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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
MONDO AMARANTO
Ilaria e Massimiliano a Berlino
NEWS

Né profilo basso né proclami altisonanti: una strategia comunicativa che non c'è

Non farà vincere i campionati, ma una comunicazione efficiente porta comunque buoni risultati sotto forma di consenso e di favore da parte del pubblico e dell'ambiente in generale. Da noi invece è tutto relativo: un giorno è mela e un giorno è pera, a seconda di chi parla, degli umori e delle contingenze. Così la gente resta spiazzata e si crea il malcontento: come nel caso dell'obiettivo serie B, prima sbandierato e poi rimesso in un cassetto per motivi di budget



l'Arezzo e i mass media, rapporto complicatoIl calcio nell’epoca dei social network non è lo stesso calcio che c’era prima dell’avvento di questi nuovi mezzi di comunicazione di massa. Partendo da questa verità che è sotto gli occhi di tutti, ma che è bene ribadire, possiamo fare alcune considerazioni che riguardano l’Arezzo Calcio e le sue strategie comunicative. Quello che viene detto, oggi, in riferimento a calciomercato, progetti, ambizioni, programmazioni e strategie future viene spesso filmato, pubblicato su internet e può nuovamente essere consultato in qualsiasi momento.

Questo ha portato in moltissimi casi (non stiamo parlando dell’Arezzo) a conferenze stampa che si somigliano tutte, piene di frasi vaghe o di circostanza da parte di dirigenti, presidenti, allenatori, calciatori che nel dubbio preferiscono non sbilanciarsi, consapevoli che quello che viene detto potrebbe essere rinfacciato loro in futuro. Il fatto che ad Arezzo non succeda fa sì che se non altro da noi le conferenze stampa siano meno “preconfezionate” e già sentite che altrove, salvo poi mettere in piedi commedie e commediole che sembrano appartenere più a Goldoni che non al calcio.

C’è una carenza di strategia comunicativa che è lampante più o meno dall’insediamento dell’attuale proprietà, con l’aggravante che il tempo e qualche ingenuità commessa (e ammessa) in passato avrebbero dovuto indurre a più miti consigli. Certo, non stiamo parlando di un qualcosa che mina le sorti di una società, anche perché quando Capuano dice che l’Arezzo non prenderà mai una multa per pagamenti in ritardo, significa che l’Arezzo, quando si siede a un tavolo per fare una trattativa con un giocatore, magari offre poco rispetto ad altre realtà, ma quel poco che offre lo mantiene, e questo, con i chiari di luna di oggi, non è irrilevante.

 

la sala stampa dello stadio ComunaleIl punto, comunicativamente parlando, è che agli aretini piace la gente che parla chiaro, che magari non promette la luna ma quando promette una cosa è quella. Così, sulle ali dell’entusiasmo per la stagione appena conclusasi con un risultato finale decisamente superiore a quello che ci si attendeva, da un lato era comprensibile che si promettesse una stagione ancora migliore, da un altro sarebbe stato meglio, col senno di poi, sbilanciarsi un po’ meno e non promettere di lottare per la promozione in B – visti i budget messi a disposizione di Capuano, lo ripetiamo ancora una volta, in maniera assolutamente legittima da parte della proprietà.

Quando Marco Massetti nel 2010 cacciò fuori l’assegno circolare per far iscrivere l’Arezzo alla serie D, fu chiaro e lampante: iscriviamo la squadra, per amore dei colori amaranto, ma non allestiremo una rosa in grado di lottare per tornare subito nei professionisti perché i fondi sono quelli che sono. Gli aretini capirono, e seppur a malincuore, accettarono la situazione cercando di stare a fianco della squadra. Il punto vero, ad oggi, è uno solo: l’Arezzo non ha una strategia comunicativa di nessun genere, né improntata al profilo basso né ai proclami altisonanti. Dipende dalla giornata, da chi si presenta in conferenza stampa e da cosa è successo il giorno prima.

Questo, nell’era di internet, non si può più fare, perché la gente si ricorda delle cose dette e perché tutto o quasi si può consultare di nuovo in qualsiasi momento. E spesso, vedere che – come si dice ad Arezzo – “un giorno è mela e un giorno è pera”, crea malcontento e delusione anche tra i tifosi più attaccati ai colori amaranto. Forse sarebbe il caso, una volta definite le strategie di calciomercato che sono oggettivamente più urgenti, cominciare anche a ragionare su quelle di comunicazione.

 

scritto da: Roberto Gennari, 17/06/2015





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