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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
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Filippo e le sue passioni, gli sci e l'Arezzo
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Ecco i ragazzi terribili che sognano il tricolore. La Berretti ai raggi X, tra presente e futuro

In oltre novant'anni di storia, l'Arezzo non ha mai vinto uno scudetto giovanile, titolo che darebbe lustro al palmarès al pari della Coppa Italia semipro del 1981 e della Supercoppa di C del 2004. Una rosa larga per volontà di mister Alessandria, neanche 40enne e studente a Coverciano, un mix di aretinità e multiregionalità, i '98 vincolati e i '97 da contrattizzare, il prestito di Bismahk: focus su una squadra che domani può diventare campione d'Italia



mister Alessandria si complimenta con la squadra dopo la vittoria sul CataniaChi sono questi ragazzi che potrebbero diventare campioni d'Italia? Se lo domandano tutti, sbalorditi da una serie epocale di risultati. L'Arezzo a giocarsi uno scudetto non ci è mai arrivato in novant'anni di storia e un eventuale tricolore cucito sulle maglie, in una categoria professionistica per giunta, darebbe lustro al palmarès quanto la Coppa Italia semipro del 1981 o la Supercoppa di C del 2004. 

I giocatori in rosa, per cominciare, sono 23. Una base larga voluta espressamente da Antonio Alessandria, l'allenatore non ancora 40enne che sta frequentando il corso di Coverciano e che l'Arezzo ha scovato in Umbria. Calabrese di nascita, perugino di residenza, ha allenato a Spoleto da vice di Marcello Pasquino e da tecnico in prima (due promozioni). Con i giovani si era formato a Perugia e Castel Rigone, poi è arrivato in amaranto e ha messo in piedi un'annata super. 3-5-2 il modulo base, alternato spesso con il 3-4-1-2 utilizzato nei quarti con la Casertana e nella semifinale con il Catania.

 

In organico ci sono sette ragazzi di fuori Arezzo ai quali la società paga vitto e alloggio. Arcaba ha origini slave e viene dal nord Italia, Bernardini da Grosseto, Bonfini è campano, Kouadio di Prato, Bozzi di Urbania, D'Abbrunzo di Napoli. Poi c'è Bismark, che in realtà si chiama Mario Bismahk Ngissah: attaccante ghanese classe '98, è stato tesserato a gennaio in prestito secco dal Chievo. Ha grandi mezzi atletici e tecnici ed è anche l'unico della rosa che ha debuttato in prima squadra (cinque minuti finali nella trasferta di Ancona).

A parte lui e altri quattro compagni (Pauselli, Dai Pra, Testi, Zammuto), i restanti giocatori sono di proprietà dell'Arezzo. I '98 sono vincolati per un'altra stagione, mentre per i '97 il discorso è diverso. La società dopo la finale di domani dovrà decidere quali trattenere, proponendo il contratto di addestramento per giovani di serie, e quali lasciare liberi. La lista comprende alcuni degli elementi più quotati: il portiere e capitano Garbinesi (richiestissimo in D), il difensore Bernardini, i centrocampisti Bozzi e D'Abbrunzo, ma anche Magara, Galantini (in gol con il Catania) e Cusin.

 

i dirigenti accompagnatori della squadra BerrettiIn estate, dopo la brusca interruzione del rapporto di collaborazione con la Football Academy, l'Arezzo ha dovuto ricostruire il vivaio. La Berretti però non è stata rifondata integralmente, nel senso che ha potuto attingere dal serbatoio degli Allievi degli anni precedenti: da lì vengono 13 calciatori, molti dei quali portano in dote un po' di aretinità. D'Abbrunzo è di Giugliano ma da anni fa base a San Giustino, mentre Magara, Maffetti, Pauselli sono originari del Trasimeno. Il bomber Iacuzio abita a Cavriglia, Dai Pra a Cortona, Benucci a San Giovanni, Rampelli a Chiusi. Gli altri (Garbinesi, Testi, Zammuto, Minocci, Brunetti, Galantini, Borsi, Cusin, Romagnoli) sono di Arezzo.

I numeri del campionato e le prestazioni in partita hanno consegnato agli onori delle cronache l'attaccante Iacuzio (24 gol nella stagione regolare, capocannoniere di tutti i gironi), il mediano d'inserimento D'Abbrunzo (13 reti più una negli ottavi), il portiere Garbinesi, il difensore centrale Bernardini, il centrocampista dai piedi buoni Bozzi, l'esterno Rampelli. Ma sono nomi snocciolati giusto per rendere l'idea, perché ci sarebbe da menzionare tutto il gruppo, che ha saputo lavorare con impegno senza mollare mai.

 

Domani, per la finale tricolore, l'Arezzo recupera il centrocampista Bozzi (squalificato contro il Catania), però perde Kouadio in difesa (fermato dal giudice sportivo) e anche Borsi in attacco, uscito claudicante ieri per una distorsione alla caviglia. Alessandria dovrà modificare qualcosa in tutti i reparti, ma la squadra è pronta. In semifinale aveva un'età media leggermente più alta degli avversari, contro il Cittadella invece potrebbe accadere il contrario.

Ormai, comunque, conta solo il campo. Il tricolore all'inizio dell'anno era un obiettivo lontanissimo, adesso è lì a portata di mano. Per l'Arezzo sarebbe la prima volta e le prime volte, si sa, non si scordano mai.

 

scritto da: Andrea Avato, 10/06/2016





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