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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
MONDO AMARANTO
Tommaso, Riccardo e Claudio
NEWS

Arezzo, va bene così. La squadra gira e adesso aspetta i colpi dei top player in panchina

Il pareggio con la Lucchese non sposta il giudizio sugli amaranto, che stanno crescendo a vista d'occhio e che hanno ancora la possibilità di ridurre le distanze dalla capolista Alessandria. Un mese e mezzo fa tutti avrebbero firmato per trovarsi in questa situazione di classifica, quindi il bicchiere è mezzo pieno. Adesso però ci vorrebbe quel surplus di qualità da gente d'esperienza e di tecnica che ultimamente ha giocato meno. Come De Feudis, come Erpen e soprattutto come Grossi e Arcidiacono



Grossi e Arcidiacono al momento dell'ingresso in campo contro la LuccheseComunque avanti, Arezzo! Non abbiamo vinto ma non fasciamoci la testa. Non è successo niente, anzi si, è successo che la striscia positiva continua, che la squadra ha giocato un bel primo tempo e alla fine avrebbe meritato la vittoria, è successo che siamo sempre sul secondo gradino e abbiamo rosicchiato un punto alla capolista. Queste vittorie in serie prima o dopo si interrompono per tutti e allora adesso, alleggeriti dall’obbligo ma rabbiosi per la mancata conquista dei tre punti: avanti tutta! Si dirà che questo è il bicchiere mezzo pieno, ma francamente nemmeno con l’amaro in bocca per l’occasione perduta mi sento di vederla grigia. Vado con la memoria ad un mese fa, mica un secolo. Vigilia di Siena–Arezzo: quarti in classifica, Alessandria a 13 punti, De Feudis infortunato, Yamga quasi, Benassi fuori per l’operazione al ginocchio. La crescita nell’ultimo periodo è stata impressionante e ci ha regalato la classifica di oggi. Alzi la mano chi, immaginandosela, non l’avrebbe sottoscritta ad occhi chiusi. Poi si sa, l’appetito… con quel che segue anche rispetto alla fame arretrata di cui si diceva una settimana fa.

 

Una cosa è certa: è cresciuta la squadra, in carattere e determinazione, è cresciuta la qualità del gioco e non diciamo che abbiamo sempre giocato bene, perché non è vero. Dalla trasferta di Livorno (inclusa) alla sconfitta di Pontedera la manovra andava avanti in maniera asfittica, con partite sofferte e giocate individuali. Si è blindata la difesa e quadrato il centrocampo con i due arrivi di gennaio. Condivido l’affermazione di Paolo Bertini a Block-Notes: squadra e allenatore sono cresciuti insieme, comprendendosi finalmente fino in fondo. La sensazione è che il processo di maturazione sia ancora in corso e che si possa fare anche meglio di così. Il rilievo di Sottili nel dopo partita circa la carenza di personalità credo vada letto anche in questo senso; qualcuno ha accusato la pressione, l’importanza della partita, del risultato e alla fine ha perso lucidità davanti ad un avversario tignoso che non mollava una palla che era una.

 

le indicazioni di mister Sottili dalla panchinaIn questo senso ci manca l’apporto di gente arrivata per dare un contributo di qualità ma anche di spessore caratteriale come Grossi, Arcidiacono, De Feudis, Erpen. Se gli ultimi due sono da un po’ di tempo relegati in panchina per scelta tecnica, ai primi due si offre spesso il modo di andare ad incidere nel match, ma entrambi non riescono ad essere determinanti mantenendo l’uno (Grossi) la tendenza a giostrare su bassi regimi e con giocate ad effetto invece che essenziali e rapide, e l’altro (Arcidiacono) l’abitudine a ricercare l’avversario per il dribbling a tutti i costi. Posto che invece i giovani del gruppo sono cresciuti tantissimo diventando elementi pressochè imprescindibili (Bearzotti e Corradi, ma anche Barison e Solini e lo stesso Polidori che ha solo 24 anni) il prossimo step è rappresentato dal recupero in termini di contributo non solo agonistico di questi giocatori. Ci saranno a breve sfide importantissime e a proposito, mi sbilancio a dire che sarà il 12 marzo, nel derby con gli “amaranto di mare”, che si scioglierà il dubbio su chi cercherà fino alla fine di rompere le uova nel paniere di Braglia. Servirà la corsa, la voglia, la grinta ma anche la maturità giusta. Quindi aspettiamo anche questi giocatori al ruolo di protagonisti per il quale erano stati scelti, un ruolo che c’è tempo per conquistare e che è nelle loro corde.

 

Adesso riprendiamo la via delle finali progressive. La prossima è contro il Pro Piacenza, squadra di centroclassifica guidata da un altro volpone della panchina come Fulvio Pea. All’andata ci mise in difficoltà con la densità a centrocampo, probabile che sarà così anche domenica pomeriggio sulle rive emiliane del Po, dove i rossoneri hanno finora fatto bene (21 punti, nono posto nella classifica dei rendimenti interni, meglio di Como e Piacenza per dire); ma noi dobbiamo andare lì per vincere. Ne abbiamo la possibilità, ne abbiamo la forza, ne abbiamo la voglia. Se è vero che il campionato ha un padrone fin dal mese di settembre e che solo l’Alessandria può perderlo, se è vero anche che qualche scricchiolio s’avverte, non dobbiamo sentirlo, dobbiamo essere sordi anche a quello. Dobbiamo invece pensare a noi. A giocare e a vincere. I conti si fanno alla fine e la fine deve ancora scegliere di che colore vestirsi.

 

scritto da: Paolo Galletti, 16/02/2017





La porta sotto la sud e quello strano tabù...

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