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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
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Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
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Quel po' d'amaranto nella carriera del Giak. Caschetto biondo, piedi buoni e fisico gracile

Emanuele Giaccherini è il calciatore del momento. Classe '85, nato a Talla, la sua storia è una favola moderna: dalla provincia alle metropoli, dalla carriera che non decolla alla convocazione in Nazionale. Nella stagione 1996/97 giocò nella formazione Esordienti dell'Arezzo e il suo allenatore Pasqualini lo ricorda così: ''Era piccolino ma svelto, con un bel dribbling, lo schieravo esterno d'attacco. A fine campionato non rimase, ma non fu una bocciatura. Gli ho telefonato prima degli Europei e quando ho visto quel gol al Belgio...''. Flashback sul settore giovanile che aveva costruito il presidente Graziani



gli Esordienti dell'Arezzo stagione 1996/97 (Giaccherini è il sesto in basso da sinistra)Il fisico gracilino, la milza spappolata in uno scontro di gioco, lo sconforto per una carriera che non decolla fino al punto di pensare: ''o va bene quest'anno o vado a lavorare in fabbrica''. La fabbrica era la Mabo, punto di riferimento per centinaia di famiglie in Casentino, la vallata di Emanuele Giaccherini. Poi la promozione in B con il Cesena, la Juventus, la Premier Laeague, la Nazionale.

Gli ingredienti per una bella storia di vita e di calcio, ci sono tutti. Sul Giak sta fiorendo tanta letteratura, stimolata dal gol al Belgio nell'esordio agli Europei. E' una favola moderna la sua: dal piccolo borgo di Talla alle metropoli, dalla semplicità della provincia ai lustrini delle vetrine internazionali. 

 

Di color amaranto, dentro il curriculum di un calciatore anti personaggio, schivo e modesto, non c'è molto. C'è soltanto la stagione 1996/97, giocata con la squadra Esordienti. L'Arezzo di Cosmi era appena salito tra i professionisti e il presidente Graziani aveva messo su un settore giovanile ben strutturato: la Berretti a Mario Palazzi, gli Allievi a Salvatore Spartà, i Giovanissimi ad Andrea Vascotto, gli Esordienti a Mauro Pasqualini. Più la scuola calcio con l'istruttore Francesco Bertini che si divideva tra antistadio e Palasport.

A capo del vivaio c'era Raoul Tassinari, ex giocatore amaranto, quarto nella classifica dei più presenti della storia con le sue 241 partite. Danilo Guerri, Giorgio Finocchi e Ivo Francesconi erano i dirigenti che seguivano e finanziavano le giovanili, Marconi Arredamenti e Casa dello Sconto gli sponsor ufficiali.

 

il gol del Giak contro il belgioGiaccherini, classe '85, era già bravo. Arrivava dal Rassina. ''Lo facevo giocare come esterno d'attacco - ricorda oggi Mauro Pasqualini, il suo ex allenatore. Piccolino, svelto, abile nel dribbling, aveva intelligenza: era uno dei pochi che triangolava con i compagni. La tecnica non gli mancava. Io insistevo tanto sui fondamentali e l'altra sera, quando ho visto lo stop che ha fatto prima di segnare il gol, ci ho ripensato a quei giorni. Non dico che è merito mio, ma una mano gliel'abbiamo data''.

Bravo e però esile come un fuscello. Qualche anno dopo Bisoli, allenatore del Cesena in B, si ritrovò senza un titolare e pescò il Giak tra le riserve, facendogli svoltare la carriera: ''Mandatemi il piccoletto biondo'' disse ai suoi collaboratori. E se era piccoletto da adulto, figurarsi a 11 anni.  

 

Emanuele faceva su e giù da Talla accompagnato dal nonno Renato, che oggi non c'è più e al quale ha dedicato la prodezza dell'altra sera. A fine stagione l'Arezzo non lo confermò, cambiò gli organici di molte squadre e il biondino andò a giocare a Bibbiena, dove rimase altri cinque anni nelle giovanili prima che il Cesena lo mettesse sotto contratto.

''La struttura fisica non gli dette un aiuto, anche se la sua non fu una bocciatura - dice Pasqualini. A quell'età non sempre si possono intravedere i giusti margini di crescita. E comunque Giaccherini ad Arezzo ha fatto la prima annata in un club professionistico. Si merita quello che ha ottenuto: è un ragazzo di una semplicità unica. Con lui sono rimasto in contatto, l'ho chiamato prima della partenza per gli Europei per fargli l'in bocca al lupo. Poi ho visto lo stop e il gol con il Belgio e mi sono quasi commosso...''.

 

scritto da: Andrea Avato, 16/06/2016





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