Lucchetti all'antistadio, trattativa congelata col Chimera. C'è lavoro per il nuovo assessore

Il 14 giugno gli aretini eleggeranno il sindaco, che poi dovrà comporre la squadra di governo. Se vince Bracciali, allo sport potrebbe restare Romizi, che però ha conquistato una valanga di preferenze e non è escluso che si aggiudichi un assessorato più pesante politicamente. Se vince Ghinelli, il nome che circola è quello dell'ex arbitro Bertini. Comunque vada, il Comune dovrà darsi da fare in fretta: i campini rischiano di diventare piantagioni di erbacce e sterpi, mentre l'operazione Caselle è in freezer

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Il nuovo sindaco (e il nuovo assessore allo sport) ne avranno mille da fare non appena si saranno insediati a palazzo Cavallo. Nel lungo elenco di impegni più o meno urgenti c'è pure la questione antistadio, che giorno dopo giorno si sta complicando sempre di più.

Il contratto d'affitto, come noto anche ai sassi di San Cornelio, è scaduto il 31 maggio e non è stato rinnovato. L'Us Arezzo vuole strappare condizioni più vantaggiose e un canone meno oneroso rispetto ai 28mila euro più iva lamentati dalla società nelle settimane passate. I proprietari dei due terreni rivendicano il pagamento delle ultime mensilità e la realizzazione di opere previste dagli accordi scritti: un pozzo, nuove porte da gioco, nuova rete di recinzione. Ce n'è abbastanza per comprendere quanto sia complessa la situazione, con il Comune nella scomoda parte del mediatore.

Il 14 giugno gli aretini sceglieranno il nuovo primo cittadino, che poi dovrà comporre la sua squadra di governo. Se vince Bracciali, le deleghe allo sport potrebbero essere affidate di nuovo a Francesco Romizi. Ma dall'alto delle quasi 600 preferenze (è stato il candidato più votato in assoluto) Romizi potrebbe traslocare a un assessorato più pesante politicamente. Se vince Ghinelli, il nome che circola in questi giorni per occuparsi di sport è quello di Paolo Bertini, ex arbitro internazionale che ha guadagnato 123 preferenze e potrebbe cimentarsi con una materia ben conosciuta. Vada come vada, i nuovi amministratori pubblici dovranno darsi da fare, perché la stagione 2015/16 è alle porte e i campini servono come il pane.

Il guaio è che adesso sono chiusi. Alle cancellate del ''Lebole'' e dello ''Zampolin'' ci sono le catene, il giardiniere è in ferie forzate e di qui a due mesi, se le cose non cambiano, da campi di calcio si saranno trasformati in piantagioni di erbacce e sterpi. E poi per rimetterli in sesto ci vorrà altro tempo. E poi dovranno essere rasati, seminati, annaffiati. E poi sarà finito il ritiro e le squadre si dovranno allenare. E poi ricominceranno le polemiche e gli attriti. 

In questo quadro si innesta la trattativa con l'Ut Chimera per rilevare la concessione d'utilizzo degli impianti. La società delle Caselle si è già accordata con l'Arezzo e ha dato la disponibilità a ospitare allenamenti e partite di Giovanissimi e Allievi. Sul resto è tutto in alto mare. Affinché l'Arezzo possa insediarsi in quelle strutture e prenderle in gestione fino al 2033, ritrovandosi in possesso di un centro sportivo a tutti gli effetti, serve un investimento consistente, la cui fattibilità è durata lo spazio di poche ore. L'operazione è congelata e chissà se mai verrà tolta dal freezer. Probabilmente no.

Resta La Nave, dove i lavori sono in dirittura d'arrivo. A oggi è l'unico punto fermo per la prima squadra, pur con le difficoltà logistiche che impone il trasferimento quotidiano a Castiglion Fiorentino. Ma più passano i giorni e più i lucchetti dei campini assumono un aspetto inquietante.

 

scritto da: Andrea Avato, 05/06/2015

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