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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
MONDO AMARANTO
Paolo a Pointe du Raz in Bretagna - Francia
NEWS

Il piglio che non t'aspetti, non parliamo di culo, gol brutti, rodaggio, il dibattito sul Mosca

Tre quarti d'ora di buon calcio in casa della capolista, contro un avversario rivoltato come un calzino da Braglia sia negli uomini che nel modulo: l'Arezzo ha fatto paura all'Alessandria ma non ha concretizzato e alla fine ci ha rimesso la partita. Gli amaranto però non tornano con le orecchie basse. Sottili qualche risposta convincente l'ha avuta, nonostante si ripetano errori che costano gol e punti. Il vero esame, comunque, c'è domenica contro il Tuttocuoio



Davide Moscardelli si rammarica dopo il gol fallito sullo 0-01. L'Arezzo non esce ridimensionato da Alessandria. Per tre quarti d'ora ha fatto la partita, l'ha fatta anche con un piglio che non era scontato vedere su quel campo. Non ha segnato ed è stato un peccato mortale, ma ha dimostrato ordine, idee, intraprendenza. Poi la gara l'ha persa perché alla lunga la bilancia si è spostata dalla parte di chi ha più malizia, esperienza, qualità. Il culo, più volte evocato in queste ore, non c'entra, almeno non in questo caso. Quando Braglia ha messo dentro Iocolano e Gonzalez, l'ha fatto perché sapeva che al primo errore i suoi ne avrebbero approfittato. Ed è successo. Siamo solo alla quarta giornata, s'intravede un trend nel campionato, ma non è tempo di sentenze. E comunque che l'Alessandria avesse qualcosa in più, era noto. Però l'Arezzo non torna a orecchie basse.

2. Peccato per quel gol di Fischnaller. E' un altro gol brutto al passivo ed è la spia di un difetto che va aggiustato. Togliamo la carambola su Corradi a Carrara. Le quattro reti subìte da Benassi sono da matita blu. Per un motivo o per l'altro questo benedetto pallone arriva sempre nella zona di massimo pericolo e le imbucate centrali stanno diventando una fastidiosa abitudine. Dritto per dritto non possono filare in porta. Bisogna metterci mano perché sono situazioni che pesano. L'Arezzo è andato sotto tre volte in quattro partite. A Carrara e con il Siena ha rimontato, ieri no.

3. Forse temendo le 24 ore di riposo in più che aveva avuto l'Arezzo, Braglia ha messo mano alla formazione e ha cambiato sette giocatori su undici rispetto a Lucca. Non pago, ha cambiato anche modulo. Voleva più freschezza, voleva l'effetto sorpresa, ha trovato tanta approssimazione e 45 minuti di sofferenza. L'Arezzo copriva meglio il campo, affondava e specialmente a destra trovava varchi ampi. Ma la puzza della beffa ha cominciato a farsi sentire quando l'arbitro ha fischiato l'intervallo. Andare al riposo sullo 0-0, dopo quel che si era visto, aveva le sembianze del trappolone. Che poi, puntuale, si è materializzato.

4. Tra le cose positive c'è sempre Foglia. Si è inserito bene, è in forma, è pimpante e lucido. Ieri discreti i due laterali bassi: permane il dubbio che siano più a loro agio se giocano da quinti, ma poi è il campo che parla. E contro i grigi sono andati bene. Polidori ha una gran virtù: anche quando è dentro solo per uno spezzone, dà sempre la sensazione di pericolo (per gli altri). Non è poco per una punta.

 

Cazzola rincorre Polidori nel secondo tempo del Moccagatta5. La parola è brutta e il concetto che ci sta dietro è anche peggio. Però il rodaggio esiste e l'Arezzo lo sta facendo adesso. Certo non lo fece a Carrara dopo quindici giorni di ritiro né a Cesena in una gara secca di Coppa contro una squadra di categoria superiore. Ci sono automatismi che vanno affinati e gerarchie in evoluzione. Moscardelli sempre titolare come Grossi, Erpen sempre in panchina come Polidori (tranne che nel derby), Muscat senza un minuto in gara, Corradi sempre sostituito e ieri fuori, sono indicazioni precise sul tipo di squadra che ha in testa Sottili e sui correttivi da apportare. L'allenatore ha già dato una fisionomia all'undici, per tutto il resto serve tempo e lavoro. E una prestazione scacciapensieri.

6. Un argomento di dibattito è Moscardelli. E' stato l'acquisto copertina e duecento abbonati, così a spanne, li ha portati il suo faccione con la barba. Che a 36 anni, con il cv che può vantare, venisse ad Arezzo a farsi il culo per una causa appena sposata, l'avrebbero previsto in pochi. Invece proprio questo sta accadendo: il capitano gioca per gli altri come un emergente, come un gregario qualsiasi. E' encomiabile, è un leone, è generoso. Ma quest'ultimo è un aggettivo scivoloso per una punta, che per contratto deve buttarla dentro. Al Mosca manca ancora la giocata individuale, il colpo da maestro, l'intuizione che scardina la partita. Nel repertorio ce l'ha, ma deve tirarla fuori.

7. L'Alessandria, per la rosa che ha, è destinata a fare un campionato di vertice. A meno che non impazziscano tutti, suicidandosi collettivamente. Ma la stagione dell'Arezzo, più che le partite come quelle del Moccagatta, la marchiano le partite come quella di domenica prossima. Il Tuttocuoio sì che sarà un bell'esame.

8. Cuore e batticuore è uno slogan che rende l'idea. Lo striscione dei tifosi aretini presenti in Piemonte è la dedica ideale per la squadra ma anche per chi governa la Lega Pro e pensa di maneggiare la Premier League. Queste partite a tutte le ore sono come la corazzata Potemkin: una cagata pazzesca. I tifosi sono ostaggi anche in serie A, ma lì almeno le società prendono vagonate di milioni dalle tivù e si mettono a novanta con qualche motivo. Qui per due spiccioli hanno accettato anche di giocare il 26 e il 30 dicembre. Poi venti giorni di pausa a gennaio. E ad Alessandria di mercoledì. Alle 18.30. Fermateli!

 

scritto da: Andrea Avato, 15/09/2016





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