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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
MONDO AMARANTO
Massimo e un'intima passione amaranto
NEWS

Da Ricchiuti a Elvis: i gol e i viaggi della felicità. Cesena non è una trasferta come le altre

Ricordi sparsi dello stadio ''Manuzzi''. Quella in Romagna è una partita speciale, come dimostrano gli esodi amaranto degli ultimi anni. C'è un fascino particolare in questa sfida, forse perché loro sono un modello da imitare, forse perché di là dal Verghereto ci si va in vacanza e vincere lì ha il sapore dolcissimo della conquista



tifosi amaranto al ''Manuzzi'' nel gennaio 2001Un gol nella porta di là, un gol nella porta di qua. Adrian Ricchiuti era un fenomeno e non ho mai capito perché in serie A c'è arrivato tardi. Aveva piede, classe, faceva gol e l'avrebbe visto anche un cieco. Il primo ricordo che ho di Cesena è legato a lui. Una doppietta da baci e abbracci. Dentro il microfono della telecronaca urlai entusiasmo, goduria ma soprattutto meraviglia per quei missili terra-aria. 

Era l'ultima di andata, gennaio 2001. Cabrini in panca, Benfari l'aveva sbloccata su rigore (fallo su Frick che quando apriva il gas, ciao ciao a tutti). Vincemmo 3-1 con una marea di gente al seguito. Bello, bellissimo.

 

Cesena non è una trasferta normale. Ha quel non so che in più, uno sbaffo di fascino che altre partite, magri sentite, non hanno. Forse perché davanti al settore ospiti c'è sempre una bella curva, forse perché Cesena è vicina, forse perché loro sono un modello da imitare. Hanno tutta la Romagna alle spalle e hanno passato un sacco di tempo tra A e B, galleggiando nel calcio che conta come nel mare loro. Forse influisce anche quello: di là dal Verghereto ci si va in vacanza, quindi trasmigrare a Cesena, vincere a Cesena, ha il sapore della conquista.

 

Ricordo anche l'anno di Gustinetti, quando fece gol Confalone e non esultò: era stato il capitano bianconero, la bandiera, il più amato. Gliel'avevamo portato via. Ad Arezzo non lasciò tracce né ricordi, se non quel pallone infilato in rete nel suo vecchio stadio. Ma non servì a niente: Papa Waigo ci castigò alla fine e amen. Quel giorno festeggiarono loro. 

L'anno prima era andata diversamente. Autogol di Indiveri su destraccio di Vigna, vittoria decisiva per la salvezza in B. L'unico sussulto della gestione Tardelli, ma un sussulto fondamentale a poche ore dalla scomparsa di Giovanni Paolo II. Fu l'unica partita che si giocò in Italia in quel weekend, le altre vennero tutte sospese. Ero in curva, ero vicino al Kinder e fu un'esperienza anche quella!

 

Poi c'è l'esodo del 2004, con Serafini squalificato, Vendrame trequartista e Peccarisi che ci punisce dopo pochi minuti proprio lì davanti al settore ospiti. Un gol che grondava veleno: esultanza polemica sua e una valanga di insulti dagli spalti. Ci pensò Elvis a rimettere tutto a posto: doppio colpo di testa, rischiando la capocciata in fronte, palla dentro, ipoteca sulla promozione. C'era un fiume di persone pure quella volta e tornare indietro fu come volare, nonostante le buche della E45 che non scompariranno mai.

 

Stasera è un'altra storia. E' Coppa, loro sono in B, sono più forti. Ma sono il Cesena ed è sempre una partita diversa dalle altre.

 

scritto da: Andrea Avato, 07/08/2016





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