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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
MONDO AMARANTO
Ruben allo Stamford Bridge di Londra
NEWS

L'Arezzo naviga controvento. L'eclissi di Capece, la flessione di Gambadori: ora serve un sussulto

Ci sono limiti, storture, errori e prospettive fumose nella stagione amaranto, ma c'è anche una congiuntura astrale negativa. Il gol della Pistoiese di domenica scorsa appartiene a quegli episodi clamorosi che si raccontano ai nipoti e però l'Arezzo non deve mollare. Spunti positivi ve ne sono: dal piglio di Cori alla crescita di Tremolada, dall'affidabilità di Milesi al solito Madrigali. A centrocampo i problemi più grandi: ecco perché contro la Spal bisogna tirare fuori qualcosa in più



Giorgio Capece, 23 anni, 2 gol su rigoreE’ un’annata maledetta. Ci sono limiti, storture, inefficienze, errori, prospettive fumose e un organico composto forse con troppo ottimismo, ma dopo la domenica di Pistoia non si può non parlare anche di una congiuntura astrale che da inizio campionato gira contro il Cavallino, i suoi giocatori ed i suoi tifosi. La partita del ''Melani'' non è stata certo bella, però l’Arezzo tra i consueti affanni (su cui torno più avanti), l’aveva portata dalla sua parte con una percussione rabbiosa a 4 dalla fine. Ora, che un difensore si inventasse una rovesciata di quel genere rimettendo i suoi in partita è uno di quegli episodi che si contano sulle dita di una mano e si raccontano ai nipoti. Per questo non possiamo non parlare fino ad oggi di annata maledetta, ma allo stesso tempo non possiamo e non dobbiamo cedere al vento contrario della sorte. Tocca ora più che mai a chi va in campo e a chi li guida invertire la rotta navigando controvento, sta a noi che li sosteniamo moltiplicare anche la nostra vicinanza ed il nostro sostegno per spingere la barca dalla parte giusta. Certo che così tutto è più difficile, ma anche dentro alla notte di una classifica avarissima possiamo intravedere cose positive, capaci di portarci fuori dalle secche e cominciare a risalire gradini verso zone più tranquille.

Cori si sta confermando un lottatore di vaglia (l’occasione che ha inventato letteralmente per Tremolada ad inizio secondo tempo è un condensato di forza, grinta, rabbia), il reparto arretrato ha trovato in un buon Milesi una pedina importante ora che cominciano a pesare le ammonizioni. Madrigali stoico ed impeccabile anche con la febbre addosso, Tremolada che cresce partita dopo partita e speriamo che Bentancourt si sia scrollato di dosso l’inconcludenza di questi primi mesi. Altra cosa molto buona è la disinvoltura con cui la squadra sa adattarsi tatticamente alle mosse del suo allenatore. A Pistoia Capuano ha iniziato con un modulo, poi lo ha modificato ad inizio ripresa e la squadra ha reagito subito bene, assorbendo la variazione di codici e creando due palle gol nitide. Il guaio è che quando poi gli arancioni hanno cominciato ad alzare il ritmo si è ripetuto il canovaccio di tante, troppe altre volte. Il centrocampo è arretrato sulla linea dei terzini e ci siamo fatti schiacciare negli ultimi venti metri; questa la ragione del pari subito a Teramo, questa la ragione della rimonta della Lucchese ed anche in parte di quella del Pisa (qui concediamo l’attenuante della forza dell’avversario), questa la ragione del pari di Di Bari, acrobatico e spettacolare, ma frutto anche di un assetto che ci vedeva in quel momento praticamente tutti dentro la nostra area di rigore.

 

Pistoia, gli amaranto a fine match salutano i tifosiCosì viene in causa Giorgio Capece. Uomo di qualità e di esperienza, ci si aspetterebbe da lui che nella bolgia prendesse in mano la squadra dal punto di vista tecnico e caratteriale e la guidasse a guadagnar metri, a tener palla, a farla girare in maniera un po’ più ampia dei due metri di tocco laterale al quale si sta assuefacendo da tempo. Invece quando sale il tono della gara, si eclissa troppo spesso. Accanto a lui fatica e annaspa capitan Gambadori che forse accusa l’età, ma probabilmente anche il fatto che a portare pressing sul portatore di palla avversario tocca quasi sempre solo a lui e alle sue spalle in pochi lo seguono, stringendo gli spazi e ponendo le basi di quella riconquista dalla quale poi si possono gestire minuti e palloni. Speriamo che il nostro numero 8 ritrovi il passo giusto domenica contro i suoi vecchi compagni, contro quell’allenatore al quale vorrà anche dimostrare che ha sbagliato a disfarsi di lui nell’anno in cui ha costruito una squadra da primato. Capece doveva e deve essere una delle colonne della squadra e fino ad oggi non lo è stato, se non per frazioni di gara e comunque senza quella continuità che gli è richiesta.

E’ ora che tutto sembra girarci contro, con il calendario che ci prospetta una chiusura d’anno contro le più forti del campionato (classifica alla mano), con gli infortuni che si moltiplicano e le squalifiche che cominciano a farsi sentire, che dobbiamo tirare fuori quello che fino ad oggi è rimasto inespresso, è ora che chi va in campo dimostri davvero di essere un gruppo di “hombres verticales”, ora che arriva la prima della classe e la montagna sembra impossibile da scalare dobbiamo tutti insieme tirare la corda e issare la nostra bandiera sulla vetta. Come a Pontedera, Teramo, Siena, Pistoia, noi ci saremo. Aspettiamo anche i giocatori e il mister sotto la curva e non più a capo basso per il rammarico di un altro risultato mancato.

 

scritto da: Paolo Galletti, 10/12/2015





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