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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
MONDO AMARANTO
Marco, Niko e Giulio a Andalo - Trentino
NEWS

Il ritorno di Scattini: "Menchino, i tremila di Ferrara, il fallimento. Quanti ricordi..."

L'allenatore del Deruta ha giocato per tre stagioni in amaranto all'inizio degli anni '90. "I primi due anni furono buoni, in casa della Spal portammo un sacco di tifosi al seguito. Poi ci fu la radiazione, non prendevamo stipendi da mesi, da capitano firmai la messa in mora a nome di tutta la squadra. Oggi dico che l'Arezzo ha i migliori under della categoria e che può vincere il campionato. Noi dobbiamo salvarci senza play-out"



Pino Scattini sta allenando il Deruta con buoni risultatiDieci domande a Pino Scattini, ex difensore dell'Arezzo all'inizio degli anni '90 e oggi allenatore del Deruta, che domani sarà di scena al Comunale. Scattini in amaranto ha vissuto due belle stagioni con Neri in panchina e la brutta esperienza del fallimento della vecchia Unione Sportiva.
1. Mister, lei torna ad Arezzo da ex amaranto. Qui ha giocato per tre campionati. Che ricordi ne conserva?
Il primo anno è stato molto bello: non eravamo partiti benissimo, poi l'arrivo di Menchino Neri in panchina ci aiutò a rimetterci in carreggiata e terminare a metà classifica, dopo una bellissima rimonta nel girone di ritorno. L'inizio del secondo anno poi fu veramente memorabile, con la conquista del primo posto dopo sette giornate, con la memorabile sfida di Ferrara con 3000 aretini in trasferta al nostro seguito; quella stagione poi si concluse in una posizione purtroppo più modesta, però intorno alla squadra c'era tanto calore. Il terzo anno, invece, sappiamo tutti com'è andata, purtroppo...
2. Già, quella dannata stagione '92-'93…
Eh si, dispiace dirlo ma purtroppo quell'anno si capì da subito che sarebbe stata dura, già dal primo giorno di ritiro. C'è una cosa che vorrei dire sulla messa in mora della società: erano ormai diversi mesi che non prendevamo lo stipendio dalla società, ma i documenti che portavano la mia firma erano il risultato di una discussione all'interno dello spogliatoio nella quale tutti noi eravamo d'accordo. Ho firmato io perché di quella squadra ero il capitano e per molti sono stato uno dei responsabili del fallimento dell'US Arezzo, però lo ripeto: tutta la squadra era d'accordo a voler fare questo passo.
3. Ci ha parlato di Menchino Neri: che tipo di allenatore era?
Neri è stato il miglior allenatore che ho avuto ad Arezzo, quello che ha saputo valorizzarmi al meglio. È stato per certi versi un maestro per me, con lui ho avuto un ottimo rapporto, ogni tanto ci sentiamo ancora, segno della stima e del rispetto reciproco che si era venuto a creare, come del resto con altri compagni di quegli anni. Nonostante come è andata a finire, io di Arezzo ho un ottimo ricordo...
4. E lei, che tipo di allenatore è?
Per me è di fondamentale importanza la gestione della rosa: sapersi rapportare bene con i propri giocatori significa aver già fatto il 50% del proprio lavoro. Ecco, in questo posso dire che cerco di assomigliare a Menchino Neri, che è un mister che nella gestione del gruppo è sempre stato eccezionale. Ho imparato davvero tanto da lui in questo aspetto.
5. Il suo Deruta è attualmente al sesto posto: questa posizione di classifica è per lei una piacevole sorpresa o piuttosto una conferma?
La nostra stagione fin qui è stata certamente positiva. Abbiamo avuto una partenza così così, peraltro solo a livello di risultati, perché il gioco non è mai mancato, ma dalla vittoria di Todi in poi, abbiamo fatto una buona serie di risultati utili che ci ha portati ad occupare questa posizione di classifica, da penultimi che eravamo. Comunque la nostra squadra è stata assemblata con un budget molto ristretto rispetto ad altre realtà, ci sono squadre che hanno a disposizione il quadruplo dei soldi che abbiamo noi, e quindi per noi riuscire ad ottenere una salvezza senza passare dai playout sarebbe come vincere un campionato.
l'Arezzo che perse a Ferrara con Scattini capitano6. A proposito di sorprese, ci dice quali sono state le sorprese e le delusioni di questa prima parte di stagione?
La delusione è stata sicuramente il Castel Rigone, soprattutto vedendo la rosa di giocatori che ha, anche se è vero che vincere in questa categoria non è mai facile, ma nessuno avrebbe mai pensato di vederli così lontani dalla vetta. Le sorprese? Sul Deruta ovviamente non sono io a dovermi esprimere, ma posso citare anche lo Sporting Terni, meritatamente al terzo posto e che ha un allenatore come Schenardi, molto preparato e profondo conoscitore della categoria, il che rappresenta sicuramente un vantaggio.
7. Una domanda che facciamo spesso: chi lo vince questo campionato?
Ormai è chiaro che sarà una lotta a due tra Pontedera e Arezzo. Le due squadre se la giocano alla pari. Lo scontro diretto della penultima giornata potrebbe essere decisivo e in tal caso il fattore campo conterebbe solo fino ad un certo punto. Diciamo che il Pontedera ha un leggero vantaggio sull'Arezzo, dato dal fatto di avere questi quattro punti in più, che sono un bel capitale...
8. Ad inizio stagione l'Arezzo era la squadra di Pecorari, di Speranza, di Mario Raso. Nel corso dell'anno, invece, si sono messi in luce anche molti giovani, i cosiddetti “sottoquota”. Come ha lavorato la società amaranto secondo lei da questo punto di vista?
Benissimo, e questa cosa era palese già nella gara di andata tra Deruta ed Arezzo, dove non avevamo demeritato sul piano del gioco, ma dove a decidere erano state le giocate di due singoli, Bozzoni e Piscopo, peraltro entrambi sottoquota. Inoltre all'andata non c'era Cissé, che sta impressionando tutti per il suo rendimento. Però ricordo che guardando la partita non si riusciva a distinguere chi fossero i “giovani” e chi fossero i “veterani”, segno che i sottoquota erano stati scelti veramente bene.
9. Potendo scegliere, chi porterebbe via all'Arezzo per farlo giocare nel suo Deruta?
Nella gara di andata ero stato impressionato molto positivamente da Rubechini, che ho trovato molto abile sia nella fase difensiva sia in quella offensiva, dove è sempre in grado di saltare l'uomo e di produrre giocate importanti. Quindi direi che per il mio Deruta prenderei lui. E Mario Raso, ovviamente, uno che in questa categoria tutti vorrebbero avere.
10. E per domani che partita avete preparato?
Non ci saranno accorgimenti tattici specifici, né variazioni di modulo particolari per affrontare gli amaranto. Verremo ad Arezzo per fare la nostra partita, con lo stesso atteggiamento in campo di sempre, consapevoli delle nostre qualità e delle nostre caratteristiche, così come della forza dell'avversario, senza caricarci di troppa pressione per questa gara.

scritto da: Roberto Gennari, 21/01/2012





COMMENTI degli utenti

Commento 1 - Inviato da: Matteo Marzotti, il 21/01/2012 alle 11:25

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Terremoto a Deruta. Il presidente Marcello Pastorelli ha rassegnato le dimissioni. “Per impegni di lavoro – dice Pastorelli – non posso continuare  a conservare la carica e per questo mi faccio da parte”.
Pastorelli parla di impegni di lavoro, di situazioni non facile per un  settore quello dell’edilizia in difficoltà, ma probabilmente l’ex presidente si era reso conto di essere rimasto solo alla conduzione della società.
Dall’assemblea di metà dicembre, dove si sarebbero dovuti definire ingressi in società, nulla di concreto e forse anche per questo Pastorelli ha deciso con questa lettera di dimissioni di fare una sorta di atto di forza. 
Ora c’è da vedere anche la reazione della squadra. I giocatori negli ultimi giorni hanno parlato a lungo, anche chiedendo incontri ai vertici della società circa il futuro e il rispetto degli impegni. 
Ora la palla torna nelle mani del sindaco Verbena, che andrà a colloquio con Pastorelli, che ha ribadito che la domenica da ora in poi si interesserà soltanto ai nipoti e di restare tifoso del Deruta, ma da qui a maggio c’è da capire chi sarà a comandare il vaporetto azzurro.

Commento 2 - Inviato da: DaM, il 21/01/2012 alle 12:55

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Commento 1 - Inviato da: Matteo Marzotti, il 21/01/2012 alle 11:25

Terremoto a Deruta. 

fossi in Scattini metterei in mora la società.

Commento 3 - Inviato da: RICK57, il 21/01/2012 alle 19:49

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ma da qui a maggio c’è da capire chi sarà a comandare il vaporetto azzurro. Schettino è libero no?Sealed

*****************

Questa è bellina Mino...complimenti  Smile

 

  

Commento 4 - Inviato da: DaM, il 22/01/2012 alle 12:14

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Schettino è un coglione di prima categoria, è questo è acclarato. Il problema vero è:

- se ha fatto tutto da solo, chi l'ha messo lì?
- ancora più grave: e se - come sembra - avesse concordato TUTTE le mosse con la compagnia?

A prescindere da questo, a norma di legge la carcerazione preventiva non è mai punitiva/rieducativa, ma sempre dovuta a:

- pericolo di inquinamento delle prove;
- pericolo di reiterazione del reato;
- pericolo di fuga.

Stante quanto indicato, e risultando i primi due casi inapplicabili, la detenzione ai domiciliari è la scelta giuridicamente più corretta.

Commento 5 - Inviato da: alfa, il 22/01/2012 alle 18:30

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Scattini, metti in mora questo paio di...nane!

Commento 6 - Inviato da: il ferro, il 22/01/2012 alle 21:51

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scattini AREZZO NON DIMENTICA. la contestazione che avesti erano carezze in confronto a quanto avresti meritato..... M-E-R-C-E-N-A-R-I-O   3 anni di paga e il ringraziamento la messa in mora.....e di sicuro ci sarà anche chi ti difende,non comprendendo che dei privilegiati come i calciatori certe class action dovrebbero lasciarle a chi non arriva a fine mese......