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Soldi pubblici buttati, impianto fatiscente. Lo stadio (e l'Arezzo) nella campagna elettorale

Qualcosa si muove. Che quello del Comunale sia un problema da risolvere lo hanno capito tutti, anche gli amministratori di oggi e di domani. Ci sono risorse economiche da risparmiare e strutture da ammodernare: necessità che non possono più essere rimandate. E molti candidati alla carica di sindaco stanno valutando la fattibilità di un impianto nuovo. Temi caldi che verranno trattati anche nelle prossime settimane, con l'obbligo per il futuro primo cittadino di intrattenere rapporti più sereni con la società amaranto. E magari anche di venire più spesso a vedere le partite



la tribuna dello stadio Città di ArezzoQualcosa si muove. Che quello dello stadio sia un problema da risolvere lo sanno tutti, anche i candidati alla carica di sindaco. E non si tratta di uno sfizio per duemila malati di calcio che vanno a vedersi le partite in un impianto sempre più fatiscente, ma di un buco nero amministrativo che sta inghiottendo soldi pubblici. Ormai siamo arrivati a un bivio: o si mette mano a una ristrutturazione profonda oppure bisogna cominciare a pensare a uno stadio nuovo, con le formule più convenienti e redditizie per il Comune e per i privati.

Tertium non datur: rinviare ancora una decisione definitiva per mettere toppe qua e là sarebbe un rimedio inutile e peggiore del male, con altri soldi buttati via. Va detto che ultimamente l'Arezzo ha battuto il ferro con forza su questo tema. E non si capisce lo stupore degli amministratori per il fatto che i toni si siano alzati durante la campagna elettorale, quando loro per primi sanno che questo è un periodo speciale, in cui si asfaltano in venti giorni tutte le strade lasciate piene di buchi per un quadriennio. Di contro, sono strane anche le reazioni dell'Arezzo: si picchiano i pugni sul tavolo per mettere i politici con le spalle al muro e strappare qualche impegno concreto (magari nero su bianco) e poi si reagisce in maniera infastidita quando le aperture di credito arrivano, come nel caso di San Marco La Sella. Urge chiarezza.

 

In generale tutti conosciamo la storia del nostro stadio, mai considerato una priorità da palazzo Cavallo. Due soli sono stati i momenti di svolta (in negativo): nel 1990, quando con i soldi del Mondiale venne demolita e ricostruita la tribuna, con un intervento che ha prodotto zero benefici; nel 2004, quando sull'onda della promozione in B si poteva veramente tirare su un impianto nuovo di pacca e invece si spesero troppi soldi per una curva troppo grande. Per il resto, il nulla. E non è stata nemmeno responsabilità dei singoli assessori allo sport, che poi magari andavano in giunta e si trovavano le porte chiuse in faccia. E' mancata la volontà politica di affrontare la questione, da un decennio scalata agli ultimi posti nella lista delle priorità anche per il disinteresse del sindaco, il quale nella campagna elettorale del 2011 buttò là l'ipotesi di un velodromo da 30mila spettatori a Battifolle per poi chiudere il progetto nel cassetto e non tirarlo fuori mai più.

 

i nove candidati alla carica di sindacoAdesso la percezione sembra cambiata. Le risposte dei nove candidati a sindaco alle domande poste da Amaranto Magazine saranno state generiche ma nemmeno tanto.

Barone ha parlato di "ristrutturazione delle tribune esistenti", Bracciali ha aperto "a un nuovo stadio modulare", Ghinelli si è schierato per "un nuovo stadio in un sito diverso dall'attuale", Gori ha chiesto "più manutenzione" e Mori non vedrebbe male "alcune sponsorizzazioni". Significa che si è compresa la necessità di risparmiare soldi pubblici e gestire il Città di Arezzo in modo più funzionale. Morini ha proposto che "a scegliere siano i cittadini con una sorta di referendum", Nardone valuta "un nuovo impianto con il project financing", Ricci preferirebbe "un progetto in collaborazione con i privati" e Ruzzi ha proposto "la vendita dello stadio e delle aree più prossime a una società sportiva"

Non solo. Che i rapporti con la società amaranto debbano migliorare è opinione generalizzata. Dai candidati, per descrivere l'atteggiamento degli amministratori nella vicenda La Nave, sono stati utilizzati sostantivi come incapacità, disinteresse, improvvisazione, trascuratezza: un po' è ovvia polemica politica, un po' è verità

 

Anche il presidente Mauro Ferretti, per un futuro più sereno, dovrà fare la sua parte, smussando alcuni angoli che hanno portato al muro contro muro degli ultimi tempi. Ma chiunque siederà sulla poltrona di sindaco per la prossima legislatura, sa che dovrà invertire la rotta nelle relazioni con l'Arezzo, affrontando con un atteggiamento diverso il nodo stadio. E, perché no?, frequentandolo di più. Sarebbe un buon viatico per mantenere gli impegni presi. 

 

scritto da: Andrea Avato, 01/05/2015





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