima di campionato, ecco il colpo di scena. Chiappini arriva in conferenza stampa e rassegna le dimissioni. Irrevocabili. Motivo: screzi con la dirigenza nella gestione del gruppo. Pagni, colto di sorpresa come l'ambiente intero, promuove Stefano Cardinali da vice ad allenatore in prima.

Nel frattempo Gimet-Brass e Galvamet, main sponsor di una stagione meno positiva del previsto, manifestano pubblicamente il proprio malumore. Cominciano i play-off e l'Arezzo espugna Taranto, riaccendendo una fiammella di speranza in chiave ripescaggio. Ma le attenzioni si spostano subito fuori dal campo: dopo la contestazione al presidente federale Giancarlo Abete, in città per ritirare il premio ''Rachini'', Ferretti convoca l'assemblea dei soci e snellisce il Cda. Restano dentro lui, il vice De Martino e Cerquozzi, escono Fortunati, Pasquini, Bongiovanni e soprattutto Cucciniello, presidente di Orgoglio Amaranto. Il comitato, per la prima volta dalla rinascita dell'Arezzo, viene escluso dall'organo amministrativo del club.

L'Arezzo il 25 maggio perde ad Agrigento e anche il destino di Cardinali è segnato. Il sesto allenatore della gestione Ferretti sarà Capuano. Lo spoils system amaranto non si ferma: Andrea Buratti, dopo quattro anni con la segreteria sulle spalle, annuncia l'addio. Pagni punta sul nome grosso e sceglie Pino Iodice, con un passato al Napoli e poi alla Pro Patria, alla Nocerina, all'Acireale, all'Ischia, al Taranto e al Gallipoli. 

L'ultimo nome, per adesso, di un work in progress senza soste.

 

scritto da: Andrea Avato, 10/06/2014





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