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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
MONDO AMARANTO
Paolo, Mirko e Carlo a Vienna per Spagna-Italia
NEWS

Lo zibaldone della trasferta di Como. Ossessioni, Kabul, Serse e un perizoma

Lo zibaldone della trasferta di Como, cominciata nella mattinata di sabato per raggiungere Milano Lambrate e conclusa domenica sera, dopo un weekend di cui conserverò in memoria l'oscuramento mediatico di Schelotto, un sopraffino filetto di bue mangiato a Castell'Arquato e l'inquietante scoperta che il sabato sera a mezzanotte, Piero Mancini telefona a Semplici per conoscere in anticipo la formazione e dire la sua al riguardo. Con molto tatto, ci mancherebbe.



posti di blocco stile Far West fuori dallo stadioLo zibaldone della trasferta di Como, cominciata nella mattinata di sabato per raggiungere Milano Lambrate e conclusa domenica sera, dopo un weekend di cui conserverò in memoria l'oscuramento mediatico di Schelotto, un sopraffino filetto di bue mangiato a Castell'Arquato e l'inquietante scoperta che il sabato sera a mezzanotte, Piero Mancini telefona a Semplici per conoscere in anticipo la formazione e dire la sua al riguardo. Con molto tatto, ci mancherebbe.
A come arcobaleno. Dopo le maglie verdi esibite a Cremona, l'Arezzo ha sfoggiato a Como un'altra prelibatezza cromatica: le tute celesti! Così è successo che il segretario Badii, il massaggiatore Dal Piaz e gli altri dello staff fossero vestiti esattamente come i giocatori del Como. Stessa tuta, stessa foggia, stesso sponsor tecnico (Legea) e stesso colore. Di diverso c'era lo stemma del club. Almeno quello si è salvato, ma voci di corridoio danno per imminente l'arrivo all'Amaranto point dei completi da passeggio arancioni, delle borse fucsia, dei bermuda gialli e delle berrette rosa. L'Amaranto point dal primo gennaio si chiamerà Arcobaleno point.
B come borgo antico. Sabato sera ho scoperto che Castell'Arquato è un gioiellino di paese incastonato in Val d'Arda, a metà strada tra Parma e Piacenza. Dopo aver cenato ho fatto il giro del borgo medievale, trovandolo molto suggestivo e affascinante. Ma non so se sia stato merito esclusivo della torre merlata oppure della guida che mi ha condotto per le stradine di Castello. Chissà...
C come countdown. E' quello che dalla regia di Dahlia, a Roma, ti fanno in cuffia mentre aspetti di cominciare la tua telecronaca. E' un'operazione per certi versi curiosa, perché dopo il tre, due, uno, in onda dieci commentatori danno avvio al proprio lavoro e iniziano a raccontare le partite in simultanea. Siccome siamo sistemati in dieci box uno accanto all'altro, un po' di casino viene fuori nonostante le cuffie in testa. Ma non è questo il punto. Sabato dovevo fare Cesena-Grosseto. Il countdown del secondo tempo si è concluso in ritardo e quando ho preso la linea, il Cesena aveva già segnato il 2-1 con Schelotto, a bersaglio dopo appena trenta secondi. Una volta certe gaffe le faceva la Rai. Capitava sovente che esagerassero con la pubblicità, così quando la linea tornava alla partita, lo schermo si riempiva di giocatori esultanti. E tu a casa non capivi perché. Sky ha ovviato al problema in modo semplice: siccome paga fior di quattrini, gli arbitri fanno riprendere il gioco solo quando è terminato il superspot. Dahlia, evidentemente, paga di meno.
D come dispiegamento di mezzi. Non solo ad Arezzo le strade adiacenti lo stadio sono presidiate da uomini e mezzi a gogò. Pure a Como funziona alla stessa maniera. I 1.504 presenti di domenica dovevano aver destato una certa preoccupazione negli uffici della questura, al punto che per accedere alla tribuna abbiamo dovuto superare uno sbarramento costituito da ben quattro vetture e due motociclette della polizia locale. Un posto di blocco degno di Kabul, con la differenza che i pullmini e le auto dei 52 aretini in trasferta non erano pronti a esplodere. Però, come suol dirsi, non si sa mai...
F come fuori dai coglioni! Fermo Balducci detto Nino, segnatevi questo nome e tenetelo bene a mente. E' un tipo irascibile, un prepotente, uno che domenica ha sbroccato come un folle. Fa l'opinionista in una tivù di Como, ma l'ho scoperto solo alla fine. Lo definiscono un pesce anomalo per la sua appassionata animosità e pesce anomalo è la descrizione più indulgente che si possa farne. Prima che cominciasse la partita, si è messo a sedere proprio davanti alla telecamera di Teletruria. “Questo è il mio posto da 25 anni, non mi muovo” ha bofonchiato. Allora gli ho chiesto, con tutta la cortesia possibile: “Scusi, cosa le costa spostarsi nel posto accanto?”. E lui, da perfetto gentleman, tutto rosso come un pomodoro, ha dato in escandescenze: “Io sto dove mi pare, sennò andate fuori dai coglioni! Ma volete venire a comandare in casa nostra?”. La gente lì nei pressi si è voltata e l'ha guardato, probabilmente per compatirlo. Nino, accortosi di stare facendo una figura misera e dietro richiesta del cameraman (il pazientissimo Max Bulletti), si è alla fine seduto nel sedile di fianco, ben trenta centimetri più a sinistra! La cosa è finita lì, ma nel post partita l'ho visto apparire in sala interviste. Quando ha ripreso le scale per andarsene, è miseramente inciampato, rischiando di fare tutti i gradini in ginocchioni, suscitando la mia sfacciata ilarità. P.S. Chissà che opinioni ha un opinionista così?
lo stadio con vista lagoG come George. Sul lago di Como, come noto, il mitico Clooney possiede una casetta da due soldi con una cinquantina di camere, ventidue bagni, un parco grande come quello dell'Uccellina e la vigilanza privata. In questo tugurio ha portato nientepopodimeno che Elisabetta Canalis per consumare le prime, appassionate notti d'amore dopo il fidanzamento più cool dell'estate. Leggendo le dichiarazioni rilasciate, però, a conquistare Elisabetta non è stato lo sfarzo di villa Margherita, né la mastercard di George, bensì il suo atteggiamento da cucciolone. E io che pensavo che le donne amassero la bella vita...
I come interviste. Da qualche settimana stiamo dicendo tutti che si è finalmente superata la sciocca divisione tra vecchia e nuova guardia. L'Arezzo ha poco meno di trenta giocatori, è giusto che l'allenatore scelga quelli che stanno meglio, senza lacci né lacciuoli. Se in campo vige la meritocrazia più assoluta, in sala stampa funziona diversamente. A parlare con i giornalisti, sia nel dopo gara che nelle conferenze di metà settimana, vengono sempre gli stessi. Qualcuno, al contrario, non si è presentato mai o, meglio, non ha mai avuto l'ok per presentarsi. Avete mai visto o sentito o letto interviste rilasciate da Terra? E da Togni? E da Miglietta? E da Croce? Guarda caso, quattro “vecchi”. Semplice coincidenza?
L come luoghi comuni. Sabato mattina, ore 12 circa, autostrada del sole. Dopo essermi lasciato alle spalle un po' di nuvole sull'Appennino e aver trovato il sole che splende da Modena in poi, arrivo al casello di Melegnano. E lì, in due secondi, il cielo diventa grigio plumbeo, avvolgendo Milano e tutto l'hinterland. La drammatica conferma che i luoghi comuni, compreso quello sul grigiore meneghino, saranno pure banali ma hanno sempre un fondo di verità. Altrimenti non sarebbero luoghi comuni.
M come mezzanotte di sabato. E' l'orario in cui, stando all'intervista rilasciata dal diretto interessato, Piero Mancini ha telefonato a Semplici per farsi anticipare la formazione del giorno seguente. Di sabato a mezzanotte si possono fare tante cose interessanti e chiamare l'allenatore di turno non dovrebbe essere nell'elenco. Fatto sta che il presidente, non sapendo più come vessare gli inquilini provvisori della sua panchina, si è spinto fino alla critica preventiva. Adesso esterna e censura non solo a fine gara, ma pure alla vigilia, toccando livelli che gli Zamparini e i De Laurentiis si sognano. Ma ce lo vedete voi Semplici che spiega a Mancini i movimenti di De Oliveira nel 4-3-1-2? Di sabato! A mezzanotte!
O come ossessione. Due anni fa Cuoghi teneva spesso Bricca in panchina. E Mancini, ogni santa domenica che Dio metteva in terra, ai giornalisti che gli telefonavano in tempo reale, appena finita la partita, ripeteva come un ossesso: “uno come Bricca deve sempre giocare”. Se l'Arezzo non faceva risultato, per lui era colpa dell'assenza di Bricca. Un'analisi molto sommaria, soffiatagli nell'orecchio da qualcuno e propinata al mondo come la verità assoluta. L'anno scorso Mancini, forse perché i suggeritori erano diversi, di Bricca avrebbe fatto volentieri a meno, al punto che Cari ci rimise la panca perché lo schierava terzino destro. E Bricca, alla fine dell'anno, è stato messo bruscamente alla porta. Adesso chi deve giocare sempre, secondo Mancini, è Venitucci. Visto com'è andata a finire con Bricca, gli consigliamo di cambiare squadra a giugno. E soprattutto ci domandiamo: chi è oggi il suggeritore del presidente?
P come perizoma. I miei più sentiti complimenti alla bionda seduta in tribuna centrale, sulle poltroncine vip, con un paio di jeans a vita bassissima e il perizoma in bella mostra. Quelli delle file sopra hanno guardato più a lungo l'indumento intimo della ragazza che la partita. Lei, la bionda, nell'intervallo si è alzata in piedi e ha notato che aveva qualche paio d'occhi puntato addosso. Con assoluta nonchalance si è aggiustata il minimo indispensabile e poi si è rimessa a sedere in identica posa. Forse non si era accorta del perizoma malandrino in vista. O forse se n'era accorta benissimo. Un mio caro amico che conosce le donne come le sue tasche, è sicuro che la versione corretta sia la seconda.
R come ristorante. Maps di Castell'Arquato. Se passate di lì andateci, poi ordinate un buon Chianti da accompagnare al culatello e quindi al filetto di bue cucinato con le pere. Sceglietevi la compagnia giusta a passerete una serata d'incanto. Garantito.
il box per le telecronache di DahliaS come Serse. A Cosmi, per il quale molti giornalisti di livello nazionale (o pseudo tali) avevano recitato il de profundis, adesso rifanno tutti i complimenti, ivi compresi gli stessi che l'avevano scaricato qualche mese addietro, dandogli della macchietta, del bollito, eccetera eccetera. Serse si è concesso il lusso di tornare in serie A dalla porta principale, sbancando nientemeno che l'Olimpico di Roma. Ieri, sulla Gazzetta dello Sport, il bravo Germano Bovolenta gli ha dedicato un intenso corsivo, citando alcuni passi dell'autobiografia cosmiana, intitolata l'uomo del fiume. Tra giornali e tivù è però tutta una gara a chi gli rivolge l'elogio più sperticato e/o il convenevole più melenso, nel tentativo di cancellare le stroncature del passato. L'unico risultato ottenuto è la riprova che i giornalisti, quasi tutti, il servilismo ce l'hanno proprio nell'anima.
T come turn over. Cari veniva bacchettato da Mancini per molti motivi: metteva Bricca terzino, prendeva troppi gol, vinceva solo 6-5, era terzo in classifica a febbraio, guidava veloce, teneva il volume della tivù troppo alto e lasciava l'armadio in disordine. L'origine di tutti i guai fu però la mancanza di rotazione dei giocatori. Dopo lo 0-0 casalingo col Foligno, il presidente tuonò: “Giocano sempre gli stessi, bisogna fare il turn over”. Dopo lo 0-0 dell'altro ieri a Como, il presidente ha tuonato un'altra volta, anche se Cari sta a Salerno e in panca siede Semplici. “Venitucci deve giocare sempre” ha ordinato Mancini, che di rotazione non vuole più sentir parlare. Però, come sostiene qualcuno, è lui che paga e quindi può dire e fare ciò che vuole. Anche cambiare 21 allenatori in dieci anni. Alcuni perché non facevano il turn over, altri perché lo fanno in eccesso. Così, a seconda di come ci si sveglia la mattina.
U come ultim'ora. Leonardo Semplici ha cambiato numero di cellulare.
V come vigili. Non so perché, ma i vigili urbani, o polizia locale che dir si voglia, sono sempre personaggi stravaganti. A Cremona ci imbattemmo in un agente che non conosceva le strade della città. Come se un barman non fosse in grado di preparare un sexonthebeach, uguale. Domenica a Como ne abbiamo trovati due in rapida sequenza, un uomo e una donna, che con accento spiccatamente meridionale ci hanno chiarito il seguente concetto: “non sapete dove posteggiare la macchina? Cazzi vostri”. Un atteggiamento non proprio conciliante, aggravato dalla domanda con cui ci hanno congedato: “Toscani? Oggi che fa la Fiorentina?”. Resto sempre più convinto che i concorsi d'assunzione delle polizie municipali siano taroccati. E che vengano scelti i candidati peggiori.
Z come zibaldone. Prossima trasferta, udite udite, Perugia!

scritto da: Andrea Avato, 27/10/2009