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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
MONDO AMARANTO
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NEWS

Lo zibaldone della trasferta (bis) di Cremona. Angoscia, vino, misticismo e invidia

Un anno fa di questi tempi, con le dita sulla tastiera per scrivere lo zibaldone della trasferta di Crotone, pensavo che roba più triste non avrei mai potuto viverla più. Mi sbagliavo. Il ritorno da Cremona, se possibile, è stato ancora più mesto, anzi ancora più insulso.



la coreografia mistica dei tifosi amarantoUn anno fa di questi tempi, con le dita sulla tastiera per scrivere lo zibaldone della trasferta di Crotone, pensavo che roba più triste non avrei mai potuto viverla più. Mi sbagliavo. Il ritorno da Cremona, se possibile, è stato ancora più mesto, anzi ancora più insulso. Perché in Calabria, col pullman dei tifosi e senza chiudere occhio, c'ero andato coltivando la folle speranza di una rimonta. In Padania, invece, ci sono salito ben sapendo che i miracoli si fanno a Lourdes, non altrove. E ridursi a giocare una semifinale play-off con la fiammella della speranza fioca come un lumino da cimitero, non è una bella cosa.
A come angoscia (e un po' di vino). Caro il mio Francesco, ti scrivo anch'io. Domenica sera, dopo il rientro da Cremona, con le immagini della partita in tivù, il computer acceso e un articolo appena cominciato, l'avvelenata era la miglior canzone che si potesse ascoltare. Non avevo un bicchiere di rosso accanto e forse non era angoscia la mia, ma direi che rende lo stesso l'idea.
B come serie B. Anche per quest'anno è andata.
C come cinque anni. La durata del contratto firmato da Ceravolo un'estate fa. “Mi accusate sempre di non programmare, stavolta non potrete rinfacciarmelo più” disse Mancini quando presentò il nuovo direttore generale. Se programmazione ci sia stata veramente o no, se Mancini ci credesse veramente o no, sarebbe lungo da argomentare. Però la scelta l'ha fatta un anno fa e oggi tornare indietro sarebbe sbagliato. Pretendere che Ceravolo rimanga qua fino al 2014 è illusione. Fino al 2011 è coerenza.
D come dipendenza. Da noi funziona così. Arriva giugno, Mancini dice che vuole mollare baracca e burattini, la gente è incazzata e invoca un nuovo direttore che porterà un nuovo allenatore, e verranno presentati come “finalmente gli uomini giusti” e poi cominceranno a lavorare, fino a novembre, quando l'allenatore verrà messo alla gogna sui giornali, e un giornale dirà che è un allenatore scarso mentre quell'altro dirà che è scarso chi gli dice che è scarso, e poi arriva febbraio e il direttore non ha più potere, e Mancini manda via l'allenatore, ne chiama un altro ma dopo un po' richiama quello di prima, mentre la squadra si barcamena, arriva ai play-off che poi perde. Mancini allora dice che vuole mollare baracca e burattini, la gente è incazzata e invoca un nuovo direttore che porterà un nuovo allenatore eccetera eccetera... Funziona così da dieci anni. Diciamo basta a questo circolo vizioso, stiamo diventando dei drogati della rivoluzione.
E come epitaffio. Cremona, stadio “Giovanni Zini”. Primo luglio 2009 – 30 maggio 2010. Qui giace l'Arezzo che conquistò gli spareggi e perse senza giocare. La differenza tra vittoria e sconfitta è un attimo, l'Arezzo non lo colse mai. Ho aggiornato la “lapide” di un anno fa, purtroppo va bene lo stesso.
Mancini e Ceravolo fianco a fianco nel prepartitaF come fine corsa. Non male l'arrivo della Cremonese allo stadio. I giocatori grigiorossi hanno fatto il tragitto dall'hotel allo “Zini” a bordo di un autobus arancione, di quelli utilizzati per il servizio pubblico in città. Come se l'Arezzo si fosse presentato al Comunale dentro la 1S. Un po' di austerity, in effetti, non guasterebbe.
G come gaffe. Venerdì mattina allo stadio è stato presentato il film “la vita presa a calci”, che verrà girato in gran parte ad Arezzo. All'interno della cartella stampa offerta ai cronisti, oltre alle schede riguardanti regista, produzione e cast, ce n'è anche una che riassume la storia recente della società amaranto. Che sia stata copiata e incollata da wikipedia, poco importa. Che non sia stata rivista e corretta, importa di più. Il bon ton avrebbe voluto che, col presidente Mancini seduto lì al tavolo, certe note su arresti, frodi informatiche, riciclaggi e associazioni a delinquere fossero lasciate da parte. Non per censura, solo per rispettare l'etichetta, che un qualche valore ce l'ha, ed evitare giustificati imbarazzi. La cartella stampa, per la cronaca, l'aveva curata Monte dei Paschi, sponsor dell'Arezzo da un anno e mezzo. Come sempre, vatti a fidare degli amici.
I come invidia. Cesenati ovunque in autostrada, all'andata e al ritorno. Una processione ininterrotta, bandiere al vento, sciarpe al finestrino, facce rilassate e stralunate dalla felicità dentro le macchine e i pullman. Si può dire? Beati loro.
L come luoghi comuni. Come noto, Cremona è la città delle tre T. Turòn sta per torrone, il dolce tipico. Turàss sta per torrazzo, il campanile della cattedrale. Tetàss sta per tette. Mentre facevo la telecronaca, sul monitor di servizio la regia mandava in onda le immagini di belle ragazze allo stadio, inconfutabilmente dotate dell'ultima T. Questo mi ha confuso un po' le idee, tant'è che Giusti l'ho chiamato Paoloni un paio di volte, ma se non altro ha addolcito il pomeriggio.
M come miracoli. Originale e venata di misticismo la coreografia inscenata domenica dai tifosi dell'Arezzo: tanti cartelli formato gigante dedicati a santa voglia di vincere, sant'aretinità, san contrasto duro, santa bandiera amaranto, santa maglia da onorare, santa voce della curva e san Donato capitano. C'era anche sant'arbitro cornuto e forse è per questo che l'intercessione divina non ha funzionato, nonostante la presenza in campo di Croce (Daniele) e Crocefisso (Miglietta). Amen.
N come nonostante. Ceravolo quest'anno ha commesso degli errori. Non ha licenziato Semplici l'estate scorsa, quando già si era accorto che non era funzionale al suo progetto. Non lo ha licenziato dopo l'1-5 di Cremona, quando la situazione gli aveva offerto l'occasione per farlo. Lo ha cacciato dopo sette risultati di fila, lanciando nell'ambiente il seme della discordia. Poi ha mandato via Galderisi a sole tre giornate dalla fine, in una sorta di rischiatutto che non ha pagato. Riguardo gli acquisti, alcuni li ha azzeccati e altri no. Dovrà renderne conto al presidente e alla piazza, cosa che in parte ha già fatto. Nonostante questo, Ceravolo va tenuto. Perché la differenza la fanno gli uomini, ma ancora di più la continuità. E da noi la continuità non c'è mai stata.
O come osservatori. Tra le frasi buttate là da Ceravolo nell'improvvisata conferenza stampa in mezzo alla tribuna dello “Zini”, c'era anche questa: “prenderemo qualcuno dei giovani che abbiamo seguito durante la stagione”. Comunque vada a finire, erano almeno quindici anni che l'Arezzo non seguiva qualche giovane durante la stagione.
la presentazione del film sponsorizzato da MpsP come pronostici. Un anno fa Piero Mancini si sbilanciò e disse che nei play-off contro il Crotone, l'Arezzo avrebbe vinto alla grande. Invece perse sia l'andata che il ritorno. Quindici giorni fa ha bollato la Cremonese come una squadra cotta e l'Arezzo ci ha sbattuto la faccia. I tifosi grigiorossi hanno addirittura esposto uno striscione con la scritta “Mancini, il pranzo è servito”. Interpellato al riguardo, il presidente ha fatto buon viso a cattivo gioco ma poi ha aggiunto che la finale la vincerà il Varese. E a Varese hanno tirato fuori i ferri di cavallo...
Q come quattro. Le dichiarazioni diverse che di solito rilascia il presidente Mancini al termine della partita. Una la offre in pasto ai cronisti che lo intervistano a caldo, direttamente allo stadio. Poi sale in macchina e ne tira fuori altre tre per ognuno dei quotidiani locali che lo chiamano al telefono. E' prassi ormai che il lunedì la rassegna stampa ruoti attorno a un mucchio di frasi dal significato diametralmente opposto, in cui Mancini dice tutto e il contrario di tutto. E' un espediente da gran furbacchione, perché così non deve smentire niente.
R come raduno. Per capire dove siamo arrivati, bisogna ricordare da dove siamo partiti. Il giorno del raduno allo stadio, l'estate scorsa, ai giornalisti vennero fatti intervistare Sireno e Paris, ceduti poche ore più tardi. Un po' di strada, nonostante la delusione, è stata fatta.
S come supponenza. Nessun giocatore è venuto a commentare la sconfitta dell'andata play-off. Nessun giocatore è venuto a commentare l'eliminazione dalla finale. Nessun giocatore ci ha messo la faccia. Nessun giocatore è andato a salutare i tifosi a Cremona. Troppi nessuno. E il troppo stroppia.
T come tessera del tifoso. Dal primo luglio dovrebbe entrare in vigore per tutte le società d'Italia la famigerata card. Ma i dubbi abbondano. Molti non la vogliono. Le società nicchiano. Piero Mancini, domenica sera, ad alcuni sostenitori amaranto incontrati in autogrill ha detto che a lui la tessera non piace e che l'Arezzo non vorrebbe adottarla. Mancini come Zamparini, insomma. E non è la prima volta che accade...
U come umanità. Galderisi allenatore ha estimatori e detrattori, come tutti quelli che fanno il suo mestiere. Galderisi persona ha una grande qualità: riesce a coinvolgere chi gli sta intorno. L'intervista rilasciata domenica in sala stampa dura circa dieci minuti ma si ascolta dall'inizio alla fine senza calare mai l'attenzione. E' uno che dice quello che pensa e che vede il calcio in maniera romantica, al punto che martedì scorso ha chiamato Semplici per esprimergli solidarietà. Sotto molti aspetti, da noi gli allenatori sono tanto diversi ma, stringi stringi, tanto uguali.
W come wikipedia. A proposito, chi è che aggiorna la pagina dell'Arezzo calcio? C'è una pittoresca ricostruzione delle ultime vicende riguardanti Semplici, Galderisi e non solo...
Z come zibaldone. Diciassette trasferte e centinaia di chilometri dopo, siamo alla fine. Se andate in archivio, vi potete rileggere un anno di Arezzo. Un anno che finirà dritto dritto alla lettera R. Come rimpianti.

scritto da: Andrea Avato, 01/06/2010