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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
MONDO AMARANTO
Alessandro alla porta di Brandeburgo - Germania
NEWS

Romanticamente Arezzo. L'era Cosmi vent'anni dopo: diffidenze, successi e un amore eterno

Il racconto del quinquennio che va dal 1995 al 2000 apre una nuova rubrica dedicata a quelle storie e a quegli episodi di calcio che possiamo definire ''romantici''. Cinque stagioni nate sotto l'insegna dello scetticismo e chiuse con le lacrime agli occhi per la serie B sfumata, la fine di un ciclo e l'addio a uno degli allenatori più apprezzati di sempre. Un lustro che segnò pure il ritiro di Lauro Minghelli



foto ricordo nello spogliatoio dell'Arezzo 1996/97Serse Cosmi e l'Arezzo... una bella storia di romanticismo calciofilo da raccontare. L'allenatore perugino, dopo esser partito dalla prima categoria ed aver portato la Pontevecchio -squadra di Ponte San Giovanni, frazione della città di Perugia - in categorie più importanti, venne ingaggiato nel 1995 da Ciccio Graziani, all'epoca presidente dell'Arezzo, per guidare gli amaranto.

Anni bui per il cavallo rampante aretino, la società era in ricostruzione dopo il fallimento con conseguente radiazione del 1993. La storia dell'Arezzo riprese appunto con Francesco "Ciccio" Graziani, che con altri soci fonda l'Associazione Calcio Arezzo e riesce ad iscriverla al Campionato Nazionale Dilettanti. Erano tempi duri, e certamente un perugino sulla panchina dell'Arezzo poteva forse non essere la scelta migliore. Un perugino non può esser ben visto ad Arezzo. Tra le due tifoserie c'è una storica rivalità, ma Serse Cosmi dopo la diffidenza iniziale del pubblico amaranto è riuscito a conquistare il cuore di tutti gli aretini. Allenatore molto preparato tatticamente, uomo istintivo con un forte temperamento e con grandi capacità motivazionali nonché persona di grande umanità, ha iniziato a lavorare e plasmare la sua squadra, vincendo pian piano lo scetticismo del pubblico aretino.

Al termine della stagione 1995/96 l'Arezzo si classifica al primo posto, ritornando in C2 dopo un'esaltante cavalcata trionfale dove ebbe il Sansepolcro come sua avversaria più ostica. Un grande traguardo per una piazza con trascorsi calcistici importanti, a cui la realtà dilettantistica stava certamente stretta. Una stagione che rimarrà negli annali della storia amaranto. In città era tornato l'entusiasmo ed ogni domenica allo stadio ma soprattutto in Curva Sud si poteva ammirare l'ottimo spettacolo scenografico offerto dagli Ultras Arezzo e vedere il grande calore con cui sostenevano la squadra; un gruppo di giocatori motivati, carichi e pronti - malgrado fosse composta da molti giocatori nuovi - per vincere il campionato. Tra i calciatori più importanti annoveriamo Mosconi, Fabiani e Battistini tre autentici pilastri della squadra, ma il grande artefice di questo cambio di passo aretino fu Serse Cosmi, che riuscì in pochissimo tempo a dargli un'identità ben precisa ed una mentalità vincente.

 

un'immagine emblematica del carattere di Serse CosmiNella stagione successiva in C2, l'Arezzo centra il quarto posto in classifica, un buon piazzamento in una categoria superiore dove l'asticella si era notevolmente alzata. Serse Cosmi continuava nel suo lavoro, con grandi capacità e la voglia di scalare più categorie possibili. Questo avvenne nella stagione 1997/98 quando l'Arezzo ottenne la promozione in Serie C1. Gli amaranto arrivarono terzi nel campionato del girone B e si qualificarono per gli spareggi Play Off, dove affrontarono in semifinale il Teramo, pareggiando 0-0 in Abruzzo e vincendo 1-0 in casa al ritorno, strappando cosi il biglietto per la finale che significava promozione in C1. Al termine della gara di ritorno con il Teramo, il sogno amaranto si stava concretizzando, al triplice fischio finale ci fu un'invasione di campo al Comunale, Serse Cosmi circondato dai tifosi festanti, che con la sua inconfondibile grinta li caricava - se mai ce ne fosse bisogno - per la finale. Straordinario. Un romantico d'altri tempi.

Pistoia, 14 giugno 1998. Un Arezzo battagliero come il suo allenatore si presenta seguito da moltissimi sostenitori colorati e calorosi alla finalissima contro lo Spezia. Partita dove c'è da soffrire, per cuori forti. L'Arezzo arrivava nel migliore dei modi alla finale, con un'ottima condizione atletica e mentale, c'erano tutte le premesse per poter far bene e raggiungere l'obiettivo. Sugli sviluppi di un calcio d'angolo dall'out di destra, Balducci con un incredibile colpo di tacco porta in vantaggio l'Arezzo. Serse Cosmi lo ribattezzò "il tacco di Dio". Un gesto tecnico simile in una partita cosi importante è una di quelle cose che restano per sempre. Ma lo Spezia pareggiò su calcio di rigore nella ripresa, una decisione molto dubbia del direttore di gara con Serse Cosmi che trattenne la sua ira applaudendo ironicamente la scelta di decretare il rigore. Rigore trasformato, si va ai tempi supplementari. L'Arezzo che fino ad allora aveva dominato l'incontro subì un contraccolpo psicologico e lo Spezia prese il sopravvento rischiando di segnare e portarsi in vantaggio. Si arrivò cosi alla fine dei supplementari, ed in pieno recupero, venne decretato un rigore per l'Arezzo: Balducci lanciato a rete superò il portiere spezzino che lo atterrò e venne anche espulso per questo fallo. Rigore nettissimo. Attimi di tensione sugli spalti con i sostenitori aretini che erano già in campo, mentre il portiere dello Spezia venne sostituito da un giocatore per gli ultimi secondi di partita: fu Andreini per la precisione. Campanile va sul dischetto, e dopo attimi concitati in cui l'arbitro voleva far rientrare i tifosi in gradinata, può calciare il rigore. Parte il tiro, goal. La partita è finita ma l'arbitro vuole far recuperare ulteriori minuti, e finalmente dopo 8 di recupero arriva il fischio finale. L'Arezzo è in Serie C1. Un traguardo incredibile raggiunto dopo 5 anni dalla radiazione. Esplode l'entusiasmo dei 5.000 supporters aretini presenti a Pistoia, e Serse Cosmi si lancia prima sotto la tribuna e poi insieme ad un fiume di gente di corsa ad esultare sotto il settore della tifoseria piu' calda. Una gran festa dopo una cavalcata straordinaria, l'ennesima dell'Arezzo made in Serse.

 

il primo giorno in amaranto con Nofri, Taccucci, Marchesi, Bellachioma e MartinettiPurtroppo però in quella stagione ci furono anche momenti brutti, ci riferiamo alla triste vicenda di Lauro Minghelli, centrocampista dell'Arezzo, che fu costretto a lasciare la squadra dopo poche partite, per via dei primi sintomi di una grave malattia che lo portò poi alla morte nel 2004. Oggi, il settore dei tifosi più appassionati dell'Arezzo è dedicato a lui: "CURVA SUD LAURO MINGHELLI" nel ricordo di un ragazzo sfortunato, stroncato da una gravissima malattia, una delle tante morti dimenticate del mondo del calcio, sempre e solo attento ad eventi mediatici dove può trarre profitto e non curante dei sentimenti.

Cosmi rimane altre due stagioni sulla panchina dell'Arezzo, nel 1998/99 l'Arezzo si piazza all'undicesimo posto del girone A della serie C1, mentre nel 1999/2000 classificandosi quinto in classifica andò agli spareggi play off, ma la sorte fu avversa all'Arezzo che venne eliminato in semifinale nella doppia sfida con l'Ancona. Per Serse fu l'ultima stagione in amaranto. Luciano Gaucci, vulcanico presidente del Perugia, lo ingaggiò per la stagione 2000/2001. Potè finalmente coronare il sogno di allenare in serie A, dopo essere partito dalla prima categoria nel lontano 1990. Una lunga gavetta, fatta di lavoro, sacrifici, cuore, umiltà ed umanità. Cosmi ad Arezzo è un simbolo, la sua cavalcata quinquennale è una romantica pagina di sport che rimarrà indelebile nei cuori amaranto. Ed anche nel suo, perché da uomo di grandi valori non dimenticherà mai quanto ricevuto dal popolo amaranto.

E come scrissero gli Ultras Arezzo in uno striscione a lui dedicato... "A MISTER SERSE... TANTO DI CAPPELLO". Un simpatico doppio senso in riferimento al fatto che Cosmi indossasse sempre un cappello durante ogni partita.

 

scritto da: Marcello Fulgenzi, 17/10/2015





Serse Cosmi e l'Arezzo, una bella storia

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