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L'azionariato popolare e un nuovo modello di calcio. Anche in Italia si può

I rappresentanti dei comitati sparsi lungo la Penisola si riuniscono ad Ancona per mettere le basi di un grande cambiamento: la gestione sostenibile delle società, in riconoscimento del valore che i tifosi rappresentano per tutti i club. Ad Arezzo c'è l'esempio concreto di Orgoglio Amaranto



l'azionariato popolare si sta diffondendo anche in ItaliaEstate 2010: l’Arezzo saluta la Lega Pro e riparte in mezzo a mille problemi dalla serie D grazie all’intervento di Marco Massetti e del comitato Orgoglio Amaranto. Furono i tifosi i primi a unire le forze, cercando attraverso l’azionariato popolare di garantire la sopravvivenza del cavallino. In questi quattro anni OA ha mantenuto intatto il suo 2% di capitale sociale (e fino a poche settimane fa anche un posto nel cda dell’US Arezzo) rispondendo “presente” ad ogni ricapitalizzazione, compresi anche esborsi extra come nell’estate 2012 quando scoppiò la grana del ritardo nel pagamento dei rimborsi spese. Quello che nel 2010 era una completa novità nel panorama del calcio italiano, vale a dire l’azionariato popolare, oggi è solo uno degli oltre 14 esempi presenti in tutta Italia e che questo fine settimana di ritroveranno ad Ancona per la prima assemblea nazionale di Supporters in Campo.

“Supporters in Campo è un’associazione nazionale promossa da tifosi e gruppi di tifosi che propongono modelli sostenibili di proprietà e gestione delle società sportive – spiega Diego Riva, membro del consiglio di coordinamento che abbiamo incontrato presso la sede di Orgoglio Amaranto. L’obiettivo è quello di preservare l’esistenza dei club, attraverso la partecipazione dei supporters nei processi decisionali e nella proprietà delle società sportive e delle istituzioni, in riconoscimento del valore che i tifosi rappresentano per lo sport e in riconoscimento del loro essenziale ruolo”.

Un movimento, quello dell’azionariato popolare, che è ancora agli inizi in Italia soprattutto se paragonato ai modelli di Spagna e Germania.

“È vero, siamo agli inizi. Vorrei però ricordare anche che nel 2008 un rapporto della UEFA sul modello dell’azionariato popolare affermava che in Italia non avrebbero avuto successo. Dal 2010, anno in cui si è costituito Orgoglio Amaranto, ad oggi sono cambiate molte cose. Gli esempi di azionariato popolare sono in aumento e i comitati spesso possono contare anche sulla presenza di un loro rappresentante nel cda delle società – prosegue Riva. Il prossimo passo è raggruppare questi comitati. Supporters in Campo non è società di servizi, ma una somma e l’insieme di queste realtà che hanno deciso di muoversi attraverso un’iniziativa unitaria per promuovere un diverso modello di calcio e nei prossimi mesi vogliamo proseguire il dialogo, confrontarci assieme alle istituzioni per cercare quei meccanismi per facilitare iniziative di tifo responsabile come queste''.

 

scritto da: Matteo Marzotti, 14/06/2014





Supporters in campo, meeting ad Ancona

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