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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

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NEWS

Tre anni di Ferretti. ''Arezzo gioie e sacrifici. Capuano la scelta migliore. La B? Io ci credo''

Il 9 gennaio 2013 l'imprenditore romano si insediava a capo della società, dopo le gestioni di Massetti e Severini. Oggi festeggia un trienno alla guida del club. ''Sono cambiato, ho imparato a conoscere il calcio, rifletto di più. Gli episodi che non scordo? La contestazione a Mezzanotti, mi sentii in dovere di difendere l'uomo. E l'abbraccio a Eziolino sulla barella: ci vennero i lacrimoni. Per il futuro continuo a sognare il salto di categoria. Un giorno passerei la mano soltanto a persone più che affidabili e in grado di fornire ampie garanzie''



Mauro Ferretti, tre anni da presidente9 gennaio 2013. Mauro Ferretti prende la guida dell'Arezzo, terzo presidente dopo la discesa nei dilettanti e le gestioni di Massetti e Severini. 9 gennaio 2016. Mauro Ferretti festeggia un triennio a capo della società, caratterizzato da alti e bassi, da promesse mantenute e promesse disattese, da rapporti ballerini con la piazza, da un ripescaggio in Lega Pro a suon di euro e dalla speranza di un domani migliore che cominci con la lettera B. Tre anni in cui le polemiche (anche feroci) e gli squarci d'ottimismo (anche fondati) hanno creato un'altalena pazzesca. Tre anni che quasi sembrano il doppio.

 

Presidente, innanzitutto auguri. In cosa si sente cambiato dopo un periodo così intenso?

''Buon anno alla redazione e agli sportivi amaranto. Mi sento cambiato in molte cose. Soprattutto ho imparato, poco ma più di prima, a conoscere questa materia difficilissima che si chiama calcio, il mondo che lo circonda e a riflettere di più. All'inizio tante decisioni le ho prese con troppa fretta''.

Il quesito che molti si pongono, ancora oggi, è perché mai lei abbia acquistato l’Arezzo. Quale risposta si sente di dare oggi?

''L’ho spiegato tante, tante volte. Non c’è stato mai un piano stabilito e studiato a tavolino. Fu un’idea venuta ad amici dell’epoca, molti dei quali si sono dispersi nel corso di questi tre anni, come avete ben visto. Il progetto mi piacque, la città mi colpi molto e un’avventura sportiva, vista la situazione dell’Arezzo di quell’anno, fu una sfida che accettai di buon grado, con la ferma volontà di salvare la società e di mirare anche più in alto. Vorrei ricordare, con grande umiltà, che da un fallimento quasi certo arrivammo fino al terzo posto in campionato. Poi siamo passati, anche con molto travaglio, in Lega Pro. E io sono stato eletto Consigliere di Lega. Ricordo che in una delle prime interviste, che ancora conservo, presi pubblicamente l’impegno di andare in Lega Pro in due anni. Questo, lo dico con orgoglio, è stato mantenuto''.

abbraccio dopo una vittoria tra il presidente e CapuanoQual è l'episodio più significativo che ricorda di questo triennio?

''Non ce n'è uno solo, bensì due. Il primo fu la grande contestazione a Mezzanotti, allenatore di quella stagione. Uscii per primo nel piazzale dello stadio, insieme al mister, al vice presidente De Martino e a Daniele Diomede. Fuori dal cancello del Comunale c'era un nutrito gruppo di tifosi che chiedeva l’esonero immediato di Mezzanotti. In quell’occasione difesi non l'allenatore in quanto tale ma l’uomo, distrutto per una contestazione così forte. Tra l'altro proprio quella domenica in tribuna c’era il suo figlio piccolo. Beh, questa è un’immagine che non scorderò. L’altro episodio riguarda un altro nostro mister, Eziolino Capuano. A maggio ha vissuto l'emozione fortissima della bella vittoria con il Monza. Ricorderete che fu ricoverato: ecco, in quella circostanza, lui su una barella e io lì vicino, ci siamo abbracciati e non nascondo che a entrambi uscirono dei lacrimoni. Lo dico con il cuore: Eziolino ti voglio bene''.

La scelta che le ha dato più soddisfazioni, ovviamente legata all'Arezzo, qual è stata?

''Senza ombra di dubbio aver portato Capuano con noi. Tengo a precisare che la scelta cadde su Eziolino dopo quattro colloqui con altrettanti allenatori di talento. La decisione fu presa unicamente dal vice presidente De Martino al quale io mi affidai per l'ultima parola''.

E invece c'è un errore che, tornando indietro, non commetterebbe di nuovo?

''Non ce n’è uno solo, ma tanti, tantissimi. L’esperienza di questi tre anni mi ha insegnato molto. Ho dato fiducia a collaboratori che avevano anche entusiasmato la piazza e poi si sono rivelati persone che pensavano solo ed esclusivamente al proprio giardinetto, nuovi amici conosciuti che poi hanno tradito ogni sentimento di rispetto, di amicizia e di correttezza. Ma personalmente mi assolvo perché chi non fa niente, non sbaglia mai. Chi fa invece rischia sempre. E' il gioco della vita''.

Ferretti con il suo vice, il sindacalista Enrico De MartinoRiguardo la società, si inseguono tante indiscrezioni. Può confermare che presto potrebbe arrivare un nuovo partner a darle una mano?

''Ho smentito più volte. Anche questa è stata una cattiveria subita passivamente da parte mia. Ormai da mesi si è sparsa la voce di una cessione, ma se ci fosse stato qualche fatto concreto lo avrei detto senza problemi. Guardate che fu proprio questa chiacchiera messa in giro che mi ha portato ad essere contattato da vari soggetti. Nessuno di loro l'ho considerato affidabile e alcuni episodi recenti, riportati dalla stampa, hanno confermato i miei giudizi''.

Questo per il recente passato. E per il futuro?

''Un'eventuale nuova proprietà sarebbe da me vagliata proprio guardando al futuro. L’Arezzo mi ha dato molteplici soddisfazioni, ma mi ha portato pure dispiaceri e sacrifici sotto il profilo economico, oltre a una mole incredibile di lavoro e fatica. Nel rispetto di tutto ciò, non cederei mai la società, in parte o in toto, a persone che non mi dimostrino di essere più che affidabili e in grado di fornire ampie garanzie per l’Arezzo. Però voglio aggiungere una cosa''.

Prego.

''Oggi c’è un gruppo di persone validissime, di alta professionalità e moralità, con le quali sarei ben contento di dividere questa bellissima e sofferta esperienza. L'obiettivo è guardare sempre avanti e lo ribadisco ancora, a ben più alti obbiettivi''.

C’è un desiderio che vorrebbe vedere realizzato nei prossimi mesi?

''L’ho detto più di una volta, anche se la speranza non è una promessa o un impegno. Però tutti noi abbiamo dei desideri: per l’Arezzo ne ho uno enorme che ho già espresso nel passato, quello di vedere i colori amaranto in serie B. E a mio avviso credo che sia un traguardo raggiungibilissimo''.

 

scritto da: Andrea Avato, 09/01/2016





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