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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
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Alessio e Andrea sul Katun a Mirabilandia
NEWS

Crisi, entusiasmo e la ribellione popolare dell'estate. Storia del 2014, l'anno di Capuano

Dai fischi dopo la vittoria con lo Scandicci, a gennaio, agli applausi dopo la sconfitta con il Como, a dicembre. Tra questi due estremi ci sono tutti i dodici mesi dell'Arezzo, in cui la tifoseria ha vissuto momenti di scoramento e poi, quando nessuno se lo aspettava, di euforia. Dall'esonero di Mezzanotti al gol di Carteri a Taranto, dalla parentesi Pagni al caos societario sulla questione ripescaggio. Fino al carisma di Eziolino



Ezio Capuano, personaggio amaranto del 2014Dai fischi dopo una vittoria agli applausi dopo un pareggio o una sconfitta; il 2014 dell’Arezzo è tutto tra questi due estremi, in dodici mesi passati tra entusiasmo e sconforto. L’anno è iniziato con l’invincibile armada di Mezzanotti già abbondantemente alla deriva in un campionato che doveva essere vinto e che, a 5 mesi dalla fine, era già irrimediabilmente compromesso. Per questo dopo la sofferta vittoria contro lo Scandicci i tifosi si fecero sentire contestando pesantemente la squadra. Per spiegare la cosa a chi ancora non ha chiarissimo come siamo fatti da queste parti, il risultato fine a se stesso interessa ma non basta. Nata per asfaltare il campionato o per lo meno per contenderlo fino all’ultimo all’altra unica rivale designata, la Pistoiese, l’ Arezzo era naufragato fin da metà settembre sotto il temporale di Sansepolcro, vittima dell’incapacità di società e allenatore di gestire le responsabilità che gli erano state assegnate dai pronostici e dai tifosi. Patetiche le continue lagnanze sulla presunta eccessiva pressione dell’ambiente (tra i più pacati d’Italia), misura dell’esile sostanza caratteriale di molti che componevano il team, a partire da chi la dirigeva in panchina. Una parabola discendente senza appello, culminata con lo 0-2 con il Pomigliano in quella Coppa Italia dilettanti che era rimasta l’ultimo appiglio stagionale e nella quale un Mezzanotti ormai non più lucido effettuava un turn-over suicida.

Da lì è stato un calvario passato attraverso l’esonero del tecnico biturgense, l’arrivo di Chiappini, qualche timido segnale presto svanito e con la porta sbattuta dal neo allenatore, poi il raggio di sole del gol di Carteri a Taranto (scopriremo solo dopo quanto importante) e la sconfitta quasi inevitabile di Agrigento che ci riconsegnava ad una rassegnata quarta serie. In mezzo a tutto questo c’era un presidente che si era esposto con una promessa pesante di ripescaggio sicuro; per cui tutti siamo andati in vacanza aspettando che alle parole seguissero i fatti.

Guidati dal neo Dg Danilo Pagni, protagonista di una epurazione totale (eccessiva, ma le ragioni intuitele voi), gli amaranto della nuova stagione partono sotto la guida di un allenatore il cui arrivo fa storcere il naso a molti. Eziolino Capuano è più noto per le performances su youtube che per quelle in panchina e viene da diverse stagioni in cui ha collezionato soprattutto esoneri. Si va a Cascia con nemmeno una squadra completa, Pagni recluta vecchie glorie, doppioni e qualche buon elemento ma tutto gira intorno alla questione ripescaggio. Quando arriva l’annuncio ufficiale che l’Arezzo non ci prova nemmeno, tocchiamo il fondo della disperazione sportiva.

 

Carteri lascia lo ''Iacovone'' dopo il gol vittoria nei play-offLa città si ribella (non le istituzioni, more solito, ché in quel periodo sono al mare, si sa...) e Ferretti intuisce che forse qualcosa non va. Liquida Pagni ma contemporaneamente inaugura il periodo di latitanza che finirà solo a ottobre inoltrato. Senza DS, con un presidente che non nasconde una certa scorbellatura, una rosa raffazzonata e certe sirene che arrivano da oltre la colonna del grillo, non sappiamo se ridere o piangere ma abbiamo la quasi certezza di un’altra stagione di amarezze.

E’ in questo contesto che il 17 agosto Ezio Capuano si presenta davanti ai microfoni e per mezz’ora arringa i giornalisti presenti e, come dice lui ma è vero, si prende sulle spalle la baracca. Da quel momento è lui l’Arezzo. La traversata del deserto è finita, come andrà non lo sappiamo ancora ma quell’uomo che batte il pugno sul tavolo e dice che ci vuole rispetto per l’Arezzo ed i suoi tifosi tocca corde sensibili che da tempo non venivano accarezzate. La squadra è sempre abbastanza squinternata ma chissà perché comincia a serpeggiare di nuovo un po’ di fiducia.

Il resto è storia recente, la domanda di ripescaggio presentata in extremis in seconda battuta, la squadra rifatta da capo a piedi in una settimana, il cuore dei ragazzi in campo, le giocate di Erpen, i 24 punti a fine anno e le corse di Eziolino sotto la curva che ora applaude anche se perdi in casa (Como) o pareggi. Perché, per chi non avesse ancora capito come siamo fatti da queste parti, il cuore pesa di più del risultato. Siamo un po’ ostici, gente di campagna in fondo, che prima vuol misurare e poi essere misurata, memore di tante fregature. Capuano l’ha capito al volo ed ha aperto il suo cuore alla città e ai tifosi ed è ripagato da affetto “illimitato” e meritato per il lavoro svolto (bene) e per tutto quanto (tanto) di “suo” ci mette extra in questa avventura. L’hanno capito i giocatori che riscuotono applausi anche senza la vittoria per il fatto di onorare partita dopo partita la maglia che indossano. Dopo i patemi di primavera e gli incubi dell’estate sembrerebbe ci fossero ora le premesse per un’ottima annata. Buon 2015 vecchio cuore amaranto!


scritto da: Paolo Galletti, 28/12/2014





2014, un anno di Us Arezzo

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