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SERIE D GIRONE E - 1a giornata

RISULTATI CLASSIFICA PROSSIMO TURNO
Flaminia4 set15Livorno
Gavorrano4 set15Tau Altopascio
Ghiviborgo4 set15Ponsacco
Orvietana4 set15Arezzo
Poggibonsi4 set15Grosseto
Sangiovannese4 set15Ostiamare
Seravezza4 set15Città di Castello
Trestina4 set15Pianese
Terranuova4 set15Montespaccato
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NEWS

Bomba atomica sì, ma sull'Arezzo. Matteoni dica se ci sono ancora bandiere da sventolare

Il consorzio Neos Solution sciolto come neve al sole. Il Consiglio d'amministrazione mai presentato alla città. I soci messi all'indice pubblicamente dal presidente, che si è ritrovato da solo e con il cerino in mano, peccando clamorosamente di superficialità e dando rassicurazioni poi smentite dai fatti. La società è dentro un tunnel kafkiano in cui nulla è come sembra e con lo spettro di un'altra, pesantissima penalizzazione in classifica. Adesso, dopo aver inaugurato in pompa magna il centro sportivo, annunciato progetti quinquennali e ristrutturazioni dello stadio, lo shock è forte. E la tifoseria si aspetta di conoscere la verità



La prima regola è dire sempre la verità. Si evitano equivoci, fraintendimenti e brutte figure. Poi recuperare credibilità diventa dura, specie se la situazione è incancrenita da mesi e nessuno si fida più di nessuno. Per quale motivo Marco Matteoni abbia ripetuto allo sfinimento che la scadenza del 16 dicembre era stata rispettata, che era tutto a posto, che bisognava stare tranquilli e sereni, quando invece dietro le quinte si era già consumata una faida interna al Cda, con tutte le conseguenze del caso, è difficile capirlo. Anzi, è proprio incomprensibile. 

Tantopiù che non stiamo parlando di un personaggicchio senz'arte né parte, ma di un imprenditore che a Roma ricopre cariche importanti, che rappresenta associazioni di prestigio e che ha anche un'onorabilità professionale da salvaguardare. Invece si è infilato dentro un tunnel paradossale, contribuendo a creare una situazione che definire kafkiana è poco. 

 

Qua c'è un consorzio, Neos Solution, che ha acquistato il 99 per cento dell'Us Arezzo e che, a distanza di venti giorni, si è sciolto come neve al sole. Almeno, questo è ciò che sostiene Matteoni e che, guardando i fatti, sembra proprio la realtà. ''Gli altri si sono defilati'' ha detto il presidente, giustificando il fatto che si è ritrovato da solo con il cerino in mano, senza quote sociali di proprietà ma con l'obbligo morale di andare avanti. Ma com'è possibile, si domanda la gente, che un gruppo di imprenditori si metta in team per acquisire una società di calcio e poi, di punto in bianco, facciano tutti i voltagiubbe? Ma non ci sono delle carte firmate, non ci sono documenti scritti che obbligano a rispettare gli impegni presi?

E il Cda costituito il 7 dicembre davanti a un notaio? Ma il vicepresidente Paolo Gatto dov'è? Che fa? E Fabio Gatto? E Stefano Maneggia? E Martina Peroni, compagna dell'imprenditore Andrea Di Paola che ha seguito la squadra a Pisa, che dice? Ma veramente questi signori pensano di venire ad Arezzo, fare un po' di passerella e poi dileguarsi come se nulla fosse successo? Dovevano presentarsi alla città e se ne sono guardati bene. Adesso che Matteoni li ha messi all'indice pubblicamente, non sentono nemmeno il bisogno di spiegare? Roba da pazzi.

 

il presidente Matteoni in sala stampa con Gianni AlemannoE' veramente difficile trovare il senso a una vicenda grottesca, in cui nulla è come sembra e in cui l'epilogo è imprevedibile. I giocatori e lo staff sono al limite della sopportazione e non hanno torto. Anzi. Se i bonifici sono arrivati in ritardo, la società andrà incontro a un'altra penalizzazione, che stavolta potrebbe essere addirittura di 6 punti (2 per gli stipendi, 2 per i contributi, 2 per la recidiva). In totale sarebbero 10 punti in meno in classifica, per una stagione infettata da queste maleodoranti telenovelas extracampo.

Matteoni, che ci ha messo la faccia ma ha clamorosamente peccato di superficialità, adesso deve prendere in mano la situazione, spiegare bene chi ha tradito e perché, rassicurare la tifoseria sulle sue intenzioni e sulle sue possibilità economiche. Gestire un club come l'Arezzo è dispendioso sotto tutti i punti di vista: ne ha voglia e facoltà, adesso che deve farlo in solitaria? Se sì, come sembra, provveda anche sul piano amministrativo, cancellando Neos Solution e muovendosi con società sue e uomini suoi. Se no, studi una soluzione per salvare capra e cavoli.

 

Il presidente ha detto che non ama sentirsi dire cosa deve fare, ma non è più tempo di buttarla sul personale. Lui Arezzo, calcisticamente parlando, la conosce da poco. Noi ne sappiamo ogni sfumatura e ci portamo dietro il fardello di un periodo troppo pesante per tenerlo ancora sulle spalle. Signori, qua è stato inaugurato in pompa magna il centro sportivo e il direttore generale spiegò che i pagamenti erano a posto, altrimenti non sarebbe stato lì a tagliare il nastro. Matteoni ha raccontato pubblicamente che domenica c'era un calciatore di serie B in tribuna (obiettivo di gennaio), che il progetto sportivo è quinquennale, che potrebbe rimettere mano al Comunale in tempi brevi e che i tifosi non vanno presi in giro.

Purtroppo, per adesso l'unica bomba atomica piovuta dal cielo non è caduta sullo stadio, come speravano tutti per vederne finalmente uno nuovo e moderno, ma direttamente sull'Arezzo calcio. E le bombe lasciano macerie e detriti ovunque, anche dove non dovrebbero: sulla squadra, per esempio, unica ancora di salvezza di un girone di andata tragicomico sul fronte societario. Se c'è modo per ricostruire, Matteoni lo faccia subito. Volente o nolente, tocca a lui. Forse, anche con un -10 in classifica, ha modo di riuscirci. Ma porti chiarezza e dica sempre la verità.

 

scritto da: Andrea Avato, 20/12/2017





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