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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
MONDO AMARANTO
Enrico e Simone alle cascate del Vachiratharn - Thailandia
NEWS

Orgoglio. Fierezza. Aretinità. La domenica speciale del popolo amaranto in marcia

Ritrovo alle 14 in piazza della Libertà. Partenza mezz'ora dopo. Un corteo che attraverserà il centro storico per concludersi allo stadio, in mezzo a meraviglie artistiche e architettoniche. Una testimonianza d'amore verso la squadra. Una dimostrazione di forza e di attaccamento ai colori. Con l'obiettivo che il post partita sia bello come il pre



Domenica 12 novembre 2017, ore 14.25 circa, piazza della Libertà. Un gruppo di turisti esce dal Duomo, volge ancora uno sguardo alla maestosa facciata di Dante Viviani e poi scende la scalinata del sagrato. A questo punto, però, è qualcos’altro ad attrarre la loro attenzione: c’è un gran via vai in piazza, tanta gente, la stragrande maggioranza vestita di questo rosso scuro particolare e difficilmente catalogabile. Ci sono bandieroni, bandierine, due aste, striscioni, sciarpe al vento, tamburi. Parte automaticamente qualche foto, qualche video, per immortalare una scena senz’altro inusuale ai loro occhi. Da un altro lato sopraggiungono un paio di classici aretini medi, che invece Arezzo distrattamente la conoscono o pensano di conoscerla bene, di quelli che li senti dire “a me allo stadio un me c’arvedi” o “ancora te confondi co’ l’Arezzo”, increduli più dei turisti dinanzi alla scena che dimostra che sì, noi ci confondiamo ancora e parecchio e sì, c’è ancora gente che allo stadio ci va e ci torna eccome.

 

Non ci curiam di loro che guardano e passano ma iniziamo a muoverci dando inizio al corteo: scendendo da via Cesalpino tocchiamo piazza San Francesco, la cui chiesa omonima custodisce uno dei capolavori dell’arte italiana e mondiale firmato Piero della Francesca, spesso dimenticato e sottovalutato proprio come la nostra intera città. Svolta e sinistra in via Cavour e poi imbocchiamo il Corso, sfiorando soltanto la Pieve, i palazzotti medievali, le logge del Vasari, il palazzo di Fraternita col suo orologio antico e tutte le altre meraviglie incastonate nella cornice di piazza Grande, che due volte l’anno ospita quella rievocazione così suggestiva, quasi magica. Il Corso in discesa di solito si percorre in festa di ritorno dal Duomo proprio dopo un Saracino andato bene, ma la gioia è condivisa solo con quelli del nostro stesso quartiere. Stavolta è diverso, stavolta i quattro quartieri si uniscono in un colore solo all’insegna della passione per il cavallino: l’amaranto è l’unico protagonista e lo stadio è l’unico luogo da raggiungere per tutti, invece delle varie porte e delle diverse sedi.

 

I cori si infiammano, si alzano alti, amplificati dalle pareti degli edifici ai lati della via maestra del centro storico, i tamburi fanno vibrare il terreno e i cuori, come quelli dei Musici. All’incrocio di via Crispi, svolta in direzione opposta ai cosiddetti Portici. C’è ancora tempo per superare, alla nostra destra, l’Anfiteatro romano prima di lasciare definitivamente quella perla che è il nostro piccolo centro storico. L’orgoglio ormai ha totalmente preso il sopravvento dopo aver ancora una volta verificato, attraverso i suoi gioielli, la fortuna che abbiamo di vivere in una città così bella eppure, forse, così poco convinta di esserlo. Questa è Arezzo e questi siamo noi, testardi e ostinati. Non ci stiamo a vedere l’Arezzo arrendersi ancora, noi ci crediamo che ci sia qualcuno di serio alla porta disposto a rilevare la società e vogliamo dimostrargli che dietro c’è una tifoseria massiccia ed entusiasta, non ci rassegniamo all’idea secondo cui gli aretini sono “disinteressati e indifferenti” come quella canzone del Teatro degli Orrori. Arriviamo allo stadio dopo un’oretta, carichi e vogliosi di vittoria. Ci sentiamo ancor più a casa una volta entrati nel nostro settore preferito. In curva Minghelli si attende solo il fischio d’inizio dopo la lettura delle formazioni, l’inno dell’Arezzo e la disposizioni di pezze e striscioni. Eccolo, si parte, la voce è già calda, le speranze e le paure immutate, come sempre.

 

Finisce qui il nostro “ritorno al futuro” di qualche ora con una DeLorean targata AR: siamo tornati indietro a partita appena iniziata, giusto per non rovinarci la sorpresa. È stato un prepartita bellissimo… sarà un prepartita bellissimo… e speriamo che il dopo lo sia altrettanto.
Esserci oggi per esserci domani, tutti al corteo e tutti allo stadio. Forza Arezzo!

 

scritto da: Luca Amorosi, 12/11/2017





Striscioni pro corteo in giro per la città
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