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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
MONDO AMARANTO
Fabio in trasferta a Gallipoli
NEWS

Dal trittico della paura al sogno del colpaccio. In 250 all'Ardenza, ripensando a Tombolato...

Era una settimana piena di insidie per un Arezzo in difficoltà sul piano atletico e psicologico. Invece la squadra ha sterzato, Pavanel ha cambiato modulo e sono arrivate due vittorie di fila contro Alessandria e Pontedera. Stasera c'è l'esame più probante in casa della capolista, in un derby da sempre molto sentito. E che non registra un successo esterno dal 21 dicembre 1975



Che paura che faceva questa settimana. Tre partite di campionato da disputare, di cui una fuori casa contro l’Alessandria, squadra in crisi ma pur sempre di alto valore, una in casa – e di questi tempi già solo questo era motivo di seria preoccupazione – e una, quella da giocare stasera, fuori casa contro la capolista, che ha pure potuto godere del riposo proprio nel turno infrasettimanale. L’Arezzo ci arrivava a pezzi a questo trittico: sfibrato mentalmente quindi debilitato fisicamente (o l’inverso, fate voi), reduce da due ultime prestazioni (contro Piacenza e Lucchese) neanche così malvagie ma senza punti in saccoccia e con un fresco cambio di allenatore che sembrava aver portato una scossa troppo flebile. Ebbene, arrivati ai due terzi di questa settimana intensissima, il bilancio parla invece di una sterzata netta al di là delle previsioni e per questo ancora più gradevole da registrare.

 

A Vercelli, Pavanel ha virato sul 3-5-2 riuscendo a proporre una squadra quadrata, ben organizzata in campo, capace di pungere all’occorrenza e soprattutto di saper gestire il risultato favorevole. Il sistema di gioco ha convinto ed è tornato comodo anche mercoledì sera pur con un’interpretazione ben più aggressiva, si legga alla voce Corradi quinto a sinistra, chiara dichiarazione d’intenti rivelatasi la mossa vincente del match. Ma al di là di numeri e disposizione in campo, l’Arezzo è sembrato tornare tutto a un tratto quello delle cinque vittorie consecutive della stagione scorsa: dinamico, convinto dei propri mezzi, combattivo, vivo. Giocatori come Foglia, Cenetti e lo stesso Corradi hanno licenziato le loro controfigure e c’è stato persino il modo di lanciare o rilanciare due giovani come Di Nardo e Varga il cui destino pareva segnato ancor prima di iniziare.

 

Roberto Tombolato, l'ultimo a firmare un gol vittoria a LivornoIl primo specialmente pare essere una discreta spalla per il nuovo protettore d’Arezzo, quel Moscardelli che ha raccolto l’appello di prendersi la squadra sulle spalle nel momento più critico e che, tanto che c’era, sulle spalle si è portato dietro anche cinque difensori avversari prima di depositare in rete la palla spacca-partita contro il Pontedera.

Il bello viene adesso, però. Andiamo a Livorno e basterebbe già questo. Basterebbe già questo ma in più loro sono in testa. Sono in testa e hanno riposato in settimana. Hanno riposato in settimana e sono considerati una delle favorite del girone. Sono una delle favorite e giochiamo a casa loro, con l’Ardenza che sarà bello pieno e caloroso. Per tutti questi motivi, nessuno escluso ma anzi tutti concorrenti a fare un bel carico di adrenalina, sarebbe davvero fantastico fargli un bello sgambetto (che peraltro manca dal 21 dicembre 1975, 0-1 con gol di Tombolato). Quest’Arezzo può. Non certo quello di due settimane fa ma questo, che si è guardato allo specchio e, come in una nuovissima canzone di Caparezza, si è detto “no, non è vero che non sei capace”, potrebbe anche scottare gli amaranto di costa.

 

Perché no? Perché non crederci? Chi sarà a Livorno nel settore ospiti (250 i tifosi in partenza) è perché ci crede eccome e aggiunge alla fede irriducibile, quella che porta dappertutto sempre e comunque, una reale convinzione di poter uscire con qualcosa in più che la sola testa alta per non aver sfigurato di fronte a chi è più forte. Alte ci saranno di sicuro le nostre bandiere, le sciarpe, le braccia per rispondere ai cori, battere le mani e, speriamo, esultare a un gol del cavallino. Ricordo la trasferta della passata stagione: quasi 400 di lunedì sera e un punticino strappato con le unghie e con i denti dopo essere rimasti in nove. Stavolta saremo un po’ di meno, l’Arezzo forse non è ancora al livello di quello, il Livorno magari quest’anno è qualcosa in più, eppure io per il pari ora non firmerei comunque: crediamoci e non poniamoci limiti! Ah, c’è un’altra cosa che ricordo: “ricordo il primo giorno che ho visto Livorno…”


scritto da: Luca Amorosi, 08/10/2017





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