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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

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Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
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NEWS

I mosaici di Indicatore

Chi lo direbbe che Indicatore nasconde un tesoro artistico che in futuro potrebbe diventare una meta di grande attrazione per gli amanti dell’arte contemporanea? Eppure questa frazione alle porte della città, che negli ultimi decenni è cresciuta in maniera esagerata e disordinata, vanta uno spettacolare cantiere aperto per la realizzazione del mosaico più grande d’Europa.



I mosaici sono realizzati con la tecnica Chi lo direbbe che Indicatore nasconde un tesoro artistico che in futuro potrebbe diventare una meta di grande attrazione per gli amanti dell’arte contemporanea? Eppure questa frazione alle porte della città, che negli ultimi decenni è cresciuta in maniera esagerata e disordinata, vanta uno spettacolare cantiere aperto per la realizzazione del mosaico più grande d’Europa.

Per ammirarlo bisogna portarsi sul piazzale della chiesa parrocchiale dello Spirito Santo, terminata nel 1964 su progetto dell’ingegner Fornasari, dove è stato ultimato un primo grande pavimento musivo, che si sviluppa in una superficie di 240 metri quadrati e ricopre per intero il sagrato.

Le tessere del mosaico sono realizzate con materiali di risulta e mattonelle recuperate dagli abitanti di Indicatore o con scarti e partite rovinate donate da alcune ditte edili aretine. La gamma è quindi molto varia, dal gres porcellanato alle maioliche, dal cotto al clinker, dai marmi policromi al vetro.

A lavorarci una sola artista, Andreina Giorgia Carpenito, che mette in atto la tecnica "trencadis" resa celebre dall'architetto spagnolo Gaudì.

Nella scelta dell’iconografia da portare avanti nell’ambiziosa opera, l’artista si fa aiutare dal parroco di Indicatore, don Santi Chioccioli. Il mosaico del sagrato descrive una Visione del profeta Ezechiele ripresa dal Vecchio Testamento e reinterpretata. Un rigagnolo nasce a destra dell’entrata della chiesa, diventando un fiume con acque pure che permettono la vita dei pesci e la crescita di alberi rigogliosi. Dall’altro lato, invece, le acque di un lago salato bruciano la vegetazione alla radice e i raccolti muoiono. La disgiunzione tra il bene e il male è così vista attraverso l’equilibrio delle forme: una visione favolistica dove l’irreale diventa reale.

Nei progetti il pavimento proseguirà in futuro per 400 metri quadrati all’interno del luogo di culto, con la descrizione dell’Albero della vita, una grande quercia con le tre virtù teologali, le quattro virtù cardinali, i sette doni e i dodici frutti dello Spirito santo. 

È previsto, inoltre, un terzo tappeto musivo esterno di oltre 500 metri quadrati in porfido e altre pietre policrome, che incornicerà quello del sagrato e si svilupperà nelle parti circostanti, annoverando vialetti, panchine istoriate, arredi e verde pubblico. Questa parte costituirà l’Oasi del pellegrino, un giardino allegorico tridimensionale. 

Quando l’opera sarà completata il grande impiantito sarà di circa 1.300 metri quadrati. Nel frattempo, il 27 ottobre 2011 il mosaico è stato inserito nel prestigioso database del CIDM (Centro Internazionale di Documentazione del Mosaico). 

La chiesa di Indicatore fu realizzata negli anni Sessanta del secolo scorsoLa Carpenito lavora al cantiere di Indicatore dal 1997, e in questo arco di tempo ha impreziosito internamente ed esternamente la chiesa di tante sue opere.

Dentro si ammira la pala lignea d’altare, raffigurante la Discesa dello Spirito Santo, le monumentali vetrate dell’abside, dedicate alla Trinità, quelle laterali che si ispirano alla Creazione del mondo, i cinque dipinti e la vetrata nella cappella adiacente all’edificio principale che parlano dell’Incontro con Gesù. Sono della stessa artista anche l’altare, l’ambone, la seduta, la statua di Padre Pio in gesso dipinto, i bassorilievi in terracotta e gli ornamenti nelle vesti liturgiche del parroco.

Fuori la Carpenito ha abbellito la facciata con 240 formelle istoriate in creta policroma che raccontano l’Apocalisse di San Giovanni.

Prima di questi interventi la chiesa, realizzata con materiali poveri sopra un terreno di riporto, versava in condizioni critiche. In questo caso l’arte è diventata quindi un modo non solo per dare una dignità estetica alla struttura, ma anche per coprire quelle magagne sempre più evidenti. Inoltre, certe tinte e sfumature delle opere sono riportate anche nei mosaici in maniera diretta o indiretta. Questo farà di Indicatore un vero unicum nel panorama nazionale.



scritto da: Marco Botti, 17/12/2010