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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
MONDO AMARANTO
Gufo all'Amsterdam Arena
NEWS

Frasi forti, silenzi, cori di scherno, esultanze polemiche e budget. Capuano: ''Non sono Schettino''

Il momento dell'Arezzo in quindici punti salienti. Dallo scoramento dell'allenatore, che oggi ha allontanato l'ipotesi delle sue dimissioni, agli investimenti societari nella campagna acquisti, passando per la debolezza di un gruppo che finora ha trovato tanti nemici all'esterno e non è ancora riuscito a dare continuità ai risultati e alle prestazioni



Monacizzo e Gambadori, duello a metà campoDimissioni, frasi forti, silenzi, cori di scherno e cori ironici, esultanze polemiche, il budget, il mercato, i gol presi e i gol sbagliati, i pali, le traverse, gli infortuni, 12 punti, tre sconfitte in casa, zero sconfitte in trasferta, si gioca bene, si gioca male, gli assenti, la serie B, i play-out e diversa altra roba. Mescolando tutto insieme, viene fuori il post Arezzo-Lucchese. 

 

1) Capuano a fine partita doveva andare sotto la curva con la squadra. Ci va (spesso, non sempre) a prendersi gli applausi quando l'Arezzo vince. Poteva andarci pure ieri a prendersi i fischi. Insieme ai giocatori.

2) Capuano oggi ha voluto chiarire un concetto basilare: ''Ho detto, e lo ripeto, che se dovessi accorgermi che le mie dimissioni farebbero bene all'Arezzo, me ne andrei e rinuncerei pure ai soldi del contratto. Ma non è questo il momento. Anzi, oggi posso garantire a tutti che se la barca dovesse colare a picco, io resterei al timone fino all'ultimo. Non sono uno Schettino, sono un uomo d'onore''.

3) Capuano è un allenatore che non ha mezze misure. E' fatto così, prendere o lasciare. E' uno che ha un entusiasmo debordante con cui convince Ferretti a presentare la domanda di ripescaggio e cacciare la fidejussione da 600 mila euro. E' anche uno che nei momenti negativi si lascia prendere dallo sconforto. Era già accaduto prima di ieri, succederà di nuovo. Di solito però gli dura poco.

4) Capuano è uno che dilata i concetti. E' il suo marchio di fabbrica: quando la squadra gioca bene e vince, trasmette onnipotenza alla piazza. L'anno scorso è stato il trionfo di un gruppo gestito e raccontato benissimo. Quando la squadra gioca male e perde, Capuano si deprime. Ieri ha trasmesso precarietà oltre il necessario. Non l'ha fatto apposta. In ogni caso la situazione dell'Arezzo, tecnica e di classifica, è complicata ma non drammatica.

5) Capuano continua elegantemente a schermare la società, dimostrandosi un aziendalista convinto. E Ferretti fa bene a investire quello che può, evitando penalizzazioni, ma il budget di 500mila euro, per gli obiettivi dell'Arezzo, è risicato. Toppare qualche scelta di mercato a queste cifre non è un peccato mortale, è fisiologico.

6) Capuano ha fatto la squadra con mezzo milione. Gli hanno imposto De Martino (dentro il budget) e quando non l'ha fatto giocare, a momenti ci rimette la panchina. Il vicepresidente sta lì da anni a fare il padre padrone senza cacciare un euro e a soffiare sul fuoco ma Ferretti, ormai si è capito, il suo numero due non lo caccerà mai. E lo lascia gironzolare intorno a Capuano. Se Capuano ogni tanto perde la brocca, ci può anche stare. 

 

il prepartita di Capuano7) Capuano l'anno scorso non sbagliava un cambio. Quest'anno muove le pedine ma la squadra non lo asseconda. Con la Carrarese fu un harakiri, però c'erano condizioni di contorno penalizzanti. Con il Prato tenne in campo Tremolada che non ce la faceva più. A Teramo fuori Bentancourt, dentro Pugliese e squadra che si abbassa fino a prendere gol. Con la Lucchese Bentancourt titolare fino al minuto 78, Calabrese a sedere e Mariani nella mischia. Eziolino non è impazzito, semplicemente non ha trovato le corde giuste da toccare.

8) Bentancourt, al di là dei giudizi tecnici, adesso è sotto pressione. Farlo giocare è una tortura per lui e per chi sta fuori. Bisogna studiare qualche alternativa. Calabrese per esempio una chance se la merita.

9) Gli infortuni di Carlini e Feola hanno tolto alla squadra due punti di forza. C'è poco da discutere. Un palo gol invece che palo fuori avrebbe ridisegnato lo scenario. Ma questo è il calcio.

10) Capuano sarà antipatico, accentratore, teatrale e amante di un calcio pragmatico all'eccesso, ma è competente, appassionato e capace. L'Arezzo grava sulle sue spalle, un po' perché a lui piace così e un po' perché nell'Arezzo non poteva che essere così. Se oggi Capuano venisse esonerato, dimissionato o rimosso, si aprirebbe una crisi al buio. I rischi sarebbero molto maggiori dei benefici.

11) Capuano deve prendere in mano il bandolo della matassa, gestire il periodo complicato (4 punti nelle ultime cinque partite) e traghettare l'Arezzo verso la salvezza. Stop. Deve imparare semmai, a non estremizzare, anche se lui dice tutto quel che ha nel cuore. Però la sincerità tout court è nociva: la gente il venerdì sente dire che l'allenatore ha portato un premio alla squadra, la domenica che l'organico è stato costruito male, e quindi non ci capisce niente. Un morso sulla lingua a volte non guasta.

12) A gennaio la rosa non va rivoluzionata, ma rimodellata sì. La società su questo deve dare garanzie totali.

13) Il gruppo dovrebbe cominciare a tirare fuori l'orgoglio. Se la curva ti canta ''e s'ha provare a fare un gol'' oppure ''le palle non ce l'avete'', bisogna darsi una smossa. Sennò la colpa è sempre dell'ambiente troppo critico, della stampa troppo severa, dell'allenatore, dell'arbitro, della sfortuna e dello Spirito Santo. Invece l'unico giudice è il campo.

14) Tremolada e Cori che segnano un gol da serie A e che esultano gesticolando, come a dire ''adesso cosa scrivete voi della stampa?'', è emblematico di un certo modo di vivere la situazione. Ognuno festeggia come gli pare e nessuno perde il sonno per questo, nemmeno tra i giornalisti. Solo che trovare sempre un nemico da combattere è sinonimo di debolezza più che di forza.

15) Quella di Siena sembra la partita ideale. Per morire o per risorgere.

 

scritto da: Andrea Avato, 16/11/2015





Fanucchi bestia nera dell'Arezzo

Arezzo-Lucchese 1-2
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