Atlantide ADV
AMARANTO TV

SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
MONDO AMARANTO
Alessio a Palma di Maiorca - Spagna
NEWS

Arezzo, il quadro è desolante (per ora). Squadra, società, istituzioni: il nostro libro dei sogni

Con la Pistoiese è arrivata un'altra sconfitta interna, al Comunale la vittoria manca da sei mesi e di gioco se ne sta vedendo pochissimo. Se ne può uscire migliorando la condizione atletica e il modo di stare in campo. Occorre poi fare quadrato, magari anche spiegando pubblicamente qual è la vera situazione economico-finanziaria del club, che è patrimonio dei tifosi e della città. E sarebbe bello se il sindaco Ghinelli, come accaduto l'anno scorso a Carrara, si attivasse per mobilitare risorse e stimolare l'imprenditoria locale. Ma qualcuno ci ascolterà mai?



uno striscione (sempre attuale) del 2014Ma che s’avrà fatto noi de male? Così recitava uno striscione ai tempi della serie D, invocazione purtroppo sempre attuale. Un’altra sconfitta (in casa non si vince ormai da sei mesi), una prestazione disarmante per pochezza, un ambiente che comincia ad andare in fibrillazione, una società che tace e quando parla non si sa se è meglio o peggio. Questo il quadro, desolante, dopo tre turni di campionato. Partiamo dall’aspetto tecnico; la squadra vista con la Pistoiese si è mossa come sul palco di uno spettacolo della commedia dell’arte. C’è un canovaccio di fondo (il 4-3-3) ma l’interpretazione è poi affidata all’istinto ed all’ispirazione degli attori e dato che ad oggi pare che la dea Eupalla si guardi bene dall’illuminare i nostri, si assiste a prestazioni sconcertanti con una manovra quasi sempre senza un senso ed una logica. Si parte da dietro per costruire, giusto; poi… basta. Nessuno sa (o vuole) inserirsi, scambiare palla, prendere un’iniziativa, creare superiorità nell’uno contro uno. Dissipato sciaguratamente il vantaggio inventato dal Mosca, quando c’è stato da riprendere in mano il pallino del gioco è stata notte fonda. Corradi si dibatte invano, senza riuscire mai né ad incidere né a trovare una posizione. Foglia è in encefalogramma piatto. Cenetti fa il suo, lotta, colleziona cartellini gialli ma non può e non sa fare regia. Manca un’idea di gioco, qualcuno che prenda in mano la squadra e detti i tempi; o meglio, mancherebbe perché allo stato attuale uno così in rosa non c’è.

 

Come se ne esce? Mah, qui si corre il rischio di somigliare “a quella inferma che non può trovar posa in su le piume, ma con dar volta il suo dolore scherma”, epperò qualcosa bisogna pur inventare. Forse rivedendo ancora una volta il modo di stare in campo, semplificandolo ulteriormente e cercando di fare maggior densità in mezzo per riconquistare palla e far ripartire punte ora abbandonate e sfiancate in un vano rincorrere (il capitano è encomiabile per la generosità, ma se deve ripiegare sui corner altrui a presidio dell’area e poi andare a dettare il contrattacco, l’autonomia scema inevitabilmente e senza di lui la nebbia si infittisce). Palesemente lacunosa la condizione atletica. La domanda posta dal presidente Ferretti (“perché la squadra cala nel secondo tempo?”) bisognerebbe trovasse una risposta dal preparatore atletico e dall’allenatore.

 

delusione amaranto dopo la sconfitta con la PistoieseNon può essere solo e sempre una questione psicologica. La colpa sarà (è) anche della squadra che in difesa sbanda e incassa gol incredibili (basta una triangolazione avversaria per mandare in tilt giocatori che guardano solo la palla ignorando gli inserimenti avversari) ma l’evidente miglioramento tattico dopo l’Arzachena io non l’ho visto (anzi, in fase di costruzione abbiamo fatto semmai un passo indietro, se possibile).

Da parte dei vertici societari, poi, si dovrebbe capire che la situazione non si risolve cercando di settimana in settimana il colpevole. Servirebbe invece fare quadrato e prendere provvedimenti (se si ritiene che ve ne sia motivo) nei confronti di chi non dà il 100%, ma soprattutto cercare di far capire che c’è una guida e c’è un’idea da perseguire. Bellucci si impegna dannatamente e farebbe carte false per riuscire. Si vede che ci tiene e si vede che dà tutto. Purtroppo gli manca l’esperienza e la conoscenza di un campionato scorbutico e difficile come la serie C. Non l’aiutano certi giocatori che da certezze sono diventati un problema. Non l’aiuta essere una settimana sull’orlo del licenziamento e quella dopo confermatissimo. Siamo sicuri che ce lo possiamo permettere? Oltretutto in una situazione societaria sempre “border line” con l’incubo di ogni scadenza che s’avvicina e che potrebbe portare ulteriori rischi di penalizzazione?

 

E al riguardo non dispiacerebbe sapere qual è davvero la situazione economico-finanziaria dell’Us Arezzo srl. Sarebbe importante perché (come detto e ridetto) una società di calcio è anche patrimonio di una città e dei suoi tifosi ed è giusto che si sappia come stanno le cose per davvero sia per far tacere certi spifferi (o “bisbigli” che dir si voglia) maligni e inquietanti, sia per stimolare eventuali potenziali supporti o verificare che siamo con l’acqua alla gola e serve l’idrovora con urgenza per evitare una bruttissima fine. Nel libro dei sogni ci sarebbe anche un sindaco che alla luce della incipiente deriva convoca il presidente e pretende di capire e di sapere, che si attiva per mobilitare risorse e stimolare imprenditori locali, che parla alla gente e spiega che le Istituzioni sono pronte a sostenere la principale società sportiva cittadina (cui tra l’altro sono affidati in gestione beni pubblici). Non è utopia, è successo a Carrara lo scorso anno, dove sono usciti da un fallimento mantenendo la categoria. Se serve il numero di telefono del primo cittadino della città apuana vediamo di trovarlo. Ma qualcuno ci ascolterà mai? 

 

scritto da: Paolo Galletti, 14/09/2017





comments powered by Disqus