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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
MONDO AMARANTO
foto amaranto di gruppo a Bruxelles - Belgio
NEWS

Adesso fuori il carattere. Società, squadra e allenatore: bisogna dare molto di più

A Pontedera è mancato tutto: grinta, voglia, corsa, qualità, senso del gioco, lucidità, tattica e strategia. Domani occorrono risposte concrete. Sottili deve prendersi le sue responsabilità e fare scelte coraggiose: mediazioni inutili non servono. Alla dirigenza il compito di dare una linea, sia adesso riguardo la fiducia riposta nel tecnico, sia a gennaio sul mercato. E per i giocatori a Gorgonzola non basterà vincere, devono anche dimostrare di essere vivi



l'Arezzo lascia il campo abbacchiato dopo il 3-2 di PontederaE adesso vediamo se avete le palle! Tutti quanti, giocatori, allenatore, società. Ce lo dovete, lo dovete alla maglia che indossate e alla passione che ci porta a sostenervi comunque e dovunque e… nonostante. Prestazioni come quella di Pontedera non sono assolutamente ammissibili né sopportabili. E’ mancato tutto: grinta, voglia, corsa, qualità, senso del gioco, lucidità, tattica e strategia. Una sconfitta che non ammette repliche. Dov’era la squadra che spavalda è scesa in campo ad Alessandria e a Cremona, dettando a lungo il gioco? Dov’era quella che in 9 contro 11 ha resistito per venti minuti a Livorno e che solo 15 giorni fa ha sofferto e conquistato tre punti importanti col Piacenza? Non c’era niente; e quello che proprio non si può sopportare è l’indolenza e la supponenza con la quale alcuni dei nostri sono stati in campo.

Se si lotta e si perde siamo disposti (con il normale mal di stomaco del tifoso) ad accettare anche la sconfitta; così no. Diventa a questo punto un imperativo avere una risposta concreta da Gorgonzola domani sera. Se c’è qualcuno che pensa che dovremmo essere gratificati per il solo fatto di vederlo con indosso la nostra maglia e per ciò si muove per il campo con la stessa velocità ed incisività di come si farebbe su una passerella da sfilata di moda, può cominciare, nell’ordine, a sedersi in panchina o a fare le valigie. Chi dovrebbe portare esperienza e saggezza deve smetterla di dare in escandescenze e tutti, dico tutti, devono cominciare ad andare in campo con la almeno la stessa fame di vittoria che abbiamo noi. Altrimenti: gennaio è vicino, aria.

 

Stefano Sottili, 25 punti in 14 giornate di campionatoL’allenatore si prenda le sue responsabilità e faccia scelte. Smetta la mediazione e vada avanti di testa sua perché si media quando ci sono margini e quando le parti in causa lo meritano. Qui non è così. Servono scelte, dunque. Anche coraggiose, anche impopolari, ma dimostri che ha il gruppo in mano e non che subisce il gruppo come qualche formazione ultimamente fa temere. L’intervista post sconfitta al ''Mannucci'' per la prima volta mi ha suscitato dubbi. Avevo sin qui apprezzato l’onestà intellettuale delle analisi post gara. A Pontedera m’è parso arreso: ha citato una preoccupante “mancanza di qualità morale”, “un quarto d’ora prima di prendere una seconda palla”. Tutto vero e s’è visto anche noi, chi dagli spalti e chi in tv. Ma l’allenatore ci sta apposta per modificare e sostituire, richiamare e motivare. Non è uno che osserva la partita dalla panchina e basta.

La rosa a disposizione ha dei limiti: lo andiamo ripetendo da inizio campionato, però se Sottili ha il suo progetto di gioco vada avanti con quello e non cerchi di adattarlo a quel che non c’è. Non cerchi l’impossibile quadratura del cerchio forzando giocatori in ruoli non loro. Avevamo, con l’ottimismo del cuore, sperato che la metamorfosi della partita col Piacenza fosse conseguenza di un ragionamento strategico che, preso atto della lentezza congenita del nostro pacchetto arretrato, sceglieva di coprirlo di più col centrocampo per evitare le infilate e poi sfruttare le ripartenze, puntando sulla qualità superiore degli interpreti offensivi a disposizione. Poteva essere una scelta; ma la formazione messa in campo in Val d’Era ha contraddetto le supposizioni di soli sette giorni prima. E va bene se entri determinato, aggredisci la partita, li metti alle corde forte di una straripante potenza offensiva e di una superiore organizzazione di gioco. Invece il risultato è stato che la squadra non gioca più nella maniera brillante di inizio stagione né nella maniera più sparagnina vista contro il Piacenza ed il compromesso (brutto come tutti i compromessi) è una squadra indefinibile che scende in campo molle e svagata e subisce più del dovuto. Anche i numeri sono impietosi; fino al 16 ottobre, in 9 partite avevamo 15 gol fatti e 10 subiti, da allora in 5 gare 6 gol fatti e 5 subiti. La prima parte di stagione col passo della protagonista, la seconda fino ad oggi col ritmo della comprimaria.

 

il direttore sportivo amaranto Roberto GemmiDunque Sottili riprenda in mano la situazione e non guardi in faccia a nessuno e a niente che non sia l’interesse dell’Arezzo. Niente nomi e niente posizioni di rendita. In campo va chi ha voglia di vincere. La società deve poi fare la sua parte appoggiando incondizionatamente il tecnico se ne ha piena fiducia. E’ attraverso questo passaggio, che può sembrare secondario ma che invece è fondamentale, che si consolidano e rafforzano gli equilibri di spogliatoio, che si dà ad un allenatore la forza di prendere posizioni anche scomode, che si fa capire anche al riottoso di turno che le regole della casa ci sono e vanno rispettate. Altrimenti si paga sia in termini di gioco che di risultati. Poi è evidente che Ferretti e Gemmi debbano, unitamente ai confermati nuovi soci, dar seguito al buon lavoro estivo intervenendo là dove si deve nel mercato di gennaio.

Se invece i vertici tecnico-proprietari della nostra squadra hanno perplessità sulle qualità dell’allenatore prendano il toro per le corna e agiscano di conseguenza, senza trascinare la malattia come il medico pietoso. Certo, anche qui ci vuole il coraggio della scelta, ma delle due l’una. Se si crede in Sottili lo si appoggi in maniera pesante davanti alla squadra, se non è così lo si sostituisca. E basta con questa litania (equlibrata ma stucchevole, che sa tanto di giustificazione aprioristica) che alla fine siamo terzi, in linea col progetto ed i valori. Giocando così si fa alla svelta a non esserlo più (intanto ci ha agganciato il Livorno che potevamo mettere in crisi battendolo quando era ancora in pieno marasma) e poi la storia ci insegna che le posizioni in classifica quasi mai rispecchiano il valore della rosa secondo le previsioni estive. Per restare solo alle cose di casa nostra, con questo criterio non avremmo mai dovuto vincere il campionato l’anno di Mario Somma né retrocedere nella stagione di Antonio Conte. Accanto alla qualità tecnica diventa fondamentale la grinta, la voglia di vincere, la concentrazione, l’atteggiamento in campo. Questo dà i punti in più, che ad oggi mancano invece. A Gorgonzola non basterà vincere. Vogliamo vedervi vivi, lottare per noi e per i nostri colori.

 

scritto da: Paolo Galletti, 24/11/2016





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