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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

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Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
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L'Arezzo in ritiro con il colpo Sperotto. Gestione Ferretti: né indulgenze né pregiudizi

Preso in prestito il terzino sinistro del Carpi, classe '92. Stamani partenza per Cascia: la rosa è ancora incompleta ma il mix attuale fra giovani e uomini d'esperienza sta riscuotendo fiducia. Senza contare che Capuano e Ciardullo potrebbero avere da parte un tesoretto per gli ultimi innesti. Intanto continuano a rincorrersi le indiscrezioni su un disimpegno del presidente, verso il quale non devono esserci ecccessi né in un senso né nell'altro. Anche perché da noi un certo Bertelli preferisce la vela al calcio...



Nicolò Sperotto, 23 anni, in prestito dal CarpiComincia l’avventura. Da stamani il nuovo Arezzo è a Cascia e in rosa c'è un elemento in più: proprio ieri sera è stato definito l'arrivo in prestito dal Carpi del terzino sinistro Nicolò Sperotto, classe '92, ex Reggiana e l'anno scorso a Cosenza insieme all'attaccante Cori. La squadra è ancora incompleta, rinnovata per ora all’80% ma con percentuale destinata ad incrementarsi con i probabili nuovi arrivi che di qui alla fine del mercato andranno a costituire il gruppo che tutti dovremo sostenere a partire da inizio settembre (e prima nella ritrovata Coppa Italia “vera”). Giovani di belle speranze, qualcuno che con già qualche buona esperienza insieme a giocatori più esperti (età media molto più bassa che nello scorso campionato comunque) formano un mix accattivante e, almeno sulla carta, dalle buone potenzialità.

 

Ci sarà da lavorare per mister Capuano ma la sua presenza e quella dell’intero staff dello scorso campionato (in primis il preparatore atletico prof Truda, una garanzia) rappresentano già di per sé un buon viatico per la stagione che va a cominciare. Ci sarà soprattutto da rifare gruppo oltre che squadra (non è la stessa cosa ed il primo a conoscerne la differenza che è molto più “intrinseca che semantica” è l’allenatore), trovare condizione ed automatismi che consentano di essere pronti per il via e magari per fare anche qualche bella figura in anteprima.

 

Nel frattempo continuano a correre per la città le voci che vorrebbero prossimo un disimpegno del presidente Ferretti con conseguente querelle legata all’aretinità della compagine di controllo della società. Su questo si sono lette affermazioni sensate ed esternazioni sguaiate ma pochi hanno rimarcato un fatto purtroppo evidentissimo e costante nel corso degli anni: il disinteresse dell’imprenditoria aretina verso l’Arezzo e verso lo sport in generale. Premetto, a scanso di equivoci, che chi scrive è innamorato pazzo di questa città; potrei descrivere con accenti lirici qui fuor di luogo le sensazioni di una passeggiata per le strade del centro storico, i brividi al suono delle chiarine della Giostra, il tutto sublimato nell’amaranto della nostra squadra. Quindi una presidenza locale sarebbe certamente assai gradita, però...

 

il campo d'allenamento dell'Arezzo a CasciaPerò uno dei principali imprenditori italiani, sebbene nato in Colcitrone (fiero assertore delle sue origini peraltro) preferisce la vela e non gli ha fatto nessun effetto vedere la squadra che rappresenta la città affondare nella melma del dilettantismo. Pensare che con quel che spende per l’albero maestro di una delle sue imbarcazioni ci assicurerebbe 10 anni di B. Però un altro imprenditore di primissimo livello dice che se mai entrerà nel calcio non lo farà con l’Arezzo perché non c’è ritorno di immagine. Altrove si ragiona diversamente (o forse Squinzi aveva bisogno del Sassuolo per far conoscere la Mapei ??!!), probabilmente per un fatto di cultura e legame vero col territorio, come quegli imprenditori che a Sassari hanno fatto gruppo intorno al basket portando la Dinamo al primo storico successo tricolore. Proprio come ad Empoli dove da ormai circa 15 anni il presidente Corsi sta guidando la società tra A e B facendone un modello per gestione e sviluppo del settore giovanile (società mai abbandonata neanche in momenti non facili per le sue aziende).

 

Quando nel 2009 il presidente Mancini con una uscita delle sue si inventò dalla mattina alla sera la non iscrizione della società in Lega Pro c’è stata la coda di impresari nostrani a rilevare il club o successivamente, il titolo sportivo? Se non c’era l’encomiabile e mai abbastanza lodato altruismo di Massetti, pur in presenza di eccellenze economiche esenti da crisi, saremmo ripartiti forse dalla prima categoria. Sia ben chiaro, certi atteggiamenti dell’attuale presidenza non possono non lasciare interdetti, in primis quella che pare una ostentata avversità verso ciò che è aretino (resto convinto comunque che ci sia qualche “filtro” che non funziona...), ma domandiamoci che ne sarebbe di noi se fosse rimasto Severini o se al posto di Ferretti fosse arrivato qualche sedicente magnate russo (come a Venezia ) o libanese (come a Varese), posto che di imprenditori locali, come s’è detto, dopo Terziani (per me ultimo grande presidente) s’è persa la traccia.

 

Nessuna indulgenza davanti agli errori ma nemmeno nessuna pregiudiziale negativa verso chi comunque sta assicurandoci ancora una stagione di livello almeno decoroso. La scelta di un budget predefinito credo sarà e dovrà essere la scelta obbligata per tutte le società piccole e grandi se vorremo evitare l’abbraccio mortale delle finanziarie corrotte e corruttrici. Presto, per fortuna, parlerà il campo e la sensazione è che attraverso prestiti e estenuanti trattative, a Capuano e Ciardullo sia rimasto un tesoretto da spendere con oculatezza nelle prossime settimane per arricchire e potenziare la rosa. Come dire, speriamo che fioriscano e che sian petali amaranto.

 

scritto da: Andrea Avato - Paolo Galletti, 16/07/2015





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