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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

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Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
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Il mercato senza la bomba. Affari saltati e una rosa corta per l'aziendalista Capuano

Il colpo grosso l'Arezzo l'aveva fatto domenica, battendo il Renate e salendo a quota 30 punti in classifica. La campagna trasferimenti invece ha assottigliato un organico già risicato e non ha portato in dote quel centrocampista che era l'obiettivo primario. L'annuncio del grande acquisto si è trasformato in un boomerang e la tifoseria, guardando al presente e pensando al futuro, si trova spiazzata



gli amaranto durante una seduta d'allenamentoIl colpo grosso l'Arezzo l'aveva fatto domenica. 3-2 al Renate, 30 punti in classifica, +7 sui play-out eccetera eccetera eccetera. Il resto, cioè la trasferta milanese di allenatore e diesse, non ha aggiunto nulla di nuovo a quanto già si sapeva. Che non sarebbe arrivata nessuna bomba era chiaro fin dall'inizio: con ingaggi da Castiglionese (cit. Capuano) e una società che non può fare concorrenza nemmeno al Deruta (sempre cit. Capuano), non si poteva pretendere la luna.

E qua va fatta una premessa: se Ferretti può e/o vuole spendere cento, è giusto che spenda cento. Il passo più lungo della gamba è l'anticamera della sala mortuaria e i vecchi Arezzo del 1993 e del 2010 ne sono esempi inquietanti. Se quelle due vicende hanno insegnato qualcosa, nessuno prenderà il presidente per il bavero intimandogli di cacciare di tasca denari che manderebbero il club gambe all'aria. Però c'è un però: l'Arezzo a bagnomaria tra il decimo e il quindicesimo posto, in serie C, può andar bene un anno. Due sono troppi e tre diventano un massacro, sia tecnico che mediatico. Questione di aspettative (legittime) e di proporzioni demografiche. Sennò ci sono sempre il Giana Erminio o il Renate che si salvano e stappano lo champagne.

Altra cosa sono i contratti a tempo determinato, anzi determinatissimo. E' vero che i vincoli pluriennali possono tramutarsi in zavorre mortifere, ma questo accade solo se non c'è un progetto. Se il progetto c'è, prendere un terzino o un attaccante e legarlo al club non è più una palla al piede ma una tutela per la società stessa, che si protegge dal rischio di partenze improvvise. E su questo l'Arezzo, pur con tutte le attenuanti legate al ripescaggio in extremis, qualche dubbio lo fa venire, specie per la pervicacia con cui si è rifiutato ogni strappo alla regola. La storia che sarebbero saltati gli equilibri di spogliatoio non regge: figurarsi se Capuano avrebbe avuto problemi a gestire un gruppo dove due o tre nuovi innesti avevano firmato fino al 2016... 

 

l'Sos lanciato dalla curva Minghelli domenicaI problemi semmai riguardano proprio il fatto che Capuano è un precario come i giocatori. Ok Ferguson e il matrimonio lungo, ma il 30 giugno si libera pure lui. E se il budget non cambia, siamo sicuri che Eziolino resterebbe un altro anno a lottare al limite dello strapazzo per fare la corsa sui play-out? Non si sa. Ferretti domenica ha parlato con le migliori intenzioni del mondo, ma dichiarare che ''un domani l'Arezzo potrebbe essere in altre categorie'' vuol dire tutto e non vuol dire niente. Quand'è questo domani? Nel 2016? Nel 2017? O più avanti ancora?

Sono gli interrogativi che si pongono tutti. E Capuano con la pala che pulisce il campo dalla neve, Capuano che va all'Ata Hotel, Capuano che dirige l'area scouting, Capuano che tiene le pubbliche relazioni, Capuano che arringa i tifosi, Capuano che apre la sede alle 7 di mattina, è al tempo stesso l'ansiolitico che elimina un po' di paure e il simbolo di una struttura che balla sul filo del rasoio. Capuano è Ferguson per scelta sua ma anche per necessità di Ferretti, che se non avesse pescato il jolly-Eziolino chissà come si sarebbe arrangiato. Certo non con De Martino. E' questa la vera ambiguità irrisolta.

Ecco perché è stato un boomerang annunciare bombe di mercato. Ecco perché la fine di giugno per l'Arezzo è un po' come lo stretto di Gibilterra per gli antichi marinai. Non si sa cosa c'è dall'altra parte. Ma a Capuano, che sarà sopra le righe, accentratore e teatrale, cosa si può rimproverare? Qualcosa sul piano del gioco forse, ma sono minuzie e quest'anno va benissimo così. Per il resto sta tenendo in piedi da solo una società cui sono sfuggiti Anastasi e Virdis, Del Sante e Capece, Musacci e Perini, Vanin e Russo. Un po' per contingenze di mercato e un po' perché più su non si poteva arrivare. Dall'Oglio è sfumato veramente per questione di minuti, Pisani se n'è voluto andare e la rosa, invece che allargarsi, si è ristretta. L'Arezzo aveva bisogno soprattutto di un giocatore, cioè un centrocampista, e non è arrivato. E' ovvio che la gente sia rimasta spiazzata. E anche un infaticabile stakanovista aziendalista come Capuano, può mascherare tanto ma non tutto. Specie se una chiarezza di fondo su dove si vuole andare non c'è. Ma non da oggi, da due anni. 

 

scritto da: Andrea Avato, 03/02/2015





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