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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
MONDO AMARANTO
Sava, Poggio, Strip e Gamba in posa con Riccardo Schicchi
NEWS

Lo zibaldone della trasferta di Crema. Trauma cranico, labiali e il gol replay

Poche cose accadono per pura combinazione e questo zibaldone ne è un esempio eclatante. Racconta infatti di un weekend particolarmente intenso, cominciato il venerdì sera con una partita di calcio contro il Pergo (provincia di Arezzo) e chiuso domenica nell'amena cittadina di Crema (provincia di Cremona). In mezzo ci sta una vittoria scoppiettante contro il Pergocrema, come a dire che tutto ciò che è accaduto in 48 ore non poteva che confluire in quel sonante 4-3.



giornalisti al lavoro in tribuna stampaPoche cose accadono per pura combinazione e questo zibaldone ne è un esempio eclatante. Racconta infatti di un weekend particolarmente intenso, cominciato il venerdì sera con una partita di calcio contro il Pergo (provincia di Arezzo) e chiuso domenica nell'amena cittadina di Crema (provincia di Cremona). In mezzo ci sta una vittoria scoppiettante contro il Pergocrema, come a dire che tutto ciò che è accaduto in 48 ore non poteva che confluire in quel sonante 4-3. Pergo più Crema uguale trauma cranico, una notte in ospedale, un sabato di riposo, una domenica di viaggio e di emozioni forti. Ciò che accade in due anni, l'ho vissuto in due giorni e forse domani le forze non mi sorreggeranno più. Ma chissenefrega, ormai il peggio è passato. E il bello pure.
A come amnesia retrograda e anterograda. Questo sta scritto sul referto del San Donato di Arezzo, dove mi hanno trasportato venerdì sera in seguito a una testata sul morbidissimo sintetico delle Caselle. A metà secondo tempo di Chimera-Pergo, una banalissima caduta ha provocato il fattaccio di cui, lo giuro, non ricordo assolutamente nulla. Tutti i dettagli me li hanno raccontati i compagni di squadra in seguito. E sono stati quindici racconti diversi. Non si può perdere la memoria una volta che subito se ne approfittano.
B come lato B. Attimi di smarrimento quando la ragazza del bar della sala stampa di Crema, a fine partita, si è dovuta chinare per raccogliere qualcosa sotto al tavolo. Il jeans super attillato ha lasciato pochissimo spazio all'immaginazione dei presenti e il silenzio è calato nella stanza. Poi lei si è tirata su e tutti hanno ripreso a parlottare con assoluta indifferenza. Solo che i discorsi erano leggermente cambiati: prima il dibattito verteva su Maniero o Fofana. Dopo si era spostato su un più prosaico tette o culo.
C come complimenti! Congratulazioni sincere al Pergocrema, che all'interno di una tribunetta da campo dilettanti ha costruito un'area stampa confortevole, con ampie sale per le interviste di giornali e tivù. L'esempio che con un po' di buona volontà anche gli spazi più angusti possono trasformarsi in ambienti accoglienti. Servono solo due palanche e progettisti vispi. Che le fughe di cervelli abbiano colpito Arezzo e risparmiato Crema?
D come dedica. Lo sguardo truce lanciato da Fofana alla tribuna vip dopo il gol segnato, ha scatenato gli amanti della dietrologia. Con chi ce l'aveva il francese? Varie le ipotesi che circolano. A) Era incazzato con lo steward che aveva messo la pettorina alla rovescio. B) Era incazzato con lo speaker che aveva parlato di autogol del portiere. C) Era incazzato con il presidente Mancini che nei giorni scorsi gli aveva mandato messaggi d'incoraggiamento del tipo: “questo non segna mai”, “sarà pronto l'anno prossimo”, “ma perché ho venduto Baclet?”. I bene informati sostengono che A e B sono le ipotesi più probabili.
E come educazione. Prima della partita vera, in campo sono sfilati ventidue bambini con le maglie di Pergocrema e Arezzo. Il sentimento di fratellanza e di fair-play sulle tribune è durato un paio di minuti, non di più, poi il clima è tornato rapidamente quello di una qualsiasi partita di calcio, con l'arbitro da mandare in quel posto, gli insulti ai cugini del derby e improperi assortiti per un passaggio sbagliato. Però i cittini in campo erano toghi. E la cosa più stupefacente, considerando l'efficienza dell'Amaranto point, è stato vedere che l'Arezzo aveva fornito undici maglie extrasmall. Probabilmente il Pergocrema le aveva richieste direttamente nella partita d'andata.
Mohamed Fofana, gol e dedica al vetrioloF come Fabio. La mia notte al San Donato l'ho trascorsa insieme a un ragazzo di 20 anni, giocatore dell'Alberoro con una sospetta appendicite. Non abbiamo dormito una mazza, abbiamo imprecato contro l'ago cannula infilato in vena e poi, la mattina, ci hanno dimessi in contemporanea. In bocca al lupo Fabio.
G come gol replay. Teletruria, fedele nei secoli più dei Carabinieri, da decenni interrompe la trasmissione della partita proprio sul più bello, cioè quando c'è un gol. La palla gonfia la rete e alt, si blocca tutto perché deve andare in onda il gol replay, una mattonata di spot che dura trenta secondi e ti costringe a imprecare ogni divinità anche se hai un'anima candida. Il secondo tempo di domenica avrebbe fatto venire i nervi anche i santi. 12esimo, gol e spot. 19esimo, gol e spot. 21esimo, gol e spot. 27esimo, gol e spot. 29simo, gol e spot. Una tortura che nemmeno a Guantanamo. L'unico contento dovrebbe essere Bruno style, il cui messaggio pubblicitario è passato cinque volte in venti minuti. Ma anche Bruno sospetta che alla fine stia ottenendo l'effetto contrario. E non ha tutti i torti.
I come interpretazioni. Riguardo l'esultanza polemica di Fofana dopo il primo gol stagionale, anche moviolisti e lettori del labiale si sono sfidati a chi indovina la frase esatta pronunciata dal centravanti. L'unica cosa sicura è che l'ultima parola finiva per oni. Tre le ipotesi in piedi. A) E adesso voto Berlusconi. B) E adesso vado a cena con Mazzoni. C) E adesso non rompermi più i coglioni. Gli esperti del settore tendono a escludere l'ipotesi C.
L come la mamma del portiere. Luca Mazzoni, quando giocava a Lecco, vinse la finale play-off di C2 contro il Pergocrema. Onestamente non so se all'epoca accadde qualcosa di particolare, ma l'accoglienza che i tifosi di casa hanno riservato al numero uno amaranto non è stata proprio cortese e affettuosa. I cori contro si sono sprecati, compresi quelli classici che tirano in ballo certe presunte cattive abitudini di famiglia. Mazzoni non si è lasciato intimidire e, bastardissimo, alla fine è uscito dal campo con un sorrisino ironico in faccia. Con buona pace di mammà.
M come messaggini. Venerdì notte e sabato, cioè durante e dopo la degenza al San Donato, decine di sms hanno riempito il mio cellulare. Il mittente era facilmente individuabile anche senza leggerlo: tutti gli uomini mi prendevano per il culo sostenendo che la mia testa era vuota e che era dunque impossibile che mi fossi fatto male. Tutte le donne, acidamente, sottolineavano che a una certa età ci sono cose più importanti che giocare a calcio. E che quindi dovevo smettere. Solo poche donne, in effetti, possono capire quale straordinaria sensazione si prova a correre dietro a un pallone.
N come non esageriamo. Franco Ceravolo durante le interviste del post gara, a proposito del gol di Fofana, ha sostenuto che anche il presidente Mancini, seduto in tribuna, ha gioito per la prodezza del francese. Poi ha notato l'aria perplessa di chi stava ascoltando e ha cambiato repentinamente discorso. Nel calcio è vero che si può dire qualsiasi cosa, ma perbacco, a tutto c'è un limite.
O come oscuramento. In passato mi era capitato di notare che, a causa della struttura dello stadio, le telecamere non riuscissero a inquadrare le bandierine del corner. Non mi era mai capitato che restasse fuori obiettivo un'intera fascia laterale, cosa successa al “Voltini”. I telespettatori si sono così persi varie fasi della partita, compresi un paio di svarioni di Figliomeni e la giochessa di Florean sul terzino amaranto, dalla quale è nato il gol del 2-3. Non ha dunque stupito l'indiscrezione secondo cui Figliomeni abbia consegnato al cameraman una bustarella sigillata a fine match, episodio avvenuto in campo nei pressi del calcio d'angolo. E non ci sono immagini a testimoniarlo.
P come portafortuna. I bustocchi incontrati a Lecco, quelli che leggono lo zibaldone e che mi avevano pregato di essere citati alla lettera B al posto della barista, li ho incontrati pure a Crema. Stavolta hanno voluto essere inseriti alla P di portafortuna e non potevo non esaudire la loro richiesta. Anche perché con la P non c'era granché da scrivere.
il bar all'interno della tribunaQ come quaranta. I numeri di Vincenzino Chianese parlano da soli. Da quando è ad Arezzo ha segnato con una regolarità impressionante e con il gol di domenica è arrivato a quota 34 in 63 presenze. La media è altissima e l'obiettivo è centrare la cifra tonda già in questa stagione. All'appello mancano 6 reti, da mettere dentro in sei giornate più play-off. Io dico che ce la fa. Si accettano scommesse.
R come ripijate! Alessandro Badii, integerrimo segretario dell'Ac Arezzo, alle ore 16.22 circa di domenica, cioè quando è finita la partita, sfoggiava in mezzo al campo una leggerissima polo smanicata di cotone. Il termometro, per la cronaca, non segnava più di 7/8 gradi. Integerrimo e pure temerario, Alessandro probabilmente ha un metabolismo del tutto particolare. Chi lo conosce non si è stupito: lui è l'unico che si veste in maniera inversamente proporzionale alla consuetudine e alla temperatura esterna.
S come silenzio stampa. Quando i giornalisti criticano, allenatori e giocatori se la prendono. Molti li considerano la categoria più permalosa di tutte. Ma quando allenatori e giocatori tacciono e non rilasciano interviste, se la prendono i giornalisti. E la categoria più permalosa, senza discussione, si capisce chiaramente che è un'altra.
T come trauma cranico. Con leggero stato commotivo. Il dottore sabato mattina si è raccomandato: “Almeno sette giorni di riposo assoluto”. “Ma io domenica devo andare a Crema”. “Troppo stress, le consiglio di stare a casa”. Non oso pensare allo stress che avrei accumulato se il 4-3 lo avessi vissuto per radio. I dottori faranno anche il giuramento d'Ippocrate ma non sempre c'azzeccano.
U come ultras. Domenica sono ricomparsi nel settore ospiti un paio di ragazzi che avevano ricevuto il Daspo per gli incidenti di Pagani. Nei giorni scorsi la Cassazione ha annullato le diffide, ravvisando palesi vizi formali nel provvedimento della Questura di Salerno. Ora la domanda è: premesso che, a quanto risulta, quel giorno i tifosi dell'Arezzo si menarono da soli perché nessun sostenitore della Paganese è stato mai diffidato, e considerato che secondo la Cassazione i tre non avevano potuto esercitare pienamente il loro legittimo diritto alla difesa durante il processo per direttissima a Pagani, chi glielo ridà quell'annetto senza stadio? La giustizia italiana, al solito, fa pensare.
V come vana impresa. Galderisi da quando è arrivato ha ingaggiato una battaglia, peraltro persa in partenza, contro gli articoli del lunedì scritti da chi alla partita non c'era. Dopo ogni trasferta, stessa storia. Capisco i colleghi che fuori casa non vengono perché la testata non li manda. Capisco Nanu che vorrebbe commenti più appropriati. In effetti, non ricordo dove, ieri a proposito del 4-3 ho letto un riferimento al calcio champagne. In una partita in cui la palla per terra c'è stata pochissimo e in cui si è giocato a botte, spinte e lanci lunghi, l'unico riferimento allo champagne poteva riguardare Rossi Chauvenet, il portiere del Pergocrema con un cognome che sembra una marca di vino pregiato.
Z come zibaldone. Prossima trasferta, Busto Arsizio. Quale lettera mi chiederanno i bustocchi?

scritto da: Andrea Avato, 23/03/2010