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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

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Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
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La pieve di San Quirico alla Sassaia

Salendo per la strada panoramica che da Rigutino porta sul monte Lignano, a circa 375 metri di altezza, si incontra l’antica pieve di San Quirico, meglio conosciuta come la chiesa della Sassaia. Si tratta di una struttura di origine altomedievale che è stata la chiesa parrocchiale di Rigutino fino al 1936, anno in cui fu consacrato l’ampio edificio neogotico posto più a valle, progettato da Pilade Ghiandai ispirandosi al Duomo di Arezzo. 



Fu la chiesa parrocchiale di Rigutino fino al 1936Salendo per la strada panoramica che da Rigutino porta sul monte Lignano, a circa 375 metri di altezza, si incontra l’antica pieve di San Quirico, meglio conosciuta come la chiesa della Sassaia.

Si tratta di una struttura di origine altomedievale che è stata la chiesa parrocchiale di Rigutino fino al 1936, anno in cui fu consacrato l’ampio edificio neogotico posto più a valle, progettato da Pilade Ghiandai ispirandosi al Duomo di Arezzo.

Nel 1550, al nome del santo titolare, era già stato affiancato quello di Santa Giulitta.

A partire dal 1638 San Quirico acquisì anche il titolo di “pieve”, a seguito della definitiva soppressione della vetusta Pieve di San Pietro a Monticelli nei pressi di Vitiano.

I primi documenti che riguardano la chiesa della Sassaia risalgono all’ultimo decennio dell’XI secolo, quando l’edificio si trovò al centro di alcune donazioni all’abbazia delle sante Flora e Lucilla di Torrita di Olmo da parte dei marchesi del Monte Santa Maria, a quell’epoca padroni di questo territorio.

Nel 1472 la struttura, che versava in cattive condizioni, fu oggetto di un consistente risanamento.

Anche nel corso del Seicento vennero eseguiti degli interventi alla chiesa e alla canonica.

In quest’ultima, come si legge all’inizio della scalinata che porta al primo piano, campeggiano le iniziali del parroco Bernardo Caponsacchi e la data in cui questo pievano fece svolgere i lavori (B.C. 1695).

Nuovi rifacimenti furono compiuti nel 1814 mentre al 1863, come si legge in una iscrizione, risale l’erezione del caratteristico campanile che ancora svetta nella zona.

La pieve ospita rassegne di musica polifonica e da cameraNegli ultimi anni la piccola chiesa a navata unica è stata sottoposta a un lungo intervento conservativo terminato nel 2005.

L’esterno è stato risistemato in maniera accurata e oggi rappresenta una degna porta di ingresso allo splendido Parco Naturalistico di Lignano, il più grande del Comune di Arezzo.

Nell’area basilare della facciata sono ancora visibili le tracce dell’edificio romanico, mentre il grazioso interno ha la sua parte più preziosa nella parete destra, dove un elegante altare seicentesco in pietra, dedicato alla Madonna del Rosario, incornicia un pregevole affresco raffigurante la Madonna in Trono con il Bambino, eseguito da un seguace di Spinello Aretino a cavallo tra XIV e XV secolo.

L’opera fu ritrovata nel 1917 sotto una tela seicentesca raffigurante i Misteri del Rosario, adesso visibile nella parete di sinistra.

Sopra il sobrio altare maggiore è affrescato lo Spirito Santo circondato da cherubini.

Dopo la sua riapertura la chiesa della Sassaia ha spesso ospitato interessanti rassegne di musica polifonica e da camera, che trovano in questo contesto storico-ambientale, splendidamente affacciato sulla Valdichiana, una dimensione prediletta.

Dal 2009 i suggestivi locali dell’ex canonica si sono trasformati nel rifugio “Pieve la Sassaia”, inserito nei percorsi della Via Francigena.

Coloro che dall’Italia e dall’estero decidono di usufruire di questo incantevole “albergue del pellegrino”, arredato con mobilia sette-ottocentesca e arricchito da una libreria con oltre 1.200 volumi, sono accolti da un vero e proprio ospedaliero, come se ne trovavano nel Medioevo lungo il cammino per Santiago de Compostela.

Per approfondire: Rigutino. L’antica Bricianum (Santino Gallorini, Edizioni Calosci 1996)



scritto da: Marco Botti, 01/08/2008