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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
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NEWS

E' già domani. Tante parole, una sola certezza: l'Arezzo in Lega Pro deve partire per vincere!

Dopo la sconfitta contro il Pontedera sono cambiate alcune cose. Difficilissimo agguantare i play-off, indispensabile programmare con criterio la prossima stagione: i tifosi hanno ascoltato troppe promesse nei mesi scorsi per fidarsi di un paio di conferenze stampa. Servono dati concreti e programmi certi da parte del presidente Ferretti: questa società, lo dice la storia, in terza serie ha sempre puntato ai primi posti. La rosa quindi va confermata e rinforzata, a cominciare da un uomo gol



per l'Arezzo è già tempo di guardare avantiDalle ore 16.53 di domenica 6 marzo è cominciato il futuro. La sconfitta inattesa con il Pontedera ha virtualmente sancito la fine del sogno impossibile della conquista dei play-off (intendiamoci, felicissimo di essere smentito dall’eventuale avverarsi dell’”imponderabile positivo” al cui verificarsi mi impegno fin d’ora ad andare a piedi fino al Santuario della Madonna del Bagno) ed aperto la porta sulla prospettiva della prossima stagione, quella della grande promessa ma anche (da tempo) del grande dubbio. Certamente restano un paio di obiettivi da centrare: la conquista dell’accesso alla Coppa Italia Tim che pare largamente alla portata e, cosa alla quale teniamo parecchio, la vittoria nel derby con il Siena ad inizio aprile. A garantire sulla costanza dell’impegno c’è la serietà professionale di Eziolino Capuano e su questo non credo possano sussistere dubbi.

 

Partiamo allora dalla gara contro il Pontedera e proviamo a guardarla con l’ottica di quel che potrebbe e forse dovrebbe essere il prossimo campionato. Contro l’astuzia tattica di Indiani, i ragazzi di Capuano hanno fallito un altro esame di maturità dopo quello dell’Arena Garibaldi. Contro il Pisa era una prova particolarmente difficile per la qualità dell’avversario e per le condizioni ambientali. Domenica invece si giocava in casa e reduci dal bel successo di Prato; per tutta la settimana aveva covato nel cuore di ogni tifoso e tra le righe della stampa la speranza dell’ennesima vittoria di questo 2016, viatico per una ulteriore scalata in classifica. Sul campo la squadra ha forse sentito questa responsabilità non riuscendo ad esprimersi come aveva fatto in altre circostanze, giocando tesa e preoccupata, con la fretta di forzare le giocate, senza riuscire a presidiare il centrocampo (complice anche l’assenza di un elemento fondamentale come Benedetti) e subendo l’ennesimo gol con palla lunga alle spalle dei difensori. Nemmeno l’estro di Tremolada è parso particolarmente ispirato ed anzi il giocatore ha mostrato a tratti un nervosismo che forse tradiva le difficoltà di far gioco.

 

Visto con l’ottica che si diceva, vale a dire quella dell’Arezzo che verrà, si può dire che, preso atto dell’immane lavoro fatto da mister Capuano per portare i suoi ad un apprezzabile livello di impostazione tattica e di classifica, almeno altrettanto ne resta da fare per far crescere mentalmente la squadra in modo da affrontare con la testa giusta sfide più o meno di cartello ma essenziali per il consolidamento e la scalata alla classifica.

 

Eziolino Capuano, secondo anno ad ArezzoI campionati si vincono (o si provano a vincere) facendo proprie partite come quella col Pontedera ancor più che esaltandosi negli scontri diretti dove l’adrenalina sale da sola. Su questo aspetto, fermo restando il ruolo chiave dell’allenatore di Pescopagano al centro del progetto (come ribadito in coro da Ferretti, Riccioli e Gemmi e come auspicato dall’intera tifoseria), resta tutta da capire la strategia della società. Dopo le parole di Riccioli (troppe quelle spese - non da lui - negli ultimi anni per suscitare entusiasmo ed anche solo per tranquillizzare) dobbiamo registrare il fatto, positivo, dell’incontro con il procuratore di Luca Tremolada (ed anche i suoi giudizi sull’atteggiamento del club) con una offerta che sembrerebbe essere dignitosissima e che poi starà al giocatore decidere se accettare o meno. Leggiamo anche con piacere che Gemmi deve essersi andato a riguardare qualche almanacco e con le dichiarazioni di ieri a La Nazione pare aver corretto il tiro rispetto al’improprio paragone con la Feralpi Salò di una settimana fa.

 

Infatti, pur con tutto il rispetto per la società salodiana, l’Arezzo dal 1960-61 ha disputato in C 32 stagioni arrivando nelle prime 6 posizioni per ben 17 volte (53,1%) con 4 vittorie. Ergo in questa categoria noi si gioca per vincere. Poi è di tutta evidenza che tra il giocare per vincere e il raggiungere effettivamente l’obiettivo ci sia una differenza determinata a volte dagli episodi e dalla buona sorte, ma come si usa dire la fortuna va aiutata… E qui torna in ballo la proprietà. Il gruppo di quest’anno presenta analogie interessanti con quello del 1980-81 dal quale nacque la squadra vincente di Neri, Gritti, Pellicanò & C.: sarebbe una base interessantissima su cui innestare elementi giusti (primo e non più rimandabile un vero uomo gol) e tentare di recitare da Arezzo fin dall’inizio del campionato. Non basta certo Tremolada a fare una squadra vincente ed anzi è proprio la prospettiva di far parte di una potenziale protagonista che potrebbe spingere il “10” a decidere per il si. La palla quindi passa adesso tutta nel campo del presidente Ferretti, specificando che avremmo voglia di parlare di quella di cuoio e non continuare ad arrovellarci il cervello, pensando al domani, intorno a quella di vetro.

 

scritto da: Paolo Galletti, 10/03/2016





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