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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
MONDO AMARANTO
Simone, Marco e Riccardo sulla Mole Antonelliana - Torino
NEWS

La chiesa di San Severo

Gli amanti delle lunghe camminate, del trekking, delle arrampicate in mountain bike, nonché ciclisti, cacciatori, cercatori di funghi e di castagne si danno qui appuntamento per esercitare il loro svago preferito. I più pigri, invece, non disdegnano di percorrere in auto o in moto la via panoramica che dalla Foce dello Scopetone corre sul versante sud-ovest e consente una magnifica veduta della piana aretina. Lungo questa strada si incontra la chiesa di San Severo e l’omonimo centro abitato, il cui nome rimanda alle cruente lotte tra longobardi e bizantini dell’Alto Medioevo. 



La facciata è un gioello intatto di arte romanica localeL’Alpe di Poti è una montagna molto cara agli aretini che la frequentano in ogni stagione.

Gli amanti delle lunghe camminate, del trekking, delle arrampicate in mountain bike, nonché ciclisti, cacciatori, cercatori di funghi e di castagne si danno qui appuntamento per esercitare il loro svago preferito.

I più pigri, invece, non disdegnano di percorrere in auto o in moto la via panoramica che dalla Foce dello Scopetone corre sul versante sud-ovest e consente una magnifica veduta della piana aretina.

Lungo questa strada si incontra la chiesa di San Severo e l’omonimo centro abitato, il cui nome rimanda alle cruente lotte tra longobardi e bizantini dell’Alto Medioevo.

I primi, calati in Italia intorno al 568 d.C., occuparono ben presto gran parte del territorio peninsulare e la stessa Arezzo fu conquistata alla fine del VI secolo.

Costretti a un brusco arretramento, i bizantini crearono una linea difensiva passante proprio dalla zona di Poti; in quella fase probabilmente scaturì la dedica al noto santo del IV secolo, originario di Ravenna, la capitale dell’Esarcato bizantino.

Il santo ravennate, titolare della chiesa, rimanda alla line difensiva creata nei pressi di Poti dai bizantini nel VI secolo In un documento del 1051 la chiesetta di montagna figurava sotto il patronato della potente abbazia di Sant’Antimo.

Nel XII secolo l’edificio sacro fu ricostruito nelle forme che per la quasi totalità possiamo ancora ammirare. In particolar modo la facciata è giunta a noi intatta: un semplice quanto prezioso gioiello di arte romanica locale con portale architravato e monofora a doppio strombo.

Nel 1603, a causa del suo continuo spopolamento, San Severo cessò di essere parrocchia e il suo territorio fu unito a quello di San Lorenzo a Pomaio.

La chiesa a navata unica, oggi completamente ristrutturata, presenta un’abside semicircolare. All’interno il piccolo altare è sormontato da un Crocifisso di autore ignoto ma di buona fattura.

Nei pressi della chiesa i nazisti trucidarono, nel 1944, sedici civiliProprio di fronte alla facciata si trova il monumento che ricorda uno degli episodi più feroci legati alle stragi naziste in territorio aretino, per il quale questa frazione è tristemente conosciuta.

Il mattino del 14 luglio 1944, un gruppo di soldati tedeschi in ritirata eseguì un rastrellamento in tutta la zona, dove avevano trovato riparo molti sfollati. Dopo aver arrestato 19 persone, ne rilasciarono tre e accompagnarono tutte le altre in un vicino boschetto per fucilarle.

I trucidati, tutti di sesso maschile, avevano un’età compresa tra i 17 e i 67 anni.

Il terribile episodio è ricordato in Notte di San Severo, nota canzone del gruppo aretino Casa del Vento contenuta in 900, album realizzato nel 2001 con la collaborazione di Cisco dei Modena City Ramblers. Tra le fila della band figurano i fratelli Lanzi che nel massacro del 1944 persero il nonno.

Gli stessi Modena City Ramblers hanno reinterpretato questo toccante pezzo nel 2005 per il loro album Appunti partigiani, disco che ha visto la collaborazione di artisti del calibro di Francesco Guccini e Piero Pelù.

Per approfondire: Immagine di Arezzo. La città oltre le mura medicee e il territorio comunale (Angelo Tafi, Edizioni Calosci 1985)



scritto da: Marco Botti, 08/02/2008