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NEWS

Il monito della questura sui posti allo stadio. Rischio sanzioni e poi la frenata del Gos

La società amaranto, su sollecitazione delle autorità di pubblica sicurezza, ha dovuto ribadire due volte in pochi giorni che gli spettatori sono tenuti ad occupare solo gli spazi indicati sul biglietto e sulla tessera di abbonamento. Altrimenti potrebbero ricevere multe e perfino il Daspo. Un richiamo severo alla disciplina, probabilmente per colpa di alcune torce accese in curva sud, dentro una stagione filata via in santa pace. Ma non è con la repressione che si migliorano le cose, almeno non ad Arezzo. E instillare questa inutile tensione a un mese dai play-off non porta nulla di buono. Il buonsenso invece sì. Dalla riunione del Gruppo operativo di sicurezza è poi arrivata la marcia indietro



Ore 18.15 - Nessun inasprimento dei controlli, soltanto un appello alle buone maniere. Dalla riunione del Gruppo operativo di sicurezza di stamattina filtra un atteggiamento soft da parte della questura riguardo i posti assegnati allo stadio. Dopo i comunicati stampa dell'Us Arezzo dei giorni scorsi, sollecitati proprio dai responsabili dell'ordine pubblico, c'era il timore che scattassero le sanzioni per i tifosi "beccati" in uno spazio diverso da quello indicato sul biglietto e sulla tessera di abbonamento. E questa linea dura aveva alimentato le polemiche e il malumore degli spettatori.

 

''Non ci saranno controlli a tappeto - ha detto poco fa Roberto Cucciniello, presidente di Orgoglio Amaranto e Supporters Liason Officer dell'Arezzo. Molti tifosi si muovono dal posto assegnato per avvicinarsi a un gruppo di amici o per guadagnare una visibilità migliore sul campo. Il nostro è uno stadio in cui purtroppo non c'è mai il tutto esaurito, quindi spostarsi di qualche fila più a lato o più in basso non significa voler creare disordini. In questura hanno tenuto conto di questo aspetto e la raccomandazione per sabato, come per tutte le altre partite, è di comportarsi in modo corretto e rispettoso delle normative''.

 

Una frenata dettata dal buonsenso, quindi, visto che il clima al Città di Arezzo è sempre stato tranquillo e che la linea dell'intransigenza avrebbe soltanto inasprito i rapporti tra tifosi e forze dell'ordine.

 

Ore 10.30 - L'Us Arezzo lo ha ribadito due volte in pochi giorni, tramite comunicato stampa. La società amaranto, su sollecitazione della questura, ha ricordato che "come riportato nel regolamento d’uso dello stadio basato sulle vigenti disposizioni di legge, tutti gli spettatori sono tenuti ad occupare solo ed esclusivamente il posto indicato sul proprio biglietto d’ingresso o abbonamento. A seguito dei possibili controlli, gli spettatori che venissero trovati ad occupare posti diversi da quelli acquistati ed indicati nel biglietto d’ingresso o abbonamento, saranno sanzionabili secondo le normative vigenti''.

La sanzione, se non abbiamo controllato male, è pari a quattro volte il prezzo del biglietto del settore in cui ci si trova. Qualche tifoso, in altri stadi d'Italia, è già incappato nell'amara sorpresa, vedendosi recapitare a casa il verbale della multa. E se poi si cade di nuovo nell'infrazione, si rischia il Daspo da uno a tre anni. Le polemiche, come intuibile, sono divampate.

Nel regolamento d'uso del Città di Arezzo, si spiega genericamente che ''qualunque spettatore che verrà trovato in una zona dello stadio diversa e designata ad ospitare un gruppo di tifosi di cui non fa parte sarà allontanato dallo stadio''

 

Ma al di là delle normative, colpisce questo severo richiamo alla disciplina degli spettatori, che in base al regolamento non potrebbero nemmeno restare in piedi durante lo svolgimento della gara (la violazione può comportare l'allontanamento dall'impianto). Dentro una stagione filata via in santa pace, senza problemi di alcun genere né in casa né fuori, il monito della questura suona sibillino. 

E' vero che l'Arezzo ha ricevuto multe dalla Lega per 4.500 euro a causa dei cori contro l'istituzione calcistica e di 1.500 euro per cori contro le forze dell'ordine (Arezzo-Piacenza), ma questo è quasi fisiologico per ogni società. Per il resto, comportamenti esemplari ovunque, anche in gare calde come quelle con Siena e Livorno, al Comunale e in trasferta.

 

Dunque, perché sventolare la possibilità delle sanzioni per chi cambia posto, ben sapendo che soprattutto in curva, ma anche in tribuna laterale, gli spettatori approfittano degli spazi liberi per avvicinarsi a un amico, unirsi a un gruppo che canta o migliorare la visuale? Se davvero la colpa è di un paio di torce accese ultimamente, bisognerebbe ricondurre il tutto a una dimensione più serena: il bengala è vietato, ma utilizzarne uno per festeggiare un gol, senza tirarlo in campo, è uno sfizio che può passare in cavalleria. Chiudere un occhio in certi casi non è negligenza, è buonsenso.  

Se invece si vuole portare avanti una linea militaresca, allora la strada è quella delle sanzioni e dell'intransigenza totale. E purtroppo pare si stia andando in questa direzione. Per esempio: l'Arezzo ha dovuto faticare per aprire l'Amaranto Store nelle ore della partita. E il negozio non può comunque vendere ombrelli, tazze da colazione, accendini, posacenere, spille e altro materiale giudicato pericoloso. Chi compra questi oggetti, potrebbe lanciarli in campo... Suona bizzarro, ma è così.

 

Ancora. Orgoglio Amaranto ha inoltrato alla questura la richiesta di apertura della nuova sede, che si trova proprio sotto la curva sud, nel giorno della gara. ''Un modo per avvicinare i tifosi al comitato, sottoscrivere le tessere di adesione, socializzare'' secondo OA, che puntava e punta molto sull'aggregazione. Ma da gennaio a oggi, e sono passati tre mesi, non è arrivata risposta. Né sì, né no. Niente. L'intento, chiarissimo, è di non decidere. Perché quella sede, in quegli orari, è considerata pericolosa.

Adesso, a un mese dai play-off, la questura brandisce l'applicazione ferrea della normativa riguardo i posti da occupare allo stadio. La tempistica è sbagliata e instilla tensione inutile in una piazza che ha brillato per passione e compostezza. Gestire e garantire l'ordine pubblico non è facile, anzi. Ma non è con la repressione che si migliorano le cose, almeno non ad Arezzo. Altrimenti si presta il fianco al ragionamento forse populistico, ma non campato per aria, che è balzato alla mente di chiunque: tutto questo zelo per tenere sotto sorveglianza lo stadio, con uno spiegamento di polizia e carabinieri da lasciare basiti, e poi ci sono zone intere di città completamente fuori controllo. Sabato sera si gioca Arezzo-Prato. Che siano due ore di divertimento.

 

scritto da: Andrea Avato, 20/04/2017





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