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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
MONDO AMARANTO
il saluto di Riccardo
NEWS

Frullatore Arezzo: squadra che passeggia, allenatore all'indice. Stamani Ferretti parli chiaro!

Anche un anno fa la salvezza era stata raggiunta in anticipo. E molti calciatori avevano il futuro incerto. Ma tutti onorarono la maglia fino all'ultimo. Stavolta, le prestazioni contro Siena e Lupa Roma lo confermano, le vacanze sono cominciate due mesi troppo presto. E quell'esultanza dopo il primo gol di Aprilia, proprio non ha giustificazioni. Ecco perché il presidente deve passare dai discorsi ai fatti concreti: le promesse ormai non bastano più



ancora 4 partite di campionato per l'ArezzoChe finisca in fretta. Non ci resta altro. Lo scorso anno prima della partita col Sud Tirol avevo già nostalgia dello stadio e della partita che sarebbe mancata per oltre tre mesi, oggi il sentimento è opposto e per questa rabbia che cresce dentro dobbiamo ringraziare un manipolo di giovanotti che ci hanno offeso con il loro comportamento sul terreno di gioco.

Avevamo pensato, riconquistata la LegaPro, di tornare ad avere a che fare con dei professionisti e la prima stagione ce ne aveva dato una incoraggiante conferma. Tutti coloro che erano arrivati di corsa a formare l’organico “ripescato” hanno onorato fino all’ultimo la maglia pur sapendo che ben difficilmente ci sarebbe stato per loro un futuro e nonostante la salvezza fosse stata, anche allora, conquistata con largo anticipo. Quest’anno invece dobbiamo vedere gente che è andata mentalmente in vacanza due mesi prima, che ignora l’aspettativa dei tifosi per una partita come quella col Siena e che, sollecitata a reagire, si presenta in “canottiera e slip” al cospetto di una avversaria modesta ma generosa come la Lupa Roma. Ad Aprilia si sono viste cose che nulla hanno a che fare col calcio professionistico. Calciatori fermi, nessun contrasto vinto, regolarmente in ritardo sugli avversari, rinvii a casaccio. Nonostante questo per poco non ci scappa la vittoria, fatto che ingigantisce le responsabilità di quegli ultimi minuti giocati da calcio-balilla che hanno consentito prima il pari, poi il rovesciamento della frittata e l’affondamento della barca amaranto.

 

Eppure, in questo contesto e con sulle spalle la incolore prova nel derby, qualcuno si è preso anche il lusso di sbeffeggiare il pubblico, di fare gesti che nemmeno i fenomeni veri possono permettersi, figurarsi i calcianti della terza serie. Certamente, come evidenziato a iosa in altri commenti, la situazione è frutto di uno sfaldamento globale dell’ambiente le cui responsabilità vanno ricercate anzitutto nella paradossale gestione dei vertici societari, ma comunque se sei un professionista, quando indossi la maglia e vai in campo, cerchi di dare il meglio. Per rispetto verso chi quella maglia vive come una bandiera, ma anche per rispetto verso te stesso come atleta e come uomo. Altrimenti entrambi questi valori si abbattono e la qualità cala inesorabilmente.

 

il presidente Ferretti stamani parla ai giornalistiSe li prendiamo uno a uno i “fenomeni” hanno pecche individuali non insignificanti; tutti, anche i migliori. Un esempio: abbiamo celebrato la coppia Milesi-Madrigali autori di un buonissimo campionato, tanto che loro stessi ambiscono ad altre categorie. Legittimo; però entrambi soffrono gli spazi larghi e danno il meglio quando la squadra sta corta e bassa: se il baricentro si alza e gli avversari hanno campo, rischiano la figura del birillo. Ripensiamo a tanti gol beccati sulle ripartenze (per dire, nel ritorno: Aquila, Pontedera, Santarcangelo, Lupa Roma). Sicuri di poter far bene ad occhi chiusi anche in cadetteria?

 Altri hanno assicurato un rendimento costante da “passeggiata al parco” o da “calvizie indotta con violenza” (attaccanti che hanno segnato poco e sbagliato tanto). Cosa fa pensare a costoro di avere il diritto di offenderci non solo con prestazioni indecorose ma anche con gesti idioti? Sabato sera ci saremo ancora perché l’Arezzo conta più di ciascuno di loro; vediamo se qualche ragazzino la butta dentro di scazzo e viene sotto la Minghelli a fare lo spiritoso.

 

Oggi poi dovrebbe essere il giorno della verità. Per lo meno della verità del presidente. Altro capitolo pesantissimo. Da settimane chiediamo fatti e non parole ma ancora una volta dovremo ascoltarne e da quelle cercare di dedurre cosa e come sarà il nostro futuro. Il nostro, presidente, perché l’Arezzo società economica è una sua proprietà, ma l’Arezzo calcio è nostro, dei tifosi, della città. Ci piacerebbe sapere, una volta per tutte (e possibilmente senza offenderci) come intende gestire l’Arezzo. E’ stato lei, un anno fa, a promettere per la prossima stagione l’assalto alla B. Ci dica se la promessa vale sempre oppure ci confermi che sarà comunque piccolo cabotaggio: non ci piacerà, ma sarà tutto più chiaro e più onesto.

Non possiamo essere legati solo al mantra del regolare pagamento degli stipendi, che non è poco ma non è tutto (allo staff tecnico peraltro, ché i fornitori diversi invece soffrono parecchio). Vogliamo sapere se c’è la voglia di investire per davvero. Non ci spieghi invece, perché sarebbe triste, le ragioni del logoramento dei rapporti con mister Capuano, quell’abisso in cui è finito il sentimento e che è al principio dello sconquasso attuale. Il mister ha perso forse lucidità, è sotto pressione, umiliato nel rispetto umano da dirigenza e calciatori (ulteriore addebito per loro), messo all’indice da ogni parte, ma resta l’unico che ci ha sempre messo la faccia e che ha provato a fare fatti. Le sue promesse (la salvezza) lui le ha sempre mantenute. Attendiamo sostanza e non più promesse vane o versioni di facciata.

 

scritto da: Paolo Galletti, 14/04/2016





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