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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
MONDO AMARANTO
Leo, Fede e Luca a Castiglion della Pescaia
NEWS

Il girone d'andata è finito, l'Arezzo è ancora una squadra a due facce. Continuità cercasi

Dopo 19 giornate di campionato, restano diverse cose da capire sul valore e sui margini di miglioramento di una rosa rivoluzionata in estate ma che ormai è al lavoro da cinque mesi. L'altalena tra partite in casa e partite fuori va avanti e Olbia ha riportato a galla magagne che sembravano superate. Sulla bilancia però ci sono anche le sette vittorie su nove al Comunale e un quarto posto che lascia aperti i giochi per un migliore piazzamento play-off. Con il mercato di gennaio che potrebbe rivelarsi decisivo



amaranto double face, bene in casa e male in trasfertaE' passato l'intero girone di andata e ancora non si sono capite diverse cose. Non è facile farsi un'idea su quali siano i veri margini di miglioramento di una squadra che va benissimo in casa e male fuori, che non ha mai perso due volte di fila ma che è ancora alla ricerca di una continuità solida, sia nei risultati che nelle prestazioni. Dentro questo contesto, si espone a più interpretazioni anche il lavoro dell'allenatore.

Sottili sta guidando un Arezzo rivoluzionato in estate e che all'inizio ha pagato lo scotto di un'amalgama da trovare. Adesso però sono passati cinque mesi dalla partenza per il ritiro e la rosa rifatta da capo a piedi non basta più a giustificare l'altalena di partite, alcune positive e altre molto meno, che hanno accompagnato queste prime 19 giornate. Altrimenti, da giustificazione fondata diventerebbe alibi pericoloso.

 

Cominciamo dalle note dolenti, che sono il dato di cronaca più pertinente dopo Olbia. E' inoppugnabile che, per un motivo o per l'altro, l'Arezzo versione trasferta faccia una fatica immane. Perfino il Tuttocuoio ha messo insieme più punti degli amaranto, il che è grottesco considerando il valore delle rispettive rose. A parte Carrara, dove vinse con merito, la squadra in esterna o ha toppato la prestazione o se l'è rovinata con le proprie mani. A Cremona, dove giocò il miglior calcio dell'anno, finì per perdere in modo scriteriato e rocambolesco. E quello, purtroppo, sembra ancora il classico treno che non passerà più.

Poi c'è il disastro di Pontedera, c'è il pomeriggio grigio di Pistoia, c'è la vittoria di Prato legata quasi esclusivamente al colpo di genio di Moscardelli, c'è la sconfitta episodica di Alessandria, cui vanno sommati i pareggi molto diversi ma riempiti con qualche roba buona di Lucca, di Livorno e di Gorgonzola. E c'è Olbia, ultimo anello di una catena che non accenna a spezzarsi. Guardando questo trend e questi numeri, si prova una sensazione d'impotenza di fronte a una fragilità (emotiva? caratteriale? di leadership?) che produce discontinuità e che l'allenatore finora non è riuscito a curare. Il guaio è che se l'obiettivo sono i play-off, l'Arezzo deve assolutamente mantenere la stessa andatura in casa e migliorare, molto e alla svelta, fuori.

 

il colpo di testa di Sirri che avrebbe potuto riaprire la partita di OlbiaOlbia ha riportato a galla magagne che sembravano superate. E i gol sbilenchi subìti domenica sono nulla in confronto alla reazione molle e sfilacciata della ripresa, quando la partita poteva ancora essere recuperata. Però c'è un'analisi generale, che abbiamo fatto sopra, e ce n'è una che va contestualizzata: un conto è voltarsi in panchina e pescare dal mazzo il jolly più utile alla causa, altro conto è presentarsi in campo senza quattro/cinque titolari e regalare letteralmente il 2-0 agli avversari in 18 minuti. Sottili è l'allenatore e deve rispondere sempre del comportamento della squadra, però domenica caricargli sulle spalle responsabilità mirate riguardo la sconfitta sarebbe un'esagerazione. Olbia non è Pontedera e non è nemmeno Gorgonzola (quando le sostituzioni arrivarono colpevolmente tardi), fermo restando che se l'Arezzo nel secondo tempo gioca monocorde come l'altro ieri, anche l'allenatore deve battersi il petto.

Sarebbe comunque un errore ridurre la situazione attuale a un referendum pro o contro Sottili, anche perché sulla bilancia ci va messo tutto: anche il fatto che Arcidiacono ha reso meno delle aspettative e poi si è fatto male; che Grossi ha problemi fisici e in campo non incide quanto si sperava; che Moscardelli con quella di Como avrà saltato quattro partite su venti per squalifica; che Yamga è fuori da due mesi; che se prendi due gol come quelli di Olbia non ci sono schema o preparazione che tengano.

 

Inoltre l'Arezzo ha vinto sette volte su nove in casa. Solo l'Alessandria ha fatto meglio (otto vittorie e un pari). Non sono numeri casuali né si può pensare che nascano dal nulla: alla base c'è organizzazione di gioco, c'è capacità di sfruttare le qualità tecniche e di corsa dei calciatori, c'è una buona lettura tattica generale. Il giudizio su Sottili, ma sulla squadra a più ampio raggio, va quindi articolato: o bianco o nero in questo caso non calza perché bisogna analizzare molteplici sfumature, compreso il quarto posto che è in linea con i propositi societari di inizio stagione.

Mai come quest'anno servono freddezza e razionalità nel valutare le cose. E serve anche un intervento mirato al prossimo calcio mercato: i troppi gol al passivo, la mancanza di alternative più corpose a centrocampo, una batteria di prime punte ridotta all'osso impongono movimenti di un certo calibro. Ma è un discorso che è giusto cominci a intavolare la società. Il calendario ci ricorda che fra tre giorni l'Arezzo gioca a Como e che c'è una stabilità da rincorrere. Ammesso che nel dna di quest'organico ci sia veramente la capacità di trovare questa benedetta costanza di rendimento.

 

scritto da: Andrea Avato, 20/12/2016





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